SPAL, LA CRISI CONTINUA

SPAL (4-4-2): Capecchi; Quintavalla, Zamboni, Ghetti, Licata; Schiavon, Migliorini (dal 28′ st Marongiu), Cazzamalli; Centi (dal 18′ st Bracaletti); Cipriani, Bazzani. A disp.: Ioime, Bortel, Bedin,Valtulina, Rossi.
All.: Notaristefano.
FOGGIA (4-2-3-1): Bindi; Carbone, Burzigotti, Goretti, Micco; Mancino, D’Amico; Di Roberto, Trezzi (dal 18′ st Quadrini), Colomba (dal 24′ st Caraccio); Salgado. A disp.: Milan, Sgambato, Tarantino, Vairo, Ferrari.
All.: Porta-Pecchia.
ARBITRO: Barbeno di Brescia.
Assistenti: Semolic e Visentini.
AMMONITI: Micco (F), Schiavon (S), D’Amico (F) e Cazzamalli (S).
ESPULSI: Salgado (F) al 21′ st per c.n.r
NOTE: giornata molto fredda, terreno in discrete condizioni. Spettatori 2.800 circa, (paganti 852, più 1.937 abbonati, per un incasso globale di 25.200 euro circa).
Angoli: 3a4 per il Foggia. Recupero: pt 2’, st 5’.
Prima della partita è stato osservato un minuto di silenzio in memoria del padre del preparatore atletico della Spal Lidio Melis.

LA CRONACA. I biancazzurri sbagliano ancora una volta partita e rinviano ancora l’appuntamento con i tre punti al Paolo Mazza. Con il Foggia una sorta di spareggio salvezza che finisce 0 a 0. Alla fine fischi e contestazione.

FERRARA – Al giro di boa è gara “drammatica”, sportivamente parlando, quella che va in scena oggi al Paolo Mazza di Ferrara: chi perde va all’inferno del girone e, beffa del destino, arrivano proprio i satanelli del Foggia a saggiare lo stato psicofisico della Spal in quest’ultima giornata del girone d’andata. I biancoazzurri di Notaristefano si ritrovano all’appuntamento ben consci delle ultime vicissitudini settimanali che hanno visto a ruota, tifosi, giocatori e società chiedersi a gran voce a vicenda un maggiore impegno e una maggiore professionalità per ritrovare quanto prima quella compattezza e quella costanza di rendimento finora assenti ingiustificate del campionato. Spal e Foggia sono appaiate in classifica a quota diciassette: due punti più giù c’è la retrocessione diretta senza passare per gli spareggi e questa sera, una delle due, in caso di sconfitta vi si potrebbe trovare senza appello: il morale della favola è che non sono ammessi ulteriori passi falsi per nessuna delle due. Tra le fila dei ferraresi se non è rivoluzione poco ci manca, vuoi per necessità, vuoi per dare una scossa decisa a uno spogliatoio apparso sin qui frastornato e incapace di reagire alle difficoltà: fuori Lorenzi per squalifica e Meloni per infortunio (lo rivedremo con ogni probabilità in campo con l’anno nuovo), Ghetti va al centro della difesa e Quintavalla per la terza volta da quando è a Ferrara si sposta a numero due con Licata fluidificante dal lato opposto: confermato Zamboni al centro della difesa nonostante le voci degli ultimi giorni lo volessero neanche tra i convocati. In mezzo le novità sono rappresentate da Migliorini perno centrale (torna dopo un mese dall’infortunio) e Centi a supporto del tandem Bazzani-Cipriani. Restano fuori Bracaletti, Bedin e Rossi per scelta tecnica: per qualcuno di questi l’esperienza a Ferrara potrebbe davvero essere giunta al capolinea. Notaristefano si gioca il tutto per tutto con una squadra a forte trazione anteriore che dovrà per forza di cose lasciare qualcosa agli avversari, soprattutto le fasce, proprio dove il Foggia sino a oggi ha trovato sovente la via della rete. A casa per scelta tecnica resta il solo Agodirin, in tribuna si accomodano invece Cabeccia, Gaspari e Laurenti. I pugliesi salgono a Ferrara con l’obbiettivo dichiarato di non perdere e di dare seguito agli ultimi risultati positivi. Pesante il bilancio delle assenze con cui la coppia Porta-Pecchia deve però fare i conti: agli squalificati Velardi e Cuomo si aggiungono gli infortuni dei centrali di difesa D’Agostino e Torta, dell’esterno Mattioli e dell’attaccante Compierchio. Rimane a Foggia il terzo portiere Liccardi, convocato il giovanissimo Vairo. Recuperati Trezzi e Quadrini dall’influenza e all’ultimo anche Ferrari e l’esperto Goretti, torna dal primo minuto Colomba (figlio dell’allenatore del Bologna) dopo due mesi, confermatissimi Mancino e Di Roberto sulle fasce e dati in ottima forma: bomber Salgado (cinque gol sino ad oggi ma in rete sin qui in sole due occasioni) è l’unica punta tra le fila dei rossoneri. La Spal non batte il Foggia in casa da trentaquattro anni con i dauni che annoverano nel loro palmares solo due successi in dodici incontri disputati al Paolo Mazza (l’ultimo nel 1982). Arbitra Barbeno di Brescia.

Comincia l’incontro e la prima azione è di Salgado che si incunea per le vie centrale tra le maglie della retroguardia estense, ma il suo tiro termina abbondantemente a lato. Passa un minuto e sugli sviluppi di un cross di Licata dalla sinistra respinto un po’ goffamente da Goretti è Centi a provarci dai venti metri ma Bindi respinge di pugno. Sarà l’unico tiro in porta del primo tempo dei padroni di casa. Ferraresi impauriti e rinunciatari, pugliesi che benché tecnicamente non eccelsi hanno sin dai primi minuti una decisa padronanza territoriale. Diciannovesimo minuto, Schiavon perde palla nel cerchio di centrocampo e mette in movimento Goretti che si fa indisturbato almeno ventcinque metri di campo prima di scagliare una violentissima sassata verso la porta di Capecchi che si infrange sulla traversa: occasione incredibile per gli ospiti e, da questo momento, alla Spal iniziano a tremare le gambe. Non si contano gli errori più elementari, dai passaggi a due metri (Migliorini e Cazzamalli) alle sovrapposizioni errata (Quintavalla a destra e Licata a sinistra), dai triangoli mai chiusi degli esterni di centrocampo al fraseggio inconsistente di Centi con il duo Bazzani-Cipriani (quest’ultimo sarà tra i meno peggio): il risultato è un sostanziale non gioco che ben presto fa spazientire il pubblico di casa che risponde con sonori fischi rivolti ai propri beniamini. Trentesimo minuto, ci prova Licata da appena fuori l’area piccola ma la sua conclusione è senza pretese e si perde abbondantemente a lato. Trentaquattresimo, ancora pericolosa la Spal con un’azione solitaria di Cipriani abile a liberarsi di Burzigotti e portarsi la palla sull’esterno ma il tiro a incrociare non impensierisce più di tanto l’estremo difensore Bindi.
La ripresa inizia subito con un sussulto: il cronometro segna trenta secondi e il Foggia ci prova in sequenza prima con Mancino e poi con Colomba con la difesa spallina che respinge prima con Ghetti e poi con Licata. Secondo minuto, la Spal si fa vedere in avanti dopo un ottimo lancio di Schiavon a imbeccare Cipriani ma Goretti chiude in maniera magistrale sull’ex attaccante del Bologna lanciato a rete. Il Foggia non punge ma neanche soffre, la Spal si sbilancia in avanti senza capo né coda dando l’impressione di non seguire alcun canovaccio preciso quando si tratta di attaccare. Sesto minuto, bolide del pescador Salgado dalla sinistra, palla di poco alta sopra la traversa, ben controllata da Capecchi. Al nono minuto ci prova anche Schiavon da fuori dopo un’uscita avventurosa di Bindi su punizione di Quintavalla dalla destra, fuori. Tredicesimo: Quintavalla dalla destra per Cipriani che fa da sponda per l’accorrente Bazzani che si libera del suo diretto avversario Burzigotti e scarica la sfera di poco alta sopra la traversa: in novanta minuti questa sarà l’azione più bella della Spal di tutta la partita.

Al ventesimo l’episodio che potrebbe cambiare le sorti dell’incontro: dopo un contrasto durissimo di Cazzamalli sulle caviglie di Salgado e sanzionato con una semplice punizione, il cileno, non contento della decisione arbitrale dice qualche parola di troppo al direttore di gara che lo manda anzitempo negli spogliatoi. Spal in superiorità numerica per la terza volta nelle ultime quattro partite ma non servirà neanche stavolta. Venticinquesimo: anche Migliorini preferisce la conclusione dalla lunga distanza, Bindi è sulla traiettoria ma respinge soltanto la sfera senza trattenerla, fortuna vuole che Carbone si trovi nei paraggi e spazzi senza fronzoli in fallo laterale prima dell’arrivo di Bazzani. Da questo momento la partita si addormenta per quasi venti minuti, le entrate in campo di Bracaletti e Marongiu anziché velocizzare la manovra contribuiscono a cloroformizzarla ulteriormente e, anche in superiorità numerica, la Spal non punge. Quarantaquattresimo minuto: Marongiu per Bracaletti che perde l’attimo tutto solo davanti a Bindi e sessanta secondi dopo è Cipriani (forse trattenuto in area) che si fa anticipare da Goretti dopo un batti e ribatti nell’area di rigore pugliese. Al novantesimo infine è l’ennesimo tiro da fuori della Spal, stavolta di capitan Zamboni a impensierire Bindi che non trattiene ma né Cazzamalli prima e né Marongiu poi riescono a mettere le punte biancoazzurre nella condizione di segnare. E alla fine, dopo novanta minuti di tifo commovente per calore e passione della torcida ferrarese, sono fischi e cori di scherno per tutta la squadra chiamata a gran voce sotto la curva per rendere conto dell’ennesima e deludente prova di questo campionato. Da questa sera bisogna pensare solo alla salvezza.
Prossimo appuntamento interno il prossimo 10 gennaio quando a Ferrara arriverà il quotatissimo Ravenna. Anno nuovo, vita (e squadra?) nuova si dice. E speriamo di cuore che non rimanga solo uno dei tanti buoni propositi (come in estate) che si fanno quando si è chiamati a tirare le somme di un anno che sta per finire. Perché si sa, nella memoria popolare restano ingabbiati i ricordi negativi (pochi invero, ma mal gestiti) più di quelli positivi (sicuramente molti di più ma che rischiano di finire ingenerosamente offuscati e annebbiati da questo pessimo girone d’andata). Sia la società ora a spazzare via con fermezza e decisione quei nuvoloni neri all’orizzonte che sembrano non voler abbandonare mai e ancora una volta di più la sfera spallina: perché il cielo, per noi tutti è solo biancoazzurro.

LE PAGELLE. Disastrosi Migliorini, Centi e Cazzamalli. Il centrocampo è il reparto peggiore

SI SALVANO SOLO ZAMBONI, GHETTI E CIPRIANI

Capecchi sv – Il Foggia si rende pericoloso solo una volta con la traversa di Goretti, per il resto i pugliesi non pungono e non creano mai occasioni all’estremo difensore estense di mettersi in mostra.

Quintavalla 5.5 – Fortuna vuole che gli avversari dalla sua parte non sfondano, avrebbe la gamba per osare quantomeno di più, superare la metà campo e mettere in mezzo qualche pallone invitante per le torri considerando la pochezza ospite: niente di tutto questo o, se lo fa, lo fa due volte in novanta minuti, sbagliandole.

Zamboni 6 – Decisamente meno in difficoltà delle altre volte, annulla Salgado e appare tra i più sicuri del reparto. Prova anche il gol nel finale.

Ghetti 6 – Vale il discorso fatto per Zamboni anche se il buon Guidone perde una palla bruttissima quanto pericolosa in un contrasto un po’ troppo “leggero” con Quadrini nella ripresa. Per il resto è ordinaria amministrazione e trova nell’attacco del Foggia un valido alleato.

Licata 5 – Non vorremmo fosse l’ennesimo dilemma spallino: siamo sicuri che Licata sia un terzino? Perché in fase difensiva è semplicemente disastroso e nel primo tempo sbaglia tutto quello che può sbagliare, passaggi, anticipi, sovrapposizioni e chiusure, un disastro. Si rifà nella ripresa ma il dubbio rimane: ha un ottimo piede, i cross sono piuttosto precisi ma quando va all’uno contro uno è peggio che andar di notte.

Schiavon 5 – Nettamente al di sotto degli standard a cui ci ha abituato. Impreciso, al tiro come in fase di impostazione, per le vie centrali il Foggia affonda spesso rinunciando, per fortuna, alla conclusione ma quello che fa specie è l’atteggiamento molle con cui affronta la partita, lui che è un guerriero autentico.

Migliorini 4.5 – Una gara da scherzi a parte. Butta via almeno dieci palloni figli della frenesìa e della scarsa lucidità in fase di impostazione e, in totale confusione, inizia addirittura a fare passaggi lunghi da trenta metri, sfasati e imprecisi, cose che Notaristefano ha detto chiaramente di non voler vedere nella sua squadra.

(Marongiu 5.5) – Non incide sulla gara, sbaglia un corner e una punizione elementare e nel finale tutta la sua inesperienza viene fuori quando anziché servire in piena area di rigore Bazzani preferisce un cross per Bracaletti in posizione irregolare. Deve crescere, ma almeno lui ha l’età davanti per farlo, non come molti dei suoi compagni.

Centi 4.5 – Ai due all’ora come sempre ma non ne prende una: avvio che fa ben sperare, tre passaggi consecutivi gli riescono ma poi, complice la condizione fisica approssimativa (che gli consente il mezzo punto in più) o chissà che altro, non fa che commettere errori su errori non intendendosi mai una volta che sia una con Bazzani o Cipriani. Dovrebbe accendere la luce, in realtà con lui in campo è buio pesto.

(Bracaletti 5.5) – Come sopra, anche per lui vale il famoso “e il naufragar m’è dolce in questo mare” degno di ogni centrocampista della Spal di oggi.

Cazzamalli 4.5 – La peggiore partita da quando è a Ferrara: molle, apatico, senza grinta, non vince un tackle, perde tutti i contrasti, compresi quelli di testa, la sua specialità: avulso dal contesto e dalla partita la sua è una prestazione completamente da dimenticare.

Cipriani 6 – Ci prova in qualche modo a rendersi pericoloso, va alla conclusione spesso e cerca di portare qualche grattacapo alla retroguardia ospite ma Goretti è un ottimo avversario e alla lunga gli prende le misure.

Bazzani 5.5 – Fa meno bene del suo compagno di reparto ma non come impegno: primo tempo inesistente, ripresa che lo vede protagonista nel triangolo volante con Quintavalla e Cipriani e dove ci mette più grinta e convinzione anche nei contrasti aerei pur trovandosi in una giornata non particolarmente positiva grazie all’ottimo Burzigotti.

Notaristefano 5.5 – Le sta provando tutte, di settimana in settimana sta dando ad ogni singolo giocatore della rosa la sua opportunità come giustamente si confà ad un allenatore che ha poco tempo per riportare sulla retta via una squadra completamente allo sbando dal punto di vista psicologico. Lascia perplesso il terzo cambio lasciato in panchina, su tutti Rossi l’unico in grado di fornire assist vincenti per Cipriani e Bazzani, così come lasciare seduto per novanta minuti Valtulina dopo che a Marcianise era apparso ai più tra i meno peggio. L’impressione è che questa squadra abbia molti problemi, strutturali soprattutto, che nemmeno l’allenatore lombardo così come il suo predecessore abbia ancora capito come risolvere. E domenica inizia il ritorno.

 

NOTARISTEFANO: “L’impegno non basta, ci manca un po’ di qualità”

Mister andiamo subito al sodo: siamo qui a commentare un’altra prestazione in cui l’assente ingiustificato è ancora una volta il gioco. Dopo un mese che si trova alla guida della Spal che spiegazioni si possono dare?
“Sono perfettamente consapevole che il gioco devo saperlo dare io e sapevo sin dall’inizio che non sarebbe stato facile perché c’è da ritrovare per prima cosa quella condizione atletica tale che mi permetta di esprimere il mio gioco. La troveremo cammin facendo. Quello che ci manca senza dubbio è un pochino di qualità in più che dia modo alle nostre punte di essere servite in maniera migliore, questo sì”.
Tre partite delle ultime quattro la Spal le ha sempre giocate in superiorità numerica: nonostante questo il canovaccio non è cambiato, anzi.
“La superiorità numerica ti favorisce quando tu sei capace di sfruttarla ed è evidente che in questo momento particolare noi non siamo bravi neanche a sfruttare questi episodi che indubbiamente sono a noi favorevoli”.
La partita: male Licata nel primo tempo e nel complesso tutto il centrocampo, con Migliorini e Centi assenti ingiustificati della sfida. Si trova d’accordo con la disamina?
“Probabilmente c’è chi più di altri ha sentito oltremodo la partita ma non mi sento di additare nessuno come responsabile di una prestazione che di positivo, impegno a parte, ha soltanto il punto che abbiamo conquistato. Capisco la gente che fischia, è un loro diritto ma io oggi se guardo negli occhi tutti i miei ragazzi uno ad uno so di non poter rimproverare loro nulla sotto il profilo dell’impegno. Hanno dato quello che potevano ma non quello che sono in grado di dare. Ecco, su questo aspetto dovremo lavorare in vista della trasferta di Cosenza che è imminente, perché insisto che la squadra rende sotto il proprio standard, non siamo da ultimi posti come oggi la classifica ci dice”.
La rinuncia agli esterni offensivi come Rossi e Valtulina a posteriori non hanno sortito gli effetti che sperava.
“La mia idea era quella di provare a soprendere il Foggia con l’avanzamento di Quintavalla e Licata sulle fasce, sfruttare i loro cross o all’occorrenza sfruttare gli spazi che potevano creare loro per l’inserimento dei centrocampisti. Non è andata come speravo ma non penso nemmeno che sia tutto da buttare, anzi. C’è da lavorare, quello sì, e sono qui per questo”.
La settimana appena trascorsa, che definire burrascosa è un eufemismo, l’ha vista protagonista nello spogliatoio dove si dice lei abbia rivolto un invito chiaro e preciso ai suoi ragazzi: in sostanza ha detto che o si cambia registro o non si va da nessuna parte. Alla luce di questa opaca prestazione, ritiene che il messaggio sia stato recepito?
“Capitano situazioni in cui anche l’allenatore, d’accordo con la società, deve fare la sua parte e farsi sentire senza pensare a quello che può succedere la domenica. Ho solo fatto leva sulla loro autostima e sul loro orgoglio di calciatori e oggi ho visto una squadra che non ha tradito le mie aspettative, si sono impegnati, hanno dato tutto quello che potevano dare in questo momento. Cosa posso rimproveragli? Siamo stati carenti negli ultimi metri, pecchiamo di qualità e ci troviamo in difficoltà nell’ultima parte dell’azione, quella che ci dovrebbe consentire di andare a finalizzare la mole di gioco costruita”.
Domanda inevitabile sul mercato, ormai imminente, di gennaio. Chiederà rinforzi?
“Adesso dobbiamo pensare al Cosenza, il tempo per parlare di mercato c’è e vedremo d’accordo con la società il da farsi ma il mio unico pensiero oggi è quello di lavorare e lavorare e ancora lavorare sul campo con questo materiale che mi hanno consegnato al mio arrivo che ripeto non merita questa posizione in classifica”.

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