FORZA, CORAGGIO E LA SOSTA POI SI DEVE TORNARE A VINCERE

E’ la solita vecchia, noiosa teoria del bicchiere mezzo pieno oppure no. L’ottimista, in questo caso io, la vedo così (la situazione) e lo vedo così (il bicchiere). Un punto a Cremona. Mi sarebbe bastato questo per avere il sorriso. Perché continuo a pensare che, nonostante la classifica, la squadra di Mondonico darà fastidio fino al termine. A parte questo, dai vari racconti che ho avuto perché non ho visto l’incontro, mi rassicura la prestazione dopo qualche partita sottotono che ha peggiorato la classifica e il cammino. Sempre in partita, spesso in avanti, molto grintosa, a tratti quasi da sola in campo. Ecco, in sintesi, una gara che a voler essere pignoli ci fa rammaricare soltanto perché si poteva addirittura vincere se in attacco avessimo quel peso in più che invece è l’unico difetto che ha questa squadra dall’inizio della stagione. Non è un discorso di uomini. E la prova si è avuta proprio domenica. Il tecnico, infatti, se l’è giocata dall’inizio schierando la formazione più offensiva della stagione. Formazione per nulla alleggerita, anzi, con i cambi. Atteggiamento, ripeto, che mi lascia più tranquillo rispetto agli ultimi tempi, sconfitta con il Verona soprattutto. I movimenti, la voglia, gli attaccanti che ritornano, la difesa guidata come al solito da Rambo Zambo, un ottimo Cabeccia, Savi che continua a piacermi da matti e poi Capecchi. Un portiere decisivo che si vede poco, e questa è un’ottima cosa, ma che in quelle poche occasioni che la Spal subisce risponde sempre presente. Insisto sulle cose positive. Si giocava tra le gambe, meglio: i piedi, di Morfeo e si è rischiato pochissimo. In più la difesa è davvero forte, forse la migliore del girone. Dato che per un capelliano di ferro come me non è irrilevante. Altro numero: due punti in più dell’andata. Ancora: a Cremona la Spal ha tenuto il pallino in casa di una squadra che non è bella da vedere ma purtroppo, con i campi asciutti, resterà lì fino alla fine a giocarsi un posto al sole dei playoff.
Dalla parte del bicchiere mezzo vuoto, invece, stavolta metto soltanto una cosa. Che non è una novità, purtroppo. Non capisco perché, scrivo sul serio, facciamo fatica a trasformare in gol la tosta mole di gioco prodotto anche quando, come è successo frequentemente, si domina il match. E cioè quasi sempre: Sesto San Giovanni, Cesena e domenica scorsa escluse. Lo sostengo dall’inizio, quindi non mi sottraggo ora. Sono dalla parte di chi credeva, crede e continuerà a credere che Moro sia un signor giocatore per la categoria e in quanto a impegno e partecipazione a Cremona l’ha dimostrato. Magari il tipo di gioco spallino non esalta le qualità di uno abituato a giocare vicino alla porta ma il giocatore c’è e prestissimo, magari già con il Ravenna, riuscirà a sbloccarsi soprattutto se la squadra giocherà con la voglia e la testa di domenica e se la disposizione sarà identica. Così, infatti, Moro può tornare a fare quello che gli riesce meglio: la seconda punta.
Adesso c’è la sosta. L’occasione migliore per integrare i nuovi anche se i vecchi, vedi Cabeccia, hanno dimostrato di avere i cosiddetti. Quindici di giorni di stacco anche per il pubblico e per chi, anche giustamente, si era abituato troppo bene e ora ha la passione leggermente offuscata da quel pessimismo cosmico tutto ferrarese che ti fa sembrare migliorabile persino un pari a Cremona. Lo scrivo per tanti amici che stimo. Lo dico e scrivo anche per un nuovo, grande amico che non posso citare, ma pur non essendo made in Ferrara ha qualcosa in comune con tutti quelli nati dentro alle mura. Amico mio, c’è bisogno della tua quotidiana, naturale, irrazionale, affascinante stravaganza anche da questo punto di vista. Quando leggerai queste righe ti chiedo soltanto una cosa. Mandami un sms, firmalo con il tuo soprannome, e scrivimi soltanto che stai con me anche questa volta, anche su questo argomento, anche in quanto a spallinità propositiva. Le somme le tireremo alla fine. E la fine è nota. Fidati. Per adesso, auguri.

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