GLI UOMINI VERI IN UNA PARTITA STREGATA E L’ESEMPIO NELLE PAROLE DEL CAPITANO

Mannaggia la miseria e porca di quella vacca sbomballata trucida figlia di un masofante. E’ difficile passare una domenica come l’ultima, calcisticamente parlando. Perché ci sono delle partite in cui non la strisci mai, partite nelle quali ti mettono sempre sotto, ti fanno vedere i sorci verdi e fai persino fatica a superare la metà campo. Poi ci sono delle domeniche di merda. Domeniche fatte di un’occasione dopo l’altra, di gol e rigori sbagliati, di portieri avversari insuperabili.
La mia ultima domenica ha la faccia, e purtroppo le mani, di un certo Visi, portiere della Ternana che al Paolo Mazza, quando non ci ha pensato la Spal a sprecare, ha pensato lui a sventare. Ho letto la webcronaca di Augusto e non facevo in tempo ad aggiornare che già c’era un’altra occasione sciupata o salvata. Mentre scrivo mi telefona Geo. Dice: “Sono attonito, devo continuare ad andare alla Spal perché ci sono delle cose che succedono sono a noi. Ci deve essere un cimitero indiano sotto lo stadio altrimenti non si spiega”. La mette sul ridere, l’amico spallino, e fa bene perché a vederla da altre angolazioni, questa giornata di campionato, c’è da farsi venire una depressione totale e immediata. Meglio non guardarla, la classifica. Meglio non pensare che sono stati messi in archivio due punti appena sui nove disponibili. Meglio non ricordarsi che ora arrivano due trasferte consecutive in campi come Cava dei Tirreni e Taranto. Meglio, insomma, dimenticare questa domenica cominciata con una mezzora buona da incubo e con un insolito erroraccio del numero uno, una domenica finita con le lacrime di Bazzani. Dicono che è in questi casi, quando va tutto storto, che ci si tira su. Lo speriamo bene. Tanto da buttarci dall’altra parte, la parte del rovescio della medaglia, del bicchiere mezzo pieno. Diceva a fine partita capitan Zamboni che dovevamo vincere sei a uno e che se la capolista è la Ternana, allora c’è da stare allegri nonostante la classifica. Parole adatte a risollevare il morale insieme con alcune certezze che la sconfitta non ha scalfito. Una su tutte. Laurenti è pronto. Un’altra. Paolino Rossi, anche a gara in corso, è una risorsa non da poco. E ancora: Meloni può solo crescere, Bazzani può solo sbloccarsi, la Spal può solo migliorare.
Piuttosto e purtroppo è meglio sapere che giocando come quest’anno, tatticamente scrivendo, sarà facile soffrire ancora lì in mezzo al campo. I due mediani, se non in giornata, saranno spesso e malvolentieri in inferiorità numerica. Ma a questo penserà chi di dovere, vale a dire Dolcetti, che almeno in trasferta potrebbe ricorrere a un centrocampista in più. A parte questi discorsi poco da cronisti e molto da tecnici, le tante occasioni sciupate o parate riportano l’argomento indietro di qualche giorno. A quegli ultimi minuti di calciomercato in cui la Spal, per giustificabili pressioni del procuratore e per fare cassa, ha ceduto Arma senza avere ancora in casa il sostituto. Non esiste la controprova ma difficilmente sarebbe cambiato qualcosa con la Ternana visto che il reparto migliore è stato proprio quello offensivo. Di certo, un attaccante – meglio se brutto, sporco e cattivo ma cinico – serve e dovrà arrivare il più presto possibile in attesa di ritrovare il Valtulina di un anno fa. Siccome Tonino Guerra, almeno per me, è un genio e quello spot sull’ottimismo che sarebbe il sale della vita è meraviglioso, io ricomincio da lì applaudendo ancora una volta il tifo biancazzurro che, malgrado la sconfitta, domenica ha applaudito la squadra e consolato Bazzani. Incredibile ma ferrarese. Va anche raccontato, e commentato, che invece non ho capito i fischi a Valtulina e Migliorini. Sono due nuovi acquisti, sono giovani e se li metti in discussione dopo tre partite si rischia soltanto di perderli. Fatto che nuocerebbe più alla Spal che agli stessi giocatori. Meglio ricordarsi di Moro che l’anno scorso giocò poco e male e quest’anno ha già fatto due gol.
Ritorno a Bazzani per aggiungere che ognuno l’ha vista a modo suo, quella crisi di pianto finale. Io l’ho vista con affetto e stima. Perché l’uomo è uno che la maglia che ha addosso la difende e la onora sempre. A quelli che… il calcio è un gioco maschio magari non sarà piaciuta l’immagine dell’attaccante consolato da Pozzi e da Butelli ma peggio per loro. Per rimanere in tema di gente perbene, rendo pubblico un sms che mi è arrivato domenica e che secondo me la dice lunga sulla persona e sul professionista. Il firmatario è Luca Capecchi, autore di un errore clamoroso anche perché suo: “Mi dispiace per quello che è successo. Non ci sono scusanti. Chiedo scusa a tutti i tifosi”.
Resta pochissimo da aggiungere. Due cose sole. La prima è una scenetta che ha un suo perché e dice parecchio. Quando l’arbitro ha fischiato il rigore, il presidente della Spal da quello che ormai si può chiamare lo “scalino di Cesare” si è alzato e voleva andar via per non guardare. A quel punto, Renato Schena l’ha tirato per la camicia e lo ha costretto a guardare. Quello che è successo dopo è cosa nota, con lo stesso Butelli diretto in campo per sollevare, in tutti i sensi, Bazzani. La seconda cosa, invece, è l’unica che, personalmente, non mi convince. Bisogna entrare in campo con meno paura. A cominciare dalle prossime due trasferte. Anche qui deve aver ragione Zambo. “Non abbiamo timore di andare a Cava o a Taranto o chissà dove”, ha detto. Parole sante. Prima tocca archiviare e dimenticare subito quest’ultima sconfitta, che poi è la prima, perché sul piano nervoso sono batoste che possono far male perché scaricano parecchio. Ma anche qui basta stare a sentire il capitano. Senza paura, senza ascoltare chi comincia a borbottare, senza fasciarsi la testa, senza scordare che siamo appena alla terza giornata. Forza.

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