IL MITO GIBI’, IL SENSITIVO SCHENA E LA RINCORSA SPALLINA CONTINUA

Tu chiamale, se vuoi, sensazioni. Sono quelle di Renato Schena che si sbilancia poche volte durante un campionato ma quando lo fa… I fatti: domenica a poco dall’inizio della partita. Il grande amico e super tifoso Rod si è scordato l’abbonamento addirittura a Moena e il Mitico (leggi Schena) arriva in soccorso. Colgo l’occasione per chiedergli le sue sensazioni. Con una parola sola Renato Staschenov risponde convinto: “Ottime”. Da quel momento si scioglie la mia domenica di tensione perché temevo questa partita in modo particolare tanto da rispolverare la felpa della Tradizione Estense, con sotto la mitica maglietta made in Paiaz dedicata a Don Bedin, simbolo dei giorni più difficili. Le rassicurazioni dell’insostituibile Schena, invece, hanno fatto il loro effetto tavor e il resto l’ha fatto una super Spal che è riuscita ad aprire il catenaccio del Giulianova (a proposito: non è una squadra che fa schifo come non faceva schifo l’Andria. E’ che di fronte alla Spal, ora, sembrano tutti brutti, sporchi e cattivi) sprecando addirittura diversi gol.
Tutto nella giornata in cui Lo Spallino ha chiesto e ottenuto un sacrosanto riconoscimento a quel mito vivente che si chiama Gibì Fabbri. Complimenti al sindaco Tagliani e all’assessore Masieri che hanno accolto a tempo di record la nostra idea per celebrare come si deve l’ottantaquattresimo compleanno dell’allenatore più grande nell’importante storia biancazzurra.
Chiusa la parentesi ritorno con piacere alla partita che ha giocato la Spal. Anche stavolta Notaristefano ha azzeccato tutto e ha vinto la gara ancora prima di giocarla. Quando, durante l’intervista della vigilia, il tecnico diceva che bisognava spingere sugli esterni per impedire ai loro uomini più bravi di diventare ali aggiunte e, la domenica, Cabeccia e Smit vanno che è una meraviglia e Quintavalla e Valtulina giocano alla grande, ecco dove Notaristefano ha vinto ancora. Aveva anche aggiunto, sempre mister Gegè, che bisognava star attenti a concretizzare tutto. Soltanto per questo, per qualche minuto, ho vacillato nonostante le sensazioni di cui sopra. Uno, due, tre occasionissime e cristo santo dai, vacca boia e pure zio porco, buttiamola dentro. Così al ritorno in campo nel secondo tempo, quando ho visto quella serie infinita di “o” dopo la lettera “g” e prima della lettera “l” che il nostro immenso (la mole non c’entra) webcronista Orla ha pubblicato nell’apposito spazio è partita l’esultanza personale che, tra le altre cose, ha causato la caduta del cactus di fianco alla finestra (risultato: terra ovunque in redazione) e la giornata di squalifica che deciderà la prova televisiva applicata dai colleghi perché stavolta, causa senso di liberazione, non ho accusato mio zio di essere un porcellino come ha fatto qualche tempo fa Buffon.
Poi ho scritto su facebook e in un sms: “Cabeza ti amo”, ho cominciato a rompere le palle al Presidente Butelli sempre via sms (messaggi vuoti tra il suo stupore fino alla mia spiegazione: erano vuoti perché non ci sono parole per descrivere questa Spal) e ho aspettato la replica di Cippo per manifestargli tutta la mia stima per questo giocatore incredibilmente in Lega Pro malgrado, all’inizio, sia stato accolto con qualche dubbio di troppo.
Che bella domenica, insomma. E pazienza se il server del nostro sito è andato in malora per un’ora buona. L’importante, sempre e solo, è che vinca la Spal. Con questa vittoria, infatti, ho dimenticato anche la recente firma di Napolitano purtroppo senza inchiostro simpatico. E ho cominciato a scrivere questo articolo cercando di non guardare la classifica. Tentativo caduto in disgrazia prima che calasse la sera. Centroclassifica puro. Più sette sulla salvezza, meno cinque dai playoff. Ripeto il ritornello societario e tecnico soltanto per scaramanzia perché non ho mai, nemmeno per un nanosecondo, smesso di pensarci anche quando vedevamo soltanto il baratro. Arriviamo a quaranta il prima possibile e poi vediamo. Il fatto è che è già poi e c’è subito Pescara. Trasferta pazzesca e sette giorni dopo ancora fuori, a Lanciano: durissima anche questa. E’ difficile, decisamente improbabile ma per questa squadra non esiste missione impossibile. Chiudo qui soltanto perché devo cominciare a fare i buchi nella schiena ai superiori. Hai visto mai che mi regalino una straordinaria domenica di ferie nonostante la settimana bianca – alla quale rinuncerei pure se non avessi già pagato – sia imminente. Qui finisce, per questa volta, la tradizionale rubrica. Sempre qui, invece, comincia la preghiera di un ateo convinto quanto appassionato di Spal per riuscire ad assistere alla sfida tutta biancazzurra in programma domenica prossima a un paio d’orette dalla Capitale.

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