LA SPAL TOSTA, GLI SMS PROPIZIATORI E LA FONDAMENTALE BAVA ALLA BOCCA

“E lasciami gridare, e lasciami sfogare, io senza Spal non posso stare… Io che porto nel cuore soltanto l’amore per questi colori e che giocatori, mie gioie e dolori… Che vinca o che perda la Regia è una (beep, censura)… Per questo cantiamo dai Spal io ti amo, e ti sosteniamo… Ricominciamo”. Il tradizionale sms che invio prima della partita alla dirigenza e alla squadra, non al Presidente Ave Cesare Butelli che ne pretende (!) uno personalizzato, stavolta era fatto così. Una sorta di rivisitazione spallina di una vecchia (e brutta per la verità) canzone di Adriano Pappalardo. La prima risposta che ho ricevuto è stata quella del capitano, di Centi. “Grande, torniamo alla vittoria!”. E lì mi sono risollevato perché temevo molto questa partita. Al resto ha pensato Sergio Gessi che da quindici giorni non faceva che ripetermi che a Monza si vinceva. A parte la mia follia ormai acclarata ma sventolata con orgoglio, altrimenti che follia sarebbe, la partita di Monza ha segnato l’inizio del secondo atto, a prescindere dalla possibilità di utilizzare con il Verona i nuovi acquisti. A proposito di mercato. Il voto, altissimo, alla società per questa campagna di rafforzamento si può già dare ora. Ora che il mercato, almeno a parole, è finito. Alla squadra che tanto bene ha fatto nella prima parte del torneo mancava poco. Mancava, per esempio, un terzino sinistro e ne sono arrivati addirittura due. Uno, Cortellini, con un signor passato in categorie superiori. L’altro, l’ungherese Takacs, conosciuto soltanto da Dolcetti (e non è poco) e da un amico che merita una citazione per la sua malattia calcistica che lo porta a seguire nientedimeno che il campionato magiaro: Gianni Tassi del Tg3: “E’ una forza della natura”. Mi fido ciecamente. E poi mancava un esterno forte, uno alla Bracaletti, ma dall’altra parte e con più forza fisica. E qui è arrivato il sogno di tante notti di mezza estate (scorsa) del Comandante Pozzi. Cioè Cazzola. Piedi buoni, fisico tosto, classe da categorie superiori, segni particolari: si adatta a qualsiasi modulo. In più ecco anche un giocatore di ottima prospettiva capace di far rifiatare i cosiddetti titolari in mezzo al campo. Castellazzi, scuola Sampdoria. Tutti arrivi fatti da Butelli e dai suoi ancor prima di vendere. Così, tanto per ribadire. Adesso partiranno quelli finora poco utilizzati ed è logico che già ora si possa parlare di una Spal più forte capace di giocarsi fino alla fine un posto nei playoff. L’importante è che anche il gruppo si convinca nei suoi mezzi. Se poi, da qui al 2 febbraio, la dirigenza avrà la possibilità e ci saranno le occasioni giuste, non è da escludere che lo sveglissimo Comandante Pozzi sia lì, pronto a rinforzare ulteriormente una squadra già così in grado di giocarsela fino alla fine.     
Ma adesso è meglio parlare e scrivere di oggi. Oggi che si è vinta la partita più importante fin qui. Perché mancavano dei giocatori, perché c’è stata la sosta, perché l’uomo fondamentale, Zamboni, non stava bene (pensa se era in forma!), perché il Monza aveva un nuovo allenatore oltretutto ex, perché un pari poteva bastare eccome. E invece ecco i maroni. Ecco quelle due bocce gonfie che questa squadra ha. Vai sotto subito e balli parecchio ma resti lì, attaccato al match con la testa bassa. Trovi subito il pari con un super Arma che non è più una sorpresa e metti in campo, nella ripresa, tutta la forza, la voglia e la classe che hai. Risultato: tre punti tostissimi e una classifica bella come sempre. Io amo questa squadra. Sì. Soltanto quella di Torchia-Paramatti-Lancini-Zamuner eccetera ho amato così. La amo perché ha la fame dentro, la bava alla bocca, tanti signori giocatori, un super allenatore e una società mai avuta, almeno negli ultimi 38 anni che sono poi i miei unici (finora eh, tiè!). Non pensavo si vincesse a Monza e ho passato la domenica sera con un sorriso ebete da fattone stampato in faccia. Sorriso che è poi continuato fino all’alba, le cinque, perché l’euforia post partita mi colpisce come se avessi giocato. E la voglia di leggere sui giornali della Spal fa persino aspettare un quarto d’ora davanti all’edicola più mattutina di Monteverde.
Soltanto una notizia inquina questo grande fine settimana. La morte del Creatore inteso come il computer di Dade che ha partorito gli Spallinati. Se n’è andato serenamente ma noi tutti lo ricordiamo con l’affetto e la stima che merita. Un abbraccio riconoscente e commosso al suo padrone.
Adesso c’è il Verona. E c’è da riprendere quei punti lasciati ingiustamente all’andata. C’è anche la Spal, questa signora Spal che ci fa godere. Ma questa non è una novità. Dai ragazzi dai. Che la cabala continui (ha ragione Grandelucio) è soprattutto che continui la bava alla bocca. Scritta così fa un po’ schifo, ma rende l’idea. Forza Spal! Ora et semper. Ars et labor.

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