TOSTA, DETERMINATA, BELLA LA VERA SPAL E’ TORNATA

Poi uno può anche non fidarsi, soprattutto se sa che a scrivere è un tifoso che ha i suoi riti, la sua cabala, le sue (mica poche) scaramanzie. Lunedì mattina prestissimo perché la notte prima faccio come se dovessi giocare io. Non dormo e ripeto sempre lo stesso sogno. Lo stadio in festa e io lì a piangere dalla felicità. Chiusa parentesi che si sa mai che porti male. Appunto. Lunedì, scrivevo, mio padre mi informa che la bandiera, quella nuova (regalo di Martello), è stata esposta in ritardo. Litighiamo quasi perché il vecchio, nel senso di saggio, non comprende e condivide zero la scaramanzia. Pazienza. Mi risollevo pensando che altri regali (grazie O.D.B.!) sono arrivati da Ferrara giusto in tempo per la partita con la Reggiana. Buon segno, sì, dai. Così assesto una pedata ai soliti appuntamenti messi in fila e rischio grosso. Scrivo queste righe, cioè, come se se la partita fosse finita. Mi fido soprattutto dell’sms di Servidei, il più ottimista e categorico (“atmosfera tranquilla e vedrai che saremo noi a gioire”), ma anche delle parole scritte di Centi, Ghetti e Capecchi.
I lettori, invece, fanno bene a tenersi incollati ai loro cosiddetti mentre leggono queste sciagurate righe, magari vale per la prossima volta. Per questa, di volta, invece, c’è questo mio coraggio incredibile figlio, evidentemente, della fiducia che ho in questa squadra dall’inizio anche se, in partenza, consideravo un posto nei playoff come un sogno assoluto, quasi incredibile. Visto che ho fatto trenta, esagero a descrivere, oltre allo stato d’animo, anche i tratti somatici di questa mattina che precede una sfida che, invece, per scaramanzia, questa sì, me la vedo al lavoro e non a casa Costello perché l’ultima  volta è stata l’immeritata sconfitta di Verona. Scrivevo della faccia. Ecco, è facilmente spiegabile. E’ così, fissa. Avete presente gli smile? Ecco, sono fatto in questo modo, con un sorriso ebete che fa impressione persino guardare riflesso sullo schermo del computer. “Majal sa son saganà in quò”.
Il problema sarà far passare queste infinite ore che mi, ci separano dalle 20.45. Sarà cercare di lavorare cercando di non pensarci, scrivere un servizio per i telegiornali della sera sulla champions league viaggiando con la fantasia immaginando, tra me e me, cosa sarebbe vedere la Spal entrare in campo con la musica della manifestazione più importante che ci sia in Europa. Ma dai, che viaggi mi faccio, cristo. Proprio io che già per la serie B sarei disposto a fare fioretti al limite del masochismo. Intanto si sono fatte le 11.30 e le sigarette hanno già riempito il primo portacenere di ceramica made in Lupo. Tanto perché devo convincermi dei segnali positivi, l’ennesima vittoria al Fantacalcio (no, dico, la mia Spal virtuale ha tredici punti di vantaggio sulla seconda a cinque giornate dal termine…) è un’altra concessione all’ottimismo. Idem le sensazioni classiche, decisamente positive di Sergio Gessi. Per il resto è tutto pronto. Spilletta nuova attaccata, felpa degli Spallinati indossata, soliti boxer biancoazzurri, insomma ci siamo. Il problema è sempre quello. Meno nove ore all’evento. E meno parecchie righe alla fine di questo articolo che, in pratica, deve ancora cominciare.
Rieccomi. Ore 8 di martedì (ieri). E’ andata come doveva andare. La Spal ha vinto bene, la Reggiana continuo a non spiegarmi cosa ci faccia lassù. Umili, determinati, convinti, tosti, quadrati, compatti: ho visto tutto questo in una partita mai in pericolo. Note di merito per Bracaletti, il migliore, per i soliti Ghetti e Lorenzi, per l’indispensabile Centi, per il mitico Schiavon, per un La Grotteria devastante fino a quando ha giocato. E poi Cabeccia. Ho detto in tempi non sospetti al presidente Butelli che oltre ad Arma sarebbe diventato lui il pezzo forte del prossimo mercato. Confermo tutto. Meglio del solito anche Cortellini (l’infortunio non ci voleva) e Cazzola che, almeno a me, piaceva anche prima. Peccato per le assenze a causa delle squalifiche che ci saranno contro il Lumezzane, altra partita tosta, più di quello che sembra, na da vincere perché Pozzi e Schena meritano una soddisfazione personale. Tornando al posticipo, almeno io che non ho mai dubitato non ho molto da aggiungere se non che la nuova, rafforzata posizione in classifica è bella ma non va considerata. Bisogna vivere e giocare alla giornata, con questo spirito si arriverà (bene) in fondo. Ne sono sicuro. Così come sono certo che con i bei campi (e dall’anno prossimo anche al Mazza) questa squadra mostrerà le cose che le vengono meglio. Il gioco, cioè, a palla rasoterra. Per adesso ci godiamo questa vittoria fondamentale con la certezza di aver ritrovato la vera Spal e un gruppo raramente tanto unito, come il caso Centi ha dimostrato. Saluto tutti e ringrazio la squadra con l’immagine del Comandante sotto la curva bella stampata in testa e con la faccia da smile ebete di cui sopra. Avanti così.

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