MIGLIORINI: “VOGLIAMO ANDARE A CREMONA PRIMI IN CLASSIFICA”

L’INTERVISTA DELLA VIGILIA. Il regista della Spal  si racconta a trecentosessanta gradi. Dall’addio ormai certo di giugno al ritorno inaspettato a Cavalese. Poi l’esordio da leader a Bassano passando per i fischi dell’anno scorso fino al suo grande attaccamento alla maglia biancazzurra. Con un occhio al futuro e un sogno nel cassetto: vincere.

Andrea partiamo dalla vittoria di Bassano di una settimana fa. Convincente, d’accordo, ma troppo sofferta.
“Sì, abbiamo commesso qualche errore di troppo ma credo che almeno per questa volta due attenuanti ci vanno concesse: il caldo umido a dispetto dei monti e una condizione non certo ottimale”.

Ok la condizione, ma faceva caldo anche per loro eppure la ripresa li ha visti dominare la Spal in lungo e in largo.
“Probabilmente hanno svolto carichi di lavoro differenti dai nostri e la loro struttura fisica, se hai notato, è molto meno robusta di quella di molti dei nostri giocatori e questo inevitabilmente incide: i nostri ci mettono di più a entrare in forma, ormai è assodato, ma già da domenica sono sicuro che ci saranno dei miglioramenti in questo senso. Se poi le temperature, come pare, dovessero anche calare, allora sono convinto che si vedrà una Spal più tonica”.

Aldilà delle provocazioni, iniziare con una vittoria è un toccasana non da poco. Le cose migliori viste a Bassano secondo te quali sono state?
“L’aver preso due gol dopo essere stati avanti per 3 a 0 e aver sofferto così tanto fino alla fine”.

Ma stai scherzando?
“No, no! (ride). Se ci pensi è un bene anche se lo so che sembra un paradosso. Quei due gol ci hanno fatto ragionare per tutta la settimana e lavorare duramente con ancora più grinta e concentrazione per migliorarci. Immagina se avessimo stravinto. Sai cosa poteva succedere? Di sentirci più forti di quello che siamo. Tutti avrebbero scritto e parlato di una Spal travolgente, arrembante e cose così che da un lato fanno morale, ma dall’altro a inizio stagione possono anche avere l’effetto opposto e cullarci su false aspettative. Invece la doppietta di Crocetti ci ha fatto capire che dobbiamo lavorare ancora tantissimo, che va bene avere ambizioni di alta classifica ma non dobbiamo mai perdere di vista l’obbiettivo giorno dopo giorno, senza farci prendere dall’euforia. Siamo bravini. Dobbiamo diventare bravi. E magari poi anche bravissimi. Senza guardare la classifica. La C è una palude e per uscirne serve costanza e pazienza”.

Veniamo a te. A giugno il tuo sembrava un addio definitivo. Il direttore sportivo del Livorno aveva dato l’impressione di voler contare a occhi chiusi su di te. Invece, dopo una settimana di ritiro in Trentino con i labronici ti abbiamo ritrovato in maglia biancazzurra. Cos’è successo?
“Con il passare dei giorni ho capito che non avrei goduto della piena fiducia dell’allenatore. Giocavo poco e capivo che alla fine avrebbe deciso di puntare su altri calciatori. Più esperti e non posso biasimarlo per questo, anzi. Ho avuto un lungo colloquio con lui, gli ho chiesto un consiglio da padre, non da allenatore e alla fine Pillon mi ha detto che se volevo giocare era meglio per me andare a fare esperienza altrove. Gli ho parlato della Spal che tra l’altro non ha mai smesso di corteggiarmi e, con il mio procuratore, a quel punto ho pensato che se dovevo lasciare Livorno l’avrei lasciato solo per questa maglia e per tornare là dove non solo ero apprezzato dalla dirigenza ma dove dentro di me sentivo di aver lasciato un lavoro a metà”.

Permettimi di dirti che hai avuto coraggio: qui a Ferrara c’è sempre un bel piatto di “fischi da tribuna” pronto per te.
“Lo so, ma come dissi anche dopo la partita con la Ternana, fare il calciatore ha i suoi lati positivi e negativi e sentirsi fischiare non è mai positivo, anche se ammetto che ti sveglia. Ti fa capire che la gente si aspetta tanto da te. E io mi sento cambiato anche grazie a questa gente che so benissimo che non ce l’ha con me a livello personale, ma solo perché l’anno scorso, in casa soprattutto, spesso mi “addormentavo” sulla palla. Ero troppo razionale, pensavo troppo a essere bellino da vedere, mentre in C è importante avere sostanza innanzi tutto. Calciare anche la palla in tribuna se serve. Intervenire anche duramente sull’avversario quando è il momento, senza fargli male ovvio. Poi è chiaro che non snaturerò mai il mio modo di giocare, sono nato per impostare il gioco e non posso diventare un mastino, però posso e devo diventare più cattivo. E lo sto imparando grazie ai miei compagni di reparto e grazie al mister. Devo seguirli altrimenti non diventerò mai un giocatore completo che rimane il mio obbiettivo principale della carriera”.

Insomma domenica troveremo un Migliorini diverso.
“Come calciatore devo migliorare e maturare tantissimo. La gente sappia che non sarà mai più severa con me di quanto non lo sia io con me stesso, quindi se pensano che non stia rendendo al meglio, niente paura, fischino pure. Ma sappiano che per questa maglia, che ho voluto io e vorrei sottolinearlo ancora una volta, darò insieme ai miei compagni sempre il massimo”.

Una battuta sulla partita che vi aspetta contro il Monza e sul terreno del “Paolo Mazza” che, a questo punto, diventa forse il vostro peggior nemico oggi.
“Ci siamo allenati al “Mazza” senza forzare tantissimo perché si corrono rischi anche per la nostra incolumità. Bisogna essere onesti, definirlo disastroso è riduttivo. E ci dispiace dover dire così di quella che è la nostra casa, che dovrebbe essere il nostro tempio dove dovremmo raccogliere il maggior numero di punti possibili grazie anche all’apporto del pubblico. Senza voler mettere le mani avanti dovremo necessariamente giocare badando più del solito al sodo, senza fronzoli e con la palla a terra solo se siamo davvero sicuri di non essere pressati perché in alcune zone la palla rischia di fare rimbalzi strani, cosa che potrebbe davvero metterci nei guai. Ma il campo in pessime condizioni ci sarà anche per il Monza, quindi alla fine soffriremo tutti e come vedi parlandone si rischia solo di volersi dare delle attenuanti. No, la realtà è che dobbiamo e vogliamo vincere perché poi andremo nella tana della Cremonese. Sai che bello andare là da primi in classifica?”.

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