IL SOGNO DI ZAMUNER: “IO E POZZI INSIEME PER UNA SPAL CHE DURI NEL TEMPO”

LA PAROLA AGLI EX. Sincero e tosto come sempre, è stato uno dei centrocampisti più forti nella storia della Spal e oggi fa il procuratore ed è rimasto legato ai colori biancazzurri e ai suoi ex compagni di quella mitica squadra. E’ amico del Direttore Generale spallino e “sogna” di lavorare con lui e per l’Ars et Labor per un progetto vero e importante. Due i “suoi” giocatori. Cosner e Migliorini: “Andrea per certi versi mi somiglia e arriverà lontano, vedrete…”.

Sei considerato un “super ex”, uno dei centrocampisti-bomber più forti nella storia recente della Spal! Sei stato l’idolo della Curva Ovest e, perché no, anche di folle di ragazze… Non ti sei fatto mancare proprio niente, eh?
“Eh no! Gli anni che ho trascorso a Ferrara sono stati bellissimi, sotto tutti i punti di vista, calcistico e personale. E’ stato un periodo di grande serenità, di belle soddisfazioni e di amicizie significative”

Sento spesso parlare del “mitico gruppo della promozione in serie B” di cui tu sei stato  uno dei protagonisti. Ci racconti qualche episodio simpatico di quel periodo?
“Eravamo proprio un bel gruppo, complice e ben amalgamato. E’ merito di tutti se abbiamo vinto il campionato… Ricordo ancora le cene a casa di Gibì Fabbri che per noi, oltre a essere un grande Mister, era come un padre. Le tavolate piene di chiacchiere dove si mangiava bene e si beveva anche del buon vino… Fabbri aveva a cuore la nostra armonia, voleva tenere unito il gruppo e queste serate erano l’occasione ideale per stare insieme. Oggi è difficile ritrovare certe atmosfere, gli allenatori moderni hanno un rapporto professionale e più distaccato con i propri giocatori”.
C’è nostalgia nelle tue parole… E’ cambiato così tanto il calcio rispetto a quegli anni?
“Non è cambiato il calcio, le regole in fondo sono sempre le stesse, sono cambiate le generazioni e la mentalità dei ragazzi. Ci sono più distrazioni e meno voglia di impegnarsi. Anche noi ci divertivamo, e molto, però c’era moderazione, responsabilità, l’aperitivo era un Campari in compagnia, ora invece le uscite serali sono spesso l’occasione per bere molto e fare tardi”.

Saranno sicuramente nate delle belle amicizie in questo gruppo spettacolare tra mangiate, bevute e grandi prestazioni in campo, no?
“Assolutamente! Sono rimasto in contatto con quasi tutta la squadra… Bottazzi, Torchia, Mangoni, Servidei, Messersì, Brescia, Labardi e tanti altri… Alcuni di loro vivono a Ferrara e quindi è facile incontrarsi, con gli altri ci si sente o ci si vede quando c’è l’occasione. Alcuni tipo Battistini e Di Nicola li sento molto meno ma in linea di massima ho mantenuto le amicizie create in quegli anni. Al primo posto però c’è Mezzini, con lui ho un rapporto speciale tanto che è stato anche il mio testimone di nozze”.

Parliamo del tuo lavoro, il procuratore… Quali sono i giocatori della Spal che segui in questo momento?
“In questo momento sto seguendo Migliorini e Cosner”.

Ecco, su Migliorini ci sono giudizi controversi. Tu cosa ne pensi?
“Non lo dico perché è uno dei miei ragazzi ma Andrea è un giocatore di grande qualità e personalità. E’ giovane e si sta formando in una piazza difficile. Non dimentichiamoci che Ferrara ha vissuto il calcio che conta, quello importante e quindi esige risultati. Lui è una persona tranquilla, sa bene che solo chi gioca sbaglia, chi sta in panchina può solo guardare. Arriverà molto lontano, vedrete…”.

Nella Spal di oggi c’è un giocatore che ricorda Zamuner?
“Potrei dirti Zamboni anche se è un difensore ma anche Migliorini che come caratteristiche tecniche, meno come struttura fisica, mi assomiglia molto…”.

La domenica ti si vede spesso sulle gradinate del Mazza. Cosa pensi dell’andamento della Spal in questo momento?
“Questa Spal è una squadra con dei valori. In casa fa fatica a vincere e credo dipenda dalla pressione che c’è attorno. I giocatori sono smarriti e vanno un po’ fuori giri però il gruppo è competitivo e ha tutte le carte in regola per arrivare in alto”.

Ferrara è da sempre considerata una città magnetica. Cosa ti ha convinto a viverci: il suo fascino, i bei ricordi…?
“Tutte e tre le cose!  Premesso che Ferrara è la città dove sono stato meglio in assoluto, per un periodo della mia vita sono tornato a vivere in Veneto, dove sono nato. Poi il destino ci ha messo lo zampino e sono tornato a Ferrara per amore… Quindi posso dire che a Ferrara mi legano tantissimi ricordi e tante belle emozioni”.

Lo conosci fin dai tempi in cui tu giocavi nel Lumezzane… Chi è Bortolo Pozzi e che rapporto hai con lui?
“È una bella persona, schietta, senza tanti fronzoli e molto competente. Certo ha le sue idee e le sue regole! Con lui ho tuttora un ottimo rapporto di stima e amicizia. Pensa che mentre studiavo per diventare agente collaboravo già con lui nella supervisione di alcuni giocatori, facevo pratica  direttamente sul campo”.

Qual è l’emozione più grande che ti ha dato la Spal?
“Potrei dirti la promozione in serie B, però in realtà sono tante le emozioni che ho provato a Ferrara. Ci sono stati periodi esaltanti ma anche momenti di grande amarezza, alti e bassi come nella vita di tutti, esperienze molto intense e sentite, nel bene e nel male”.

Usciamo dall’argomento locale. Avrai sicuramente seguito l’andamento del calcio mercato invernale che, come da tradizione, si è appena concluso in maniera concitata. Quale è stato secondo te l’affare dell’anno?
“Secondo me il colpaccio è stato l’arrivo di Pazzini all’ Inter!   Un’attaccante molto forte che a mio parere l’Inter si terrà ben stretto per molto tempo..”.

E hai fatto qualche “buon affare”?
“Sì, tutto sommato sono soddisfatto! Sono riuscito ad accontentare i miei ragazzi facendo degli spostamenti interessanti e appropriati. Adesso tocca a loro darsi da fare e non deludere le aspettative, io creo l’occasione e loro la devono prendere al volo”.

Perché non hai scelto di diventare allenatore o dirigente sportivo?
“Inizialmente avevo pensato di fare l’allenatore ma poi ho cambiato idea a causa di un problema fisico che non mi avrebbe permesso di stare in campo quanto e come avrei voluto.  Non amando le vie di mezzo ho optato per la professione dell’agente, il dirigente è costretto a viaggiare molto ed io, dopo tante trasferte, non ne avevo più voglia. Però non escludo che in futuro ci possano essere delle svolte …”.

I procuratori calcistici si dividono in due parti, angeli custodi o grandi affaristi. Tu come ti senti?
“Vorrei tanto essere un grande affarista! In realtà mi sento di più angelo custode, la mia priorità è quella di andare incontro più che posso alle esigenze dei miei ragazzi. Cerco di trovare la situazione più adatta a loro, l’ambientazione giusta, la piazza migliore e così via. Non è che ci riesco sempre, però ci provo”.

Siamo arrivati alla fine dell’intervista. Ovviamente non ti domanderò “cosa farai da grande” però un’ultima domanda ce l’ho… Accetteresti di diventare Direttore Sportivo della Spal? “Assolutamente! Ti confesso che sarebbe una proposta super. Essere dirigente della Spal, un club che stimo e che mi ha dato moltissimo e lavorare nella stessa città dove vivo sarebbe il massimo.   Mi piacerebbe fosse un progetto a lunga scadenza perché ci vuole del tempo per capire una professione e vederne i risultati. Un conto è stare in campo e segnare un gol, un’altra cosa è costruire una squadra e tenerla in pugno. Però credo che potrei farcela, le capacità ci sono…”.

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