LE PAROLE SONO COME I RISULTATI: MANCANO

La lunga crisi che non finisce mai. Quasi senza parole. Ci restano due considerazioni finali dalla gara giocata ieri al “Mazza” con il Pergocrema. La prima, numerica, che riguarda il pubblico. Record negativo di paganti con le 528 presenze di ieri. La componente può anche essere il distacco della città da questa dirigenza, ma più che mai è l’assenza di vittorie. In parte ci potrebbe essere pure il calo generale accusato in tutti gli stadi di questa categoria, ma nel caso della Spal il problema è solo dovuto ai risultati negativi. 
Si deve comunque sottolineare quanto era già accaduto. Nonostante la Spal abbia disputato un girone d’andata ad alto livello, tanto da restare al primo o al secondo posto della classifica generale per quasi tre mesi, la media presenze allo stadio era già diminuita di settecento, ottocento unità rispetto alla stagione precedente. La media, poi, è maggiore se prendiamo i dati riguardanti le presenze sugli spalti dello stadio ferrarese di due anni fa. Tutto però dipende sempre dai risultati. Quelli che sono diventati merce rara da due mesi a questa parte. La gara spartiacque del campionato spallino è Monza-Spal del 9 gennaio scorso. Da quel momento è scomparsa la squadra che aveva iniziato alla grande il campionato. Nessuno lo può negare, perché anche in questo caso erano i numeri a parlare: trenta punti in diciassette gare di campionato. Quelle disputate nella prima parte del campionato. Poi la vittoria ottenuta il 19 dicembre con il Bassano, e il pareggio nel recupero di Ravenna il 23 dicembre… Stop. La sinfonia biancazzurra non ha trovato successivamente del seguito. Un pareggio a intermittenza con la Cremonese, dopo la sconfitta in Brianza con i biancorossi diretti da Verdelli, a seguire quattro sconfitte consecutive. Ora si è in una fase di stallo. Il rischio potrebbe diventare quello di scivolare ulteriormente in classifica generale. Non deve succedere. Tante volte si è letto, o sentito, il commento di qualche esperto sulle qualità di questa squadra. Anche i numeri parlano in questo caso. Questa resta una squadra di qualità per la categoria. 
Il blackout parte quindi da Monza. Da quel momento nulla è stato più come prima. Qualcosa è cambiato e, dei risultati positivi, non se n’è più vista neanche l’ombra. Se fosse un computer, andremmo a “resettare” quanto scritto a partire dalla settimana immediatamente successiva a quel 9 gennaio. Il primo posto ora è diventata una chimera, la zona playoff si sta allontanando, ma anche il sacrificio della vittima sacrificale (Notaristefano) rischia di diventare come quel falò inutile che poi si va a smorzare nella cenere. Ci piace sognare, in questo momento, di essere seduti sopra un automobile e di aver finalmente ritrovato le chiavi per l’accensione. Parafrasando il grimaldello, per riaccendere il motore della Spal. Si troverà la soluzione per capire i mali di questa Spal? La lettura di quanto è successo pensiamo che sia in quanto abbiamo scritto. I numeri lo confermano. La sfera di cristallo però non la possediamo. Altrimenti avremmo consegnato a chi ci dirige la soluzione. Solitamente, quando le cose non vanno al meglio, si dice di continuare a lavorare con maggior dedizione. Su questo non vi è alcun dubbio. Per il resto si attendono segnali d’inversione di marcia dall’“Arechi” di Salerno dove la Spal sarà impegnata fra sei giorni. Vedremo. Il nostro pensiero di questa settimana si ferma qui.

 

Ps.: sono tornato su queste colonne dopo due lunedì di assenza. Me ne scuso. Tante volte le giornate sono talmente intense che si perde la cognizione del tempo. Arrivederci.

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