LA SIGNORILITA’ DI GUIDO GHETTI: IL MAZZA MI MANCHERA’ MA IL RIMPIANTO VERO E’ QUEL GIORNO A PORTOGRUARO

Bravo giocatore, ottimo compagno di squadra e di spogliatoio. Sei davvero così grande come dicono?

“Chi dice queste cose ha esagerato un po’ con i complimenti! Sono una persona come le altre, uno tranquillo che cerca di stare bene con i compagni di squadra, di non creare problemi al team in generale ma soprattutto che vuole essere un bravo professionista nel proprio lavoro”.


Sei stato lo spallino con più vecchia milizia: cinque stagioni da protagonista. Ma, come nelle favole, anche nel calcio le belle storie finiscono…

“Mi è dispiaciuto molto lasciare la Spal ma queste cose fanno parte del mio lavoro. Si arriva, si parte… Cinque anni in una squadra lasciano sicuramente il segno, creano un legame indissolubile con la città e con i tifosi. Ma per fortuna abito vicino a Ferrara e posso tornarci ogni volta che mi è possibile”.


Gioie e dolori, emozioni e delusioni: ci parli della tua Spal?

“I ricordi sono tanti, metterli insieme non è facile. La prima vera gioia è stata quando Alberto Bergossi mi ha comunicato che sarei venuto alla Spal, ero contentissimo! Poi c’è stato il ripescaggio in Prima Divisione e i tanti derby vinti negli ultimi anni. La delusione più grande è stata la sconfitta ai playoff contro il Portogruaro, una giornata da dimenticare. Sento ancora l’amaro in bocca…”.

 

Lasci molti amici a Ferrara?

“Diciamo che sono pochi ma buoni. Sento spesso Paolino Rossi e Giorgi, poi altri ma con meno frequenza”.

 

Qualcosa che ti mancherà particolarmente?

“Mi mancherà il Mazza, l’atmosfera che si respira prima delle partite, il calore dei tifosi, della gente, ho vissuto grandi momenti. Veramente…”.


Durante le tue stagioni a Ferrara hai cambiato diversi allenatori e anche Presidente.  A chi senti di dover dire grazie e a chi invece daresti il cartellino rosso?

“Ognuno di loro mi ha dato qualcosa, bisogna saper prendere il meglio da tutti. Sicuramente un grande ringraziamento va al presidente Tomasi che mi ha permesso di giocare a Ferrara per ben cinque anni, non lo dimentico!”.


In questa stagione la Spal ha scelto un restyling radicale. Che cosa ne pensi?

“Le ultime annate sono state un po’ in salita. L’anno scorso non abbiamo centrato l’obiettivo e di conseguenza il budget si è ridotto. C’era bisogno di un rinnovamento, penso sia normale, direi fisiologico”.


Hai seguito il precampionato della Spal?

“Certo, sono sempre aggiornatissimo”.


Conosci qualcuno dei nuovi acquisti?

“No, nessuno”.


Sei stato nel mirino del Ravenna, squadra prima allenata da Leo Rossi. Cosa pensi del suo coinvolgimento nel calcio scommesse?

“Dico solo che secondo me Leo non è coinvolto in questa brutta storia”.


Parliamo di presente: sei tornato a giocare nella tua Forlì…

“Il calcio in Italia sta vivendo un periodo di grandi incertezze e un momento poco felice per tante cose. Ho deciso di tornare a casa, a Forlì, perché la società è sana, dinamica e ha un progetto molto importante in atto, quello di tornare a giocare presto nei professionisti. E poi si sa, giocare nella propria città è il massimo e l’aria di casa non può che fare bene”.


Uno sguardo al futuro?

“Non so quello che accadrà, devo ancora pensarci seriamente. Magari questi anni a Forlì mi chiariranno un po’ le idee”.


Hai la possibilità di salutare tutti, ma proprio tutti i tifosi e gli amici che hai lasciato a Ferrara…

“Saluto tifosi e amici, tutti ma proprio tutti come dici tu, non faccio nomi per non fare torti a nessuno”.


In bocca al lupo, Guidone. Davvero.

“Grazie mille. Crepi…”.

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