UNA SPAL CINICA E SPIETATA RESPINGE UN VIAREGGIO CHE HA PENSATO SOLO A DIFENDERSI E FESTEGGIA I PRIMI TRE PUNTI E LA VITTORIA NUMERO MILLE

SPAL – VIAREGGIO 1-0  (0-0)

SPAL (442): Teodorani; Ghiringhelli, Zamboni, Pambianchi, Canzian; Laurenti (dal 40’ s.t. Cosner), Agnelli, Migliorini, P. Rossi (dal 31’ s.t. Taraschi); Mendy (dal 11’ s.t. Marconi), Arma. A disp.: Capecchi, A. Vecchi, G. Rossi, Castiglia.
All.: S. Vecchi.
VIAREGGIO (343):
Ranieri; Lamorte, Fiale, Brighenti; Grieco (dal 4’ s.t. Lepri), Carnesalini, Maltese, Licata; Elia, Scardina (dal 42’ s.t. Palibrk), Cesarini (dal 26’ s.t. Cristiani). A disp.: Merlano, Sorbo, Gemignani, D’Onofrio.
All.: Maurizi.

ARBITRO: Aloisi di Avezzano  (Assistenti: Pentangelo e Messina).
MARCATORI:
39′ s.t. Arma (S).
AMMONITI: Pambianchi (S), Laurenti (S), Arma (S), Licata (V) e Carnesalini (V).
NOTE: Cielo coperto, leggera brezza e pioggia fastidiosa per quasi tutta la partita, terreno scivoloso. Spettatori 2.200 circa (874 paganti, per un incasso di  € 8.864 e 1.229 abbonati, rateo di  € 5.778).
Angoli: 8 a 3 per la Spal. Recupero: pt 2′, st 4’.

Prima del fischio d’inizio capitan Zamboni insieme a tutta la squadra ha deposto un mazzo di fiori sotto la curva in memoria del compianto Giuseppe Campione, indimenticato calciatore biancazzurro tragicamente scomparso la notte del 14 settembre 1994 in un incidente stradale.

 

FERRARA – La settimana degli allarmi procurati, delle antenne dritte, del panico da classifica e della vittoria che deve arrivare a tutti i costi altrimenti “si fa dura” (terza giornata, ricordiamolo) va momentaneamente in soffitta in attesa che gli allarmi di cui sopra ritornino fuori come una stucchevole cantilena al prossimo passo falso: la Spal porta a casa l’intera posta, magari senza incantare, certamente senza quel calcio volitivo e frizzante che tanto era piaciuto alla prima di campionato contro il Pisa ma regola di misura il Viareggio alla fine di novanta minuti spigolosi e, come previsto alla vigilia, per niente facili. Se è vero che il calcio più bello è sempre quello vincente allora oggi il tifoso spallino non può non essere contento; se invece si vuole analizzare a fondo la prestazione qualcosa da rimarcare c’è e il passo indietro rispetto all’esordio, soprattutto sul piano delle idee, è tangibile ed evidente a tutti, aldilà del campo reso particolarmente viscido con il passare dei minuti da una pioggia fitta e fastidiosa che è caduta senza soluzione di continuità per tutta la durata dell’incontro.
Una giornata finita bene e iniziata come meglio non avrebbe potuto, con i piccoli “campioncini” in erba biancazzurri della categoria Pulcini guidati da Pasetti giocarsela con i pari età del Cadoneghe e a lungo applauditi dal pubblico che via andava prendendo posto sulle tribune del “Mazza”: un bellissimo spot per il calcio, un ritorno al passato che ha visto come protagonisti questi giovanissimi atleti del domani. Si rincorrono, sgambettano spensierati sul prato verde di casa nostra con maglie quasi più grandi di loro e il divertimento è la prerogativa unica e imprescindibile sul risultato, che diventa alla fine assolutamente irrilevante. Fosse sempre così lo spirito con cui si affrontano le partite sarebbe troppo bello e difatti, manco fosse un presagio del destino, finita la gara dei bambini, il cielo torna a farsi più scuro che mai e ad aprire gli stessi rubinetti di due settimane fa con la stessa intensità, quasi a voler per forza di cose ricominciare da dove si era finito con il Pisa. Ma con un epilogo che stavolta farà gioire gli oltre duemila tifosi biancazzurri presenti.
L’inizio fa ben sperare: Laurenti, per l’occasione a destra, e Paolo Rossi costituiscono i due binari principali su cui fa cardine la manovra spallina, Grieco e Licata sono due agnellini a confronto, così anche Canzian (tra i migliori oggi) fa la voce grossa e si alza sovente sulla mancina dando a Paolino l’opportunità di accentrarsi ogni volta che ne ha l’occasione e tentare il gran tiro: il terzino biancazzurro prende a pallate la propria zona di competenza, non si contano i cross che mette in mezzo, ora tesi, ora a spiovere, ora come il campo gli permette di calciare, peccato che né Arma e né Mendy sembrino particolarmente ispirati. I due portieri non sono mai impegnati, i loro guantoni si sporcano solo quando c’è da rimettere il gioco dal fondo, la Spal soffre mai contro l’asfittica triade d’attacco versiliese grazie anche alla splendida ztl disegnata per l’occasione al limite dell’area da Zamboni e Pambianchi: per vedere una conclusione ospite bisogna aspettare trenta minuti e la porta rimane distante quei sei metri buoni.
La pioggia non aiuta, la Ovest si sgola, Mendy litiga con il pallone, con i propri piedi e con i difensori avversari, Arma si danna l’anima ma Fiale non va per il sottile e spesso il nostro finisce a pelle di leone senza che l’arbitro emetta alcun sibilo da quel fischietto degno di nota. L’unico a provarci in tutti i modi è Paolino Rossi, quando parte non lo fermano neanche le cannonate, un tiro fuori e una girata strappa applausi che sfiora l’incrocio dei pali sono un biglietto da visita che fa tremare il pur bravo Ranieri. L’imprendibile Rossi vuole lasciare il segno così al minuto trentasette va in onda l’azione più bella della partita: slalom ubriacante di Paolino da sinistra verso destra, cross meraviglioso per la testa di Arma che schiaccia a terra e prende in pieno la traversa: deve esserci davvero un corvaccio fosco e nero che più nero non si può su quel maledetto incrocio dei pali, che gracchia come un divo appollaiato su un lucernario per strozzare in gola la gioia del gol al nostro Rachid che si dispera a più non posso.
In panchina Vecchi passeggia nervoso, Maurizi al contrario sembra posseduto e richiama i suoi a una maggiore attenzione sulla Spal che guadagna metri. Si va al riposo sul nulla di fatto, bene ma non benissimo si dice in questi casi, il Viareggio punta esclusivamente a difendersi e fa il solletico ai biancazzurri che pur non concretizzano. Intanto piove che Dio la manda.
La ripresa ricomincia con lo stesso spartito: Canzian mette le ali sulla sinistra, Grieco fatica a contenerlo e si rifugia in calcio d’angolo: batterli meglio è una prerogativa delle prossime sfide, però. Iniziano i cambi in serie: entra prima in campo Lepri per uno spento Grieco tra gli ospiti, poi è la volta di Marconi (impalpabile la sua prova) per Mendy, la “Campione” non smette un attimo di incitare la squadra ma i primi venti minuti sono orrendi. Al ventiduesimo il Viareggio ha l’occasione per castigare la Spal: Maltese (ottima prova la sua) per Lepri che serve Scardina, lesto è l’armadio versiliese a saltare Teodorani e mettere in mezzo per l’accorrente Cesarini su cui però rinviene proprio sulla linea di porta il gladiatorio Zamboni che salva un gol praticamente fatto. Spal in confusione, idee poche, manovra farraginosa e il campo che si fa sempre più allentato: insomma niente di buono all’orizzonte. Maurizi ci crede, la caramella di Scardina è gustosa e gli lascia in bocca il sapore del possibile colpaccio: entra Cristiani per Cesarini e poco dopo la mezz’ora un grande suggerimento di Elia non viene agganciato per un soffio dal neoentrato di labronica adozione che qualche palpitazione in più alla retroguardia nostrana la fa venire. Nella Spal entra Taraschi per Rossi e la squadra di Vecchi alza stavolta il baricentro in maniera vincente: minuto trentanove, Canzian dalla sinistra lascia partire uno spiovente millimetrico per lo scalpo di Arma che gira la testa di quei pochi gradi fatali per mandare la sfera in basso alla destra di Ranieri: è il cioccolatino di giornata firmato dal nostro Willy Wonka che fa letteralmente esplodere il “Paolo Mazza”. Colpo mortale al cuore delle zebre, neanche il Burlamacco di turno travestito da Cristiani riesce più a mettere in difficoltà la Spal e lo scherzo dei toscani a centoquaranta giorni dall’inizio del Carnevale dopo quattro minuti di recupero stavolta non riesce. Finisce 1 a 0, è la vittoria del gruppo e della squadra, è la vittoria del giovane cuore biancazzurro.

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