NEL BUIO GENERALE SI SALVANO TEODORANI, ZAMBONI E LAURENTI, MALE IL CENTROCAMPO. ARMA SBAGLIA TROPPO

TEODORANI 6.5 – Protagonista di due splendide parate nel giro di un minuto tra il nono e il decimo del primo tempo, strozza in gola l’urlo del gol prima a Diana, poi a Gasparetto. Solo una volta svirgola in maniera imbarazzante la sfera ma il passaggio arretrato di Ghiringhelli non lo aiuta, nella ripresa è ancora insuperabile subito su Pini e, alla mezzora su Baraye. Sui due gol può far poco, per i miracoli non è ancora pronto ma si sta attrezzando. In crescita.

GHIRINGHELLI 5 – Dalla sua parte è giornata di fatica: Pini e Baraye sono due brutti clienti e spesso va in difficoltà anche se per i primi venti minuti sembra prendere bene le distanze ai due, ben supportato anche da Melara. Nella ripresa va in calando fino all’episodio del rigore dove vorresti amorevolmente bacchettare quel suo largo moncherino monello di troppo che regala a Ferrari il grimaldello giusto dagli undici metri per schiodare la partita dallo zero a zero.

ZAMBONI 6.5 – In assoluto si conferma ancora una volta tra i migliori in campo: dopo sei minuti, in un contrasto prende una brutta botta alla tempia che fa temere il peggio poi, per fortuna, si riprende in un batter di ciglia e torna a governare con la solita esperienza e audacia la difesa estense. Attento, concentrato, un muro da cui Gasparetto a costretto sovente a decentrarsi. Immarcescibile.

PAMBIANCHI 6 – Conferma la crescita delle ultime settimane, dalla sua parte si soffre poco, anzi, tocca a lui andare in un paio di occasioni a dar manforte a Canzian sulla sinistra con un paio di chiusure chirurgiche in fallo laterale puntualissime. Un po’ in confusione con la difesa a tre, nell’occasione del gol c’è addirittura Castiglia là dove avrebbe dovuto toccare a lui, ma più che del singolo, l’errore è di reparto.

CANZIAN 5.5 – Si vede mai, da quella parte non corre particolari rischi. In fondo Finazzi, al rientro, non è quel cerbero che sembra ma lui gioca come intimorito sul nascere e mai supera la propria metà campo di competenza. Cross pericolosi da ricordare zero, le sue sono giocate perlopiù elementari e, quel che è peggio, è che non va mai a supporto di Rossi e da quella parte la Spal finisce per forza di inerzia con l’andare inevitabilmente in assenza di ossigeno con il passare dei minuti.

(MARCONI 5) – Entra al diciannovesimo della ripresa, quasi un tempo dopo aver di fatto iniziato il riscaldamento a bordocampo ma non incide. Tocca un pallone, un colpo di testa a cui segue una conclusione a babbo morto al novantesimo che si infrange sul muro ospite. Legnoso, macchinoso, un po’ arruffone, paradossalmente la Spal con lui e Arma in campo diventa meno pericolosa.

MELARA 5.5 – Luci e ombre in un’altra giornata in cui va a scartamento ridotto: bello il duello che ingaggia con Pini lungo la fascia, spesso di forza ne esce vincitore, grande cross per la testa di Arma nella prima frazione mal sfruttato dall’attaccante marocchino poi, nella ripresa, fatta eccezione per una sortita offensiva delle sue dove guadagna un angolo, esce di fatto dalla partita. Ancora la condizione migliore dopo l’infortunio appare lontana.

AGNELLI 5 – La più brutta partita da quando è a Ferrara: tolto l’alibi del terreno di gioco, ai limiti del praticabile, fa rimanere perplesso il così alto numero di passaggi sbagliati a centrocampo, le scarse verticalizzazioni e, soprattutto, il suo correre per il campo senza combinare granché. Mezzo punto in meno per la reazione su Malagò che poteva costargli il rosso diretto: è la seconda volta che gli va bene dopo averla scampata contro il Pisa, che sia uomo di grande temperamento e ardore agonistico si è capito da subito, ma urge mettere un freno a certe situazioni perché possono diventare potenzialmente dannose per tutta la squadra. Dà una gran palla ad Arma non sfruttata a dovere.

MIGLIORINI 5 – Vale anche per lui come per Agnelli il discorso fatto sul campo: in queste condizioni calciatori come lui rendono almeno il trenta percento in meno. Detto questo gioca un tempo in linea con l’ex foggiano e l’altro a protezione della difesa ma rispetto a Monza è un altro calciatore e il passo indietro è notevole. Troppi palloni perduti nella metà campo, tanta imprecisione, per vie orizzontali non gliene va bene una che sia una, Baraye e Sevieri fanno quello che vogliono; senza dimenticare le punizioni che finiscono sempre sulla barriera, ad altezza pelvica. Una recrudescenza inspiegabile al suo terzo anno di Spal.

LAURENTI 6.5 – Probabilmente per oltre un’ora di gioco è il migliore in campo in assoluto dei biancazzurri. Predica nel deserto, però, ed è mal supportato dai suoi compagni che non capiscono l’estro e l’assoluto stato di grazia in cui versa questa imprendibile zanzara autoctona: due passaggi splendidi che hanno scritto nei titoli di coda “basta solo che mi spingi in porta” per Arma sprecati incredibilmente, unito a tanto sudore tra le linee, fanno di questo ragazzo uno dei pezzi pregiati di questa squadra. Cala inevitabilmente alla distanza, divorato dalla confusione tattica in cui sprofonda tutta la squadra per colpe non certo sue e da una stanchezza logica e lecita dopo tutto il lavoro profuso per la squadra.

P. ROSSI 5 – Inizia a supporto di Arma, al ventesimo va in fascia scambiandosi i compiti con Laurenti ma il risultato non cambia, anzi, è peggio. Mai in partita, avulso completamente dalla manovra, poca corsa, poca grinta, impegno profuso nella terra di nessuno, una giornataccia per il nostro Paolino che ci ha abituato a ben altre prestazioni.

(CASTIGLIA 5.5) – Sembra messo in campo così, senza un ordine ben preciso tanto per dare una mano lì in mezzo prima nel 4141, poi nel 3142 ma, per colpe non sue, finisce inevitabilmente fagocitato dal vortice confuso di cui è preda la mediana spallina. Quaranta minuti di sostanza, qualche calcione in mezzo, pressing alto e costante, rispetto a Migliorini e Agnelli qualcosina di più la lascia intravvedere. Da rivedere in altri contesti.

ARMA 5 – Cinque, quattro, tre, due, meno dieci, il voto, oggettivamente conta poco dopo partite come queste: ha comunque cinque nitide occasioni da rete, due gli sono servite sul piatto d’argento da Laurenti e sbagliarle è difficile da capire per chiunque; un’altra gliela confeziona Agnelli con tanto di nastrino e lì Brignoli tira fuori dal cilindro un coniglietto mica da ridere; in un’altra ancora va senza convinzione di testa su un bellissimo cross di Melara a porta vuota con il portiere uscito a vuoto ma la manda fuori. Una sola se la costruisce da solo eludendo Luciani come un grande prestigiatore di serie A ma con l’esterno poi la mette fuori. Difficile aggiungere altro, se non la viva speranza che al più presto ritrovi l’istinto omicida degno di un attaccante, altrimenti si fa dura.

(MENDY N.G.) – Cinque minuti per il panterone, dieci compreso il recupero con la frittata già nel piatto. Impossibile dargli un voto.

VECCHI 5 – Perdere in casa fa male solo a dirlo, figuriamoci quando succede davvero. Per carità, non è colpa sua se Arma sbaglia cinque palle gol di cui due incredibili, è evidente che se l’attaccante marocchino l’avesse aiutato la partita si sarebbe incanalata su di un binario differente e staremmo certamente parlando di altro. Il mister bergamasco è passato in queste settimane dal 442 al 4231 optando poi per il 4411 e continuando con il 4141 per concludere con il 3142 visto nell’ultima mezzora di oggi, dove i biancazzurri sono apparsi tutto tranne che una squadra, in preda a una confusione tattica quasi isterica. La duttilità è un’altra cosa. Il rovescio della medaglia dice: se anche giocando così male hai creato cinque palle gol allora è inutile preoccuparsi, prima o poi i risultati verranno e ci può stare: siamo però alla quinta alla giornata e alla vigilia di un tour de force di fuoco, l’impressione è che, classifica a parte (ridicolo guardarla ora), non ci sia una grande fiducia nè in Marconi, nè in Mendy tanto che il cambio Castiglia per Paolo Rossi a inizio ripresa (perché farlo sette minuti dopo l’intervallo? Non è meglio farlo durante la pausa?) è sembrato come volersi accontentare di un punto contro un avversario certo non trascendentale venuto a Ferrara senza grosse pretese. Sbagliato anche cambiare Arma a cinque dalla fine per esporlo, inconsciamente, al poco affabile pubblico ludibrio.

LUMEZZANE

Brignoli 6.5; Diana 6.5, Luciani 6, Malagò 6, Pini 6; Finazzi 5.5, Sevieri 5.5 (dal 34’ s.t. Faroni N.G.), Dadson 6.5 (dal 44’ s.t. Fondi N.G.), Baraye 6.5 (dal 48’ s.t. Antonelli Agomeri N.G.); Gasparetto 6, Ferrari 6.5. All.: Nicola 6.5.

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