IL RACCONTO DELL’INCREDIBILE GIRO DEL MONDO DI ALESSANDRO FARDELLA, VIAGGIATORE SPALLINO

Com’era quel coro della curva? “Che sarà, sarà / Ovunque ti seguirem / Ovunque ti sosterrem / Che sarà, sarà…”. Fa un po’ pensare il fatto che ci sia un tifoso della Spal sempre pronto a girare il mondo non tanto per seguire la squadra, quanto magari per anticiparla, in previsione di tempi migliori. Non si sa mai che un giorno lontano, quando la lunga insonnia della serie C sarà un ricordo, l’Ars et Labor si trovi a giocare un secondo turno di Europa League in Danimarca piuttosto che in Estonia. State sicuri che Farde c’è già stato e potrà farvi da guida.
La storia è quella di Alessandro Fardella, detto Farde appunto, ferrarese di neanche quarant’anni che ha tutte le carte in regola per sentirsi dare del “personaggio”, per così dire. Da vent’anni ormai viaggia per passione in tutto il globo non dimenticando mai di portare una cosa in valigia: una maglia della Spal, da esibire fieramente in tutte le foto ricordo. “Quella bella” – specifica lui – indicando la casacca a strisce della stagione 1991/1992. Farde e la sua maglia hanno viaggiato per migliaia e migliaia di chilometri, ricordando sempre di scattare una fotografia che provasse la presenza della Spal nei luoghi più disparati. L’uomo ha portato il biancazzurro praticamente dappertutto: dalle piramidi egiziane alle steppe della Mongolia, dal mausoleo di Che Guevara a Cuba alle impervie stradine di Machu Picchu. Ne esce un album che stupisce ed emoziona. Eppure lui ci ride su: “E’ una cosa che possono fare tutti, non ci vedo niente di rivoluzionario!”.
La lucida follia di Farde lo ha portato a concepire (e portare a compimento) la sua ultima pittoresca impresa: correre la maratona di Torshavn, alle Isole Far Oer. Per chi non lo sapesse, si tratta di un arcipelago situato nel profondo nord dell’Oceano Atlantico, tra la Scozia, la Norvegia e l’Islanda. Non proprio il più ospitale dei luoghi, a maggior ragione per cimentarsi nella più dura delle discipline del fondo. Come se non bastasse per Alessandro, podista amatoriale, era il primo vero tentativo di arrivare fino al termine dei quarantadue chilometri previsti dalla specialità. Infatti quella dell’estroso ferrarese non è stata esattamente una prestazione memorabile, con un piazzamento – fa sapere lui – “tra il trentesimo e il quarantesimo posto… su quaranta partecipanti” e un tempo di quattro ore e cinquantadue minuti. “Beh, in termini di prestazione è stato un fallimento, però è stata un’esperienza fantastica.
Il percorso era tutto un saliscendi con vista su un fiordo della capitale, paesaggi straordinari fatti di mare, natura incontaminata e…pecore”. Sì, perché le Far Oer contano più pecore che abitanti e l’allevamento, assieme alla pesca, è uno dei settori produttivi portanti dell’economia locale. “A guardarci c’erano più pecore che spettatori! Ogni tanto capitava di vedere qualche abitante del luogo uscire sulla strada, incuriosito, ma siamo ben lontani dalle folle che si vedono a certe maratone europee”. Viene spontaneo chiedersi: perché la scelta delle Far Oer per esordire da maratoneta? Facile: “Perché mi sembrava una cosa divertente da fare. Diciamo pure un po’ da deficienti! (Ride). In fondo sono capaci tutti di andare a fare la maratona di New York per poi farlo sapere a tutti e farsi belli, no?”. Per la cronaca: ha vinto un cittadino faroese. A Farde è rimasta la soddisfazione di vedere il suo nome sul principale quotidiano nazionale, assieme a quelli di altri due italiani. Va però scritta una cosa: per la maratona la maglia della Spal è rimasta a riposo. “L’idea era di usarla, ma poi ho capito che da quelle parti faceva un po’ troppo freddo”. In compenso la divisa che fu di Brescia, Zamuner, Bottazzi e Mezzini è stata esibita allo stadio Tórsvøllur dove la nazionale faroese ha sfidato l’Italia in un match di qualificazione per il campionato europeo 2012. Un impianto che contiene seimila spettatori, meno della capienza consentita al momento dal Paolo Mazza di Ferrara.
La partita è finita 1-0 per gli azzurri, in quello che non è stato certamente un confronto epico. La conferma arriva da Farde stesso, con un’iperbole tutto sommato discutibile, visti i tempi che corrono a Ferrara: “Prova a pensare alla partita della Spal più brutta che tu abbia mai visto. Ecco, in confronto a Far Oer-Italia, quella è una bella partita”. La squadra di Prandelli è parsa talmente demotivata da costringere Farde e il suo compagno di viaggio a tifare per il pareggio dei padroni di casa. “Purtroppo non ce l’hanno fatta” ci dice col sorriso sempre sulle labbra. Ma almeno qualcuno avrà chiesto di quale squadra fosse quella casacca biancazzurra? “Macché, – racconta – i faroesi sono molto riservati e non socializzano granché, figuriamoci poi per chiedere un’informazione del genere. Pensa che avevamo addirittura preparato un tricolore italiano con scritto ‘Spal’, ma la regia non ci ha mai inquadrato!”. Non ci saranno altre occasioni, perché Farde è categorico in merito a un possibile ritorno alle Far Oer: “No grazie, una volta è sufficiente. Però continuerò a viaggiare nei paesi nordici e il prossimo anno parteciperò alla maratona di Reykjavik in Islanda”. Chissà che Cesare Butelli, anche lui podista appassionato, non decida di accompagnare Farde nella sua prossima corsa ai confini del mondo: “Perché no? Credo sarebbe divertente”.
L’amore di Farde per la Spal si può definire platonico: “Oggi vado allo stadio abbastanza saltuariamente, sia per via del lavoro, sia perché la mia Spal è quella degli anni d’oro. I tempi delle scuole superiori, delle folle allo stadio, delle trasferte in massa. Ora è tutto troppo diverso, non è divertente”. Ciò non toglie che ogni qual volta Alessandro faccia la valigia, un posto per la maglia biancazzurra griffata Asics ci sia sempre. La consuetudine, questa dichiarazione d’amore formato immagine, è destinata a continuare. La prima volta che Farde decise di esibire i colori della Spal fu prima di un giro in bici in Irlanda ed era il 1992. Una pennellata di bianco e d’azzurro su una tela verde, verde speranza. Speranza di una Spal di nuovo vincente. In modo da convincere questo giramondo spallino a portare con sé una nuova maglia, più recente e altrettanto storica, per le ragioni che tutti conosciamo.

Tutte le foto che documentano i viaggi… spallini di Alessandro Fardella le trovate nella barra del nostro menu in alto alla voce Passione Spallina-Segnali di Spal.

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