LA SERENITA’ DI MISTER VECCHI: METTO LA MANO SUL FUOCO, QUESTA SPAL CE LA METTERA’ SEMPRE TUTTA. LAVORIAMO TANTO PER MIGLIORARE

La partitaccia è ormai lontana. Si spera, almeno. La pressione, invece c’è. Giusto o sbagliato che sia è un dato di fatto. La penalizzazione, la sconfitta casalinga, la classifica attuale… purtroppo, e sottolineo purtroppo, un conto è dichiarare l’obiettivo iniziale, e non fintamente prudente, cioè la salvezza, e un altro conto è tifare sapendo di doversi accontentare. Impossibile per molti. Così resta impresso e diventa l’unico argomento la prima brutta partita della nuova Spal. Una partita strana che a riguardarla bene andrebbe raccontata come una prova da dimenticare, su questo nessun dubbio, ma anche come una gara in cui la Spal avrebbe potuto chiudere subito il discorso se non avesse ingurgitato almeno quattro palle gol incredibili. Vabbè, ormai è andata. E adesso c’è un altro impegno mica da ridere. Si va su quel ramo del lago di Como. E sarà durissima, inutile nasconderlo. Aldilà della prestazione che, convinzione personale, ci sarà, il tecnico Vecchi dovrà superarsi anche dal punto di vista psicologico. Già dopodomani e poi ancora di più nel prossimo, e vicino, impegno casalingo di mercoledì prossimo vista l’aria che tirava, almeno da una parte del pubblico del Paolo Mazza, dopo l’ultima sconfitta. Prima, però, c’è la sorpresa, insieme con la Tritum, di questo girone A. E prima ancora c’è stata la prima sconfitta casalinga di questa stagione. Impossibile non partire da lì con la consueta intervista a Stefano Vecchi.

A fine partita tutta la Spal ha parlato di prestazione brutta e di una giornataccia da dimenticare. Una curiosità: l’hai rivista e confermi il giudizio?
“Brutta nel senso che abbiamo concesso troppi spazi e abbiamo sofferto il Lumezzane però l’impegno c’è stato e soprattutto quattro o cinque occasioni clamorose che potevano cambiare il corso della gara le abbiamo create”.

Che cosa ti è piaciuto di meno e come ti sei spiegato il passo indietro così vistoso rispetto alle precedenti partite?
“Mi è piaciuto di meno il fatto di aver gestito poco e male la palla in mezzo al campo. Il passo indietro è dovuto al fatto di aver trovato contro una squadra aggressiva. Siamo stati bravi, invece, a chiuderci e a ripartire. E questo non è un demerito, bisogna anche adattarsi all’avversario se poi si riescono a creare occasioni da gol che è la cosa più importante”.

E che cosa salvi, invece, dell’ultima partita?
“Quello che ho appena detto perché con la Tritium c’era mancato l’ultimo passaggio e invece con il Lumezzane da questo punto di vista siamo stati bravi anche se non in fase di conclusione”.

Vedendola in dvd, quindi a risultato ormai archiviato, credo che due aspetti siano principali. Le difficoltà dei centrali di centrocampo e gli errori davanti. Tanto che a voler essere ottimisti bisognerebbe consolarsi dicendo che se in una giornataccia così metti il centravanti da solo davanti al portiere quattro o cinque volte si può solo migliorare. Uno: ti sei risollevato anche tu così? Due: come si migliora?
“Sì, mi sono risollevato così. L’analisi è quella che avevo fatto a fine gara. Rivedendola, a maggior ragione sottolineo le cose positive che ci sono state ma non si può fare una partita così di sofferenza. Certo, firmerei sempre per quattro occasioni del genere anche senza essere belli. Bisogna aspettare che i nostri attaccanti ritrovino fiducia e concretezza e serve che anche altri giocatori vadano al tiro. Oggi Arma è il più bravo a crearsi certe occasioni”.

Domenica hai toccato con mano la anche comprensibile, per certi versi, mancata pazienza. E’ bastata una sconfitta per accendere una seppur mini contestazione a Pozzi e per assaporare i primi fischi. Che effetto ha fatto questa situazione a te e soprattutto alla squadra?
“Dobbiamo metterla in preventivo e l’avevamo già messa anche se l’obiettivo quest’anno è la salvezza. E’ chiaro che sarebbe molto bello e forse utopistico che si valutasse anche l’impegno oltre al risultato. L’impegno, insisto, non è mai mancato e mai mancherà. Mai. Questo lo assicuro e questa è una squadra che se non ce la fa vuol dire che non è in giornata o l’avversario è più forte e quindi non ci riesce. Metto la mano sul fuoco sul fatto che questa Spal non si tirerà mai indietro”.

Il fatto di dover centrare la salvezza, ormai è palese, non è stato colto. I tanti anni di delusioni in bianco e azzurro fanno sì che si voglia sempre vincere il campionato. Cosa che quest’anno pare francamente impossibile. Come si fa a tenere tutti tranquilli?
“Sapendo che in un torneo del genere bisogna fare undici vittorie, undici pari e undici sconfitte… (ride) ci sta che si perdano certe gare anche in casa. Se tutte le volte si esce tra i fischi dà fastidio perché ci sono anche gli avversari, non siamo una squadra schiaccia sassi ma non molleremo. Poi, strada facendo, se avremo la voglia e la forza di migliorare e più in là metteremo in campo più personalità e fiducia vedrete che sarà diverso. Ora siamo questi ma finora il bilancio mi sembra positivo”.

Hai parlato personalmente con qualche tuo giocatore più giù dal punto di vista psicologico? Penso ovviamente agli attaccanti tutti…
“Sì. Con arma subito lunedì per telefono e anche con qualcun altro. Non mi è andato giù quell’atteggiamento finale nei confronti di Rachid anche se siamo mancati nella concretizzazione. Perché Arma si è creato, e finora è tra i pochi a fare questa fase così bene, tutte le occasioni poi sciupate”.

Tra le note negative aggiungerei il campo. Dicono dovrebbe migliorare, e di molto, entro un mese. Di sicuro per le vostre prerogative un terreno così aiuta zero…
“Sì, anche perché in mezzo al campo abbiamo più qualità che quantità, siamo più tecnici. Il Lumezzane, infatti, scavalcava spesso il centrocampo con palle lunghe. Qui dovremo essere bravi anche noi, a volte, ad arrivare davanti in modo più immediato, diciamo così”.

Una critica, anzi due, per te. La prima: il fatto di sostituire Arma che gli ha causato quei fischi. La seconda: con il centrocampo a tre se non fosse stato per quel rigore la squadra sembrava soffrire meno. Non era il caso di inserire prima Castiglia?
“Mah, allora… Castiglia l’ho messo all’inizio del secondo tempo perché volevo vedere se c’era una reazione della squadra. Anche io ho avuto la sensazione che stesse cambiando qualcosa con i tre in mezzo. Arma, onestamente, non mi aspettavo che venisse fischiato così altrimenti non l’avrei mai cambiato. Ma Rachid sa come va il mondo e come va il calcio, e sa che aspettiamo un suo gol per festeggiare tutti insieme. E poi mentre stavo facendo scaldare Mendy abbiamo preso il raddoppio…”.

Sinceramente, come hai trovato i tuoi alla ripresa degli allenamenti? E com’è il morale della squadra?
“Alla ripresa, dopo una partita così, il morale sempre basso. Ma quando ci siamo rivisti ha parlato il Direttore Pozzi e ho parlato anche io per rassicurare i ragazzi. Sappiamo che certe sconfitte possono capitare ma durante la settimana ho visto intensità, spirito e anche rabbia che dobbiamo ora mettere in campo a Como”.

Che cosa hai detto al gruppo martedì, quando vi siete ritrovati?
“Ho ripreso qualche ragazzo che dall’inizio fino a oggi avrebbe potuto fare meglio. Ho detto anche che con me gli attaccanti hanno sempre fatto tanti gol e in tanti. E poi ho detto che ci sono state anche cose positive che non dobbiamo mettere in secondo piano. Lavorando così, ho spiegato, i risultati arriveranno”.

La classifica non è certo esaltante. Guardarla oggi è sicuramente sbagliato ma temi possa subentrare un po’ di depressione nella squadra?
“In questo momento è una delle cose che abbiamo detto. E ho anche detto di guardarla, la classifica, senza considerare i due punti della penalizzazione che in un campionato si amortizzano ma ora no. Con cinque punti saremmo nella media”.

In questi giorni hai usato un’espressione che ti chiedo di spiegare meglio. Hai detto: dobbiamo badare più al sodo. Che cosa significa esattamente?
“E’ un discorso che vale per noi e per l’ambiente. Cerchiamo di giocare sempre, ho detto fin dall’inizio del mio arrivo a Ferrara, ma non sempre sì può fare. Non dobbiamo vergognarci a ripartire, a volte, se questo atteggiamento fa portare a casa punti. In tre precedenti gare abbiamo fatto il sessanta percento del possesso palla. Non va sempre così”.

In cinque giornate hai utilizzato un paio di moduli e non hai escluso l’utilizzo dei tre centrali di centrocampo. Vuol dire che stai ancora cercando la quadratura del cerchio e che ci sono alcuni giocatori ancora in ritardo?
“Mah, abbiamo fatto il 442 all’inizio, poi abbiamo variato e abbiamo anche ottenuto prestazioni con il trequartista ma erano tutte cose che avevamo previsto e provato. I tre di centrocampo possono essere un’altra soluzione”.

I tre di centrocampo comporteranno due ali alte di fianco ad Arma? E potrebbe essere questa la Spal che giocherà a Como?
“E’ una soluzione che abbiamo provato in settimana, vedremo se questa volta giocheremo così o se ripeteremo l’impostazione di domenica scorsa”.

C’è un caso Marconi? Mi spiego. Il ragazzo piaceva a te e anche a Pozzi ma non ha ancora dimostrato le sue qualità. Che alla Spal servono come il pane…
“Uhm… Secondo me e secondo tutti non solo qui alla Spal questo è un ragazzo che ha grandi potenzialità e qualità. Ha giocato poco e cambiando molte squadre. Tocca a lui dimostrare il suo valore che c’è, ve lo garantisco. Finora ha fatto fatica ma c’è tempo”.

La formazione ultimamente la nascondi un po’. Basandoci su quello che hai sempre detto, e cioè sulla conferma di chi risponde positivamente sul campo, verrebbe da pensare alla sostituzione di uno dei due centrali di centrocampo e solo all’utilizzo di Laurenti e Melara tra gli esterni. Quindi 4231 o 443?
“Uhn, sinceramente non lo so perché non tolgo di netto la fiducia a chi non è andato benissimo nell’ultima partita. Per essere chiari non è che boccio Paolo Rossi perché domenica ha sbagliato gara. Poi se uno sbaglia tanto si vedrà ma una partita non conta. I ragazzi devono giocare tranquilli perché altre possibilità con me ce ne sono sempre”.

Puoi dire almeno quali saranno i ballottaggi per domenica? Guardando agli allenamenti di questa settimana sembrano in rialzo le quotazioni di Castiglia. Confermi?
“Valutiamo il terzino sinistro e sì, anche Castiglia”.

Nelle scelte per Como considererai anche le tre partite in sette giorni? Quindi è lecito aspettarsi un po’ di turnover più domenica o mercoledì?
“No, una partita alla volta. Questa è la più importante poi valuteremo le condizioni della squadra in vista dell’impegno ravvicinato con il Pavia dove qualcosa per forza cambierà ma non più di due o tre giocatori. Non sono un grande fautore del turnover”.

Vi aspettano tre impegni ravvicinati. Un bene o un male in questo momento?
“Sinceramente non lo so ma siamo pronti, non abbiamo infortuni, la condizioni c’è… Non c’è alcun problema, insomma”.

Che Spal ti aspetti a Como?
“Con un po’ di rabbia in più nel volersi riprendere quel qualcosa che abbiamo perso per strada”.

Ti dico una cosa sincera. Se trasmetti alla squadra la serenità e la fiducia che traspare da questa intervista direi che si può essere ottimisti.
“Eh eh, ci proviamo, devo pur bilanciare l’ambiente esterno…”.

Grazie e forza Spal!
“A te, forza Spal!”.

PROBABILE FORMAZIONE
SPAL (4411)
Teodorani; Ghiringhelli, Zamboni, Pambianchi, G. Rossi (Canzian); Melara, Castiglia, Agnelli, Laurenti; P. Rossi; Arma.
All.: S. Vecchi.
A disp.: Capecchi, A. Vecchi, Cosner (Taraschi o Mendy), Canzian (G. Rossi), Bedin, Migliorini, Marconi.

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