IL PAVIA DI FISSORE: SIAMO LA SQUADRA PIU’ GIOVANE DEL CAMPIONATO MA NON PARTIAMO BATTUTI. LA SPAL? L’ARMA IN PIU’ E’ IL PUBBLICO

Riccardo Fissore, difensore centrale del Pavia, classe 1980. Piemontese di Carmagnola, calcisticamente cresciuto nel Torino, debutta nel calcio professionstico nel 1999 con la maglia della Juve Stabia prima di passare all’Inter che lo gira però immediatamente al Lecce all’inizio della stagione 2000/2001. E’ con la maglia del Vicenza che il giocatore si toglie le maggiori soddisfazioni professionali: in sei anni di B disputa quasi centonovanta incontri tra Coppa e Campionato condite da sei reti che gli valgono la chiamata dell’Atalanta in A dove però sarà poco più di una comparsa. Torna così in B nel 2008 stavolta con la maglia del Mantova dove resta sino al fallimento dei virgiliani che avverrà due stagioni più tardi: qui gioca oltre cinquanta incontri prima di firmare con lo Spezia l’anno scorso in Prima divisione e, infine, il trentuno agosto di quest’anno, ecco arrivare il progetto Pavia che lo ha subito entusiasmato. Ha fatto tutta la trafila delle nazionali giovanili dall’Under 15 in poi e vanta anche una presenza nella Nazionale Under 21: ha vinto un argento agli Europei di calcio disputati in Svezia nel 1999 e un altro ai Giochi del Mediterraneo giocati a Tunisi nel 2001.

Tre presenze da inizio campionato, qual è la tua forma fisica dopo l’infortunio patito prima della sfida di Taranto?
“Prima della trasferta pugliese ho rimediato un problema muscolare al flessore della coscia che mi ha impedito di affrontare il Taranto e il Carpi in casa. Dopo dieci giorni di fisioterapia e piscina mi sento bene, le ultime due domeniche ho giocato l’intera partita senza problemi. Direi che questa noia muscolare è archiviata per sempre”.

Come mai hai scelto il Pavia per tornare ad essere protagonista, visto il tuo passato in molte squadre molto importanti, anche di B?
“L’anno scorso allo Spezia fui messo fuori rosa poiché non rientravo nel loro progetto, mi dissero che sarei rimasto fermo per sei mesi. Questa prospettiva per me era inaccettabile: è vero che ho trent’anni ma la mia carriera non è certo finita, fin quando il fisico regge io sarò in campo. Dunque mi sono guardato intorno, il Pavia era il club che aveva avanzato la proposta più concreta per me. In un momento in cui le società a qualsiasi livello sono in grande affanno, ho optato per quella che mi sembrava più motivata e avesse per me un ruolo operativo, non di facciata. Inoltre, la società, anche se piccola, è ben organizzata, la gestione familiare crea un clima favorevole in campo e fuori, con i compagni e l’entourage tutto, nessuno escluso. Siamo la squadra più giovane del campionato, a parte me ovviamente!”.

Ormai i calciatori vicino ai trent’anni, nonostante un notevole palmares, sono di fatto scartati dalle società per far posto a giocatori più giovani. Cosa ne pensi?
“E’ più facile prendere un giovane dalla Primavera, l’iter burocratico è semplificato anche per volontà dei procuratori che premono per il discorso sulla normativa degli under e i soldi che arrivano dalla Lega nelle casse della società. Per un club che fa fatica ad arrivare a fine mese la soluzione è questa, non certo investire su giocatori di maggiore esperienza che però hanno ingaggi decisamente più alti e contratti più cavillosi”.

La soluzione?
“Per quanto mi riguarda ho da sempre puntato sulle progettualità di lungo corso. Tutto sommato ho giocato poco in serie A tra Torino, Lecce e Atalanta poiché arrivò ad un certo punto una proposta davvero allettante da parte del Vicenza che voleva investire su di me. Il passaggio alla serie cadetta non fu certo un problema, sposai a pieno il progetto, a Vicenza stavo benissimo con contratti di tre o quattro anni. In tutto ci sono stato per ben otto anni, e ritengo quel periodo il più edificante della mia carriera”.

Domenica avete dilagato in casa contro il Foligno, tre reti messe alle spalle del portiere avversario e nessuna subita. Un bel risultato!
“Decisamente, la squadra ha dimostrato di esserci dopo un inizio campionato non proprio all’altezza. Potevamo avere qualche punto in più in classifica, a Sorrento siam stati forti, abbiamo figurato, a Taranto lo stesso discorso ma siamo stati raggiunti al novantaquattresimo, un vero peccato. Abbiamo sempre creato molte occasioni, ci mancava il concretizzare, attaccare con più cattiveria sottoporta. Fin qui avevamo lavorato su due moduli principalmente, il 433 e il 4231, il mister ci richiedeva di essere eclettici nel saperli applicare entrambi per la necessità di cambiare in corso d’opera l’assetto della squadra. Ma dopo i pareggi di Monza e Carpi ci siamo concentrati sull’attacco e le ripartenze per non creare distanza tra i reparti. Dobbiamo continuare a lavorare per limare gli errori, ma con le forze nuove che stanno per rientrare non sarà certo un problema, avevamo quattro infortunati all’inizio dell’anno, ora sembra che abbiano risolto i loro problemi una volta per tutte”.

Quante volte hai incrociato la Spal da avversario?
“L’anno scorso quando ero allo Spezia. Una partita difficile da dimenticare, avviata allo 0 a 0 quando negli ultimi cinque minuti di gioco scatta il colpo di scena. All’ottantaquattresimo il calcio d’angolo di Casoli da poco entrato in campo, e la palla è nel sacco. Il tempo di far ripartire la palla dal centro e subito il pareggio della Spal ad opera di Paolo Rossi su assist di Bedin. Una partita maschia, giocata con molto agonismo. Ricordo bene i colpi di testa di Cipriani e le marcature di Zamboni, a mio parere i giocatori più forti della categoria. Una bella piazza con una curva che spinge molto, una partita vissuta fino in fondo in cui ho potuto incontrare Manuel Belleri a cui sono legato da un’amicizia personale”.


ANNOTAZIONI TATTICHE

Dal 4231 al 4312: cambia il modulo mister Domenicali ma gli interpreti rimangono gli stessi. E l’avversario è di quelli temibili e tosti: una sola ma roboante vittoria, quella ottenuta domenica contro il Foligno, quattro pareggi e appena una sconfitta nelle prime sei giornate a casa di quel Taranto che sembra voler metter in riga tutti in questo inizio di campionato. All’ombra dell’Alzaia si pensa alla salvezza perché a qualcosa di più, non si deve e non si vuole puntare anche per non caricare di eccessive aspettative un gruppo giovanissimo (si tratta della squadra con l’età media più bassa di tutto il campionato) ma dove qualcuno, a partire dal mister, intravede margini di miglioramento importanti. Un Pavia che ha visto in estate l’ex centrale Aldo Preite appendere le scarpette al chiodo e mettersi subito al lavoro dietro la scrivania per costruire una formazione capace di dar fastidio a chiunque. Rispetto alla scorsa stagione sono rimasti il portiere Facchin, il capitano Carotti in mediana e l’attaccante D’Errico (a proposito, la Reggina ha già fatto gli occhioni dolci a questo ragazzo), per il resto è tutto nuovo a partire dalla difesa che può contare sull’esperienza di Mavillo Gheller a destra e su quella di Riccardo Fissore in mezzo che fa coppia con l’ex Pergocrema Fabio Romeo (e per questo ben conosciuto dai nostri Canzian e Marconi) con il giovane Meregalli alla numero tre, vera sorpresa di questo inizio di stagione, visto che il ragazzo, classe ’91, ha sempre giocato come stopper nelle giovanili del Milan. Detto di Carotti, in mezzo a sinistra troviamo l’ex Portogruaro e scuola Inter Puccio con il paraguaiano Meza Colli regista dai piedi buoni, pronto a innescare tutta la velocità del “Messi del Salento”, quel Filippo Falco classe 1992, che da trequartista o attaccante esterno che dir si voglia, potrà con il suo dribbling e i suoi tiri micidiali mettere in seria difficoltà la retroguardia ferrarese. Un vero colpo l’arrivo di Falco dalla Primavera del Lecce, strappato alla concorrenza di tantissimi club, anche di categoria superiore. L’attacco potrà contare su altri giocatori interessantissimi: detto di D’Errico, attenzione anche a Marchi (ex Rimini e Sudtirol che contro la Spal ha una certa predilezione nell’andare a segno) e lo spagnolo Rodriguez, l’anno scorso alla Primavera del Cesena dove è stato capocannoniere con nove reti in sedici presenze con l’attuale numero uno spallino Teodorani che quindi conoscerà senza ombra di dubbio pregi e difetti di questo ragazzone dai piedi buoni e sul quale il Pavia poggia molte delle sue speranze per raggiungere quanto prima la salvezza.

LA PROBABILE FORMAZIONE
PAVIA (4312)
Facchin; Gheller, Romeo, Fissore, Meregalli; Carotti, Meza Colli, Puccio; Falco; D’Errico, Rodriguez.
All.: Domenicali.

BALLOTTAGGI
D’Errico-Marchi 51%-49%

INFORTUNATI
nessuno

SQUALIFICATI
Galassi

LA ROSA

Portieri
Cacchioli, Facchin, Redaelli e Spitoni

Difensori
Caidi, Capogrosso, Fiammenghi, Fissore, Francesca, Gheller, Romeo e Verruschi

Centrocampisti
Bufalino, Carotti, Dall’Oglio, Falco, Galassi, Meregalli, Mezacolli e Puccio

Attaccanti
D’Alessandro, D’Errico, Marchi, Rodriguez, Sprocati e Veronese

IL CAMMINO

1a giornata 04/09/2011 Pavia-Reggiana 1-1
2a giornata 11/09/2011 Sorrento-Pavia 2-2
3a giornata 18/09/2011 Taranto-Pavia 2-1
4a giornata 25/09/2011 Pavia-Carpi  0-0
5a giornata 02/10/2011 Monza-Pavia 2-2
6a giornata 09/10/2011 Pavia-Foligno 3-0

I MARCATORI

2 Falco e D’Errico
1 Marchi, Meza Colli (1 su rig.), Puccio e Rodriguez
Autoreti a favore: 1 Antonazzo (Taranto)

 

 

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