ARMA E’ MONUMENTALE, MA E’ TUTTA LA SPAL A DISPUTARE UNA PARTITA DAVVERO DA INCORNICIARE

TEODORANI 7 – Fino al novantesimo la sua è una partita a scacchi contro la sonnolenza: il Pavia, guidato in attacco dai due bradipi Marchi e D’Errico, non arriva mai una volta a impensierirlo fino a quando il diciottenne Sprocati, entrato da una mezzoretta abbondante e senza averla fin lì mai vista, lo risveglia dal torpore di una mite serata di metà ottobre in pieno recupero con un mancino terrificante a tu per tu: ma qui il gigante di Savignano risponde con uno splendido gesto atletico che alza la palla prima sulla traversa poi in calcio d’angolo e mantiene vergine, per la seconda giornata di campionato di fila, la porta estense. Sembrerà flemmatico ma conferma di avere mezzi importantissimi. Perché un grande portiere lo si vede soprattutto in questi momenti, quando tocca un pallone (e lo fa in maniera decisiva) a partita.

GHIRINGHELLI 7.5 – Da stropicciarsi gli occhi questo giovane esterno di scuola milanista, solo Arma gli toglie la palma del miglior giocatore della serata di festa biancazzurra, un titolo però che gli spetta honoris causa per quello che fa vedere. Classe ’92, in fase difensiva sulla destra giganteggia lasciando le briciole agli avversari, un velo che manda fuori giri D’Errico denota sicurezza e personalità che non sono ingredienti facili da trovare in un calciatore della sua età, senza contare lo scambio bellissimo con Arma nell’occasione della terza rete, un cross bello, preciso, da ala pura, quasi. Sempre attento, mai falloso, semplice nelle giocate ma tremendamente concreto e affidabile. Chapeau.

ZAMBONI 7 – Partita ancora una volta sopra le righe: intelligenza ed esperienza a palate lo aiutano a erigere, con Pambianchi, un muro invalicabile da dove non passerebbe nemmeno la capocchia di uno spillo. Abile di testa, guida con grande mestiere e serenità la retroguardia biancazzurra che sembra aver raggiunto un livello di ottima affidabilità sostenuto anche da un buonissimo stato di forma. Con D’Errico non c’è partita: Zambo stravince.

PAMBIANCHI 7 – Altra partita importante in un contesto non facilissimo perché alla vigilia lo spauracchio Falco faceva non poca paura: ma questa volta toccherà al salentino ricordare a lungo il nostro regista difensivo che, ancora una volta, si dimostra impeccabile in anticipo dove di testa o di piede che dir si voglia non gli lascia che le briciole. Un paio di rilanci troppo affrettati in avanti, nel primo tempo non si intende con Teodorani in una sola occasione quando il nostro estremo difensore non esce ma sono cavilli di poco conto nell’economia generale che parla di una buonissima prestazione.

G. ROSSI 6.5 – Difensivamente, rispetto a un anno fa, è cresciuto tantissimo. All’esordio da titolare tra le mura amiche, dimostra subito di essersi lasciato alle spalle quel timore reverenziale che inconsciamente gli suscitava davanti al suo pubblico e sfodera una prestazione generosa, gagliarda il giusto e attenta quanto basta per evitare qualsiasi pericolo dalla sua parte. Dà tutto e forse anche qualcosa in più, alla fine sbaglia due facili palloni più per la stanchezza che per altro. Splendido il pallone che serve sul piatto d’argento per Arma che stavolta non sfrutta a dovere: nessuno avrebbe saputo fornirgli un assist migliore.

MELARA 7 – Torna sui livelli di inizio campionato confezionando una partita a tratti straripante sulla propria fascia di competenza: con Ghiringhelli compone un binario di destra granitico su cui la Spal poggia le basi di una vittoria che già nel primo tempo finisce con l’essere sigillata a doppia mandata. Maltrattato oltremodo da Meregalli (per due volte gli va con il piede a martello, prima sulla gamba, poi sulla coscia rischiando davvero di fargli male) non va a segno ma regala ad Arma il pallone del 2 a 0 prendendosi la parziale rivincita sul maldestro fluidificante pavese. Duello ai limiti della correttezza con Puccio che lo provoca a più riprese rimediando l’indifferenza della nostra vaporiera. Esce neanche a metà ripresa: giusto preservarlo in vista del Carpi.

(MIGLIORINI 6) – Entra in campo e va davanti alla difesa in un ruolo che già gli abbiamo visto fare contro il Lumezzane. Chiamato a fare il play basso di centrocampo, tocca un buon numero di palloni, mostra un certo brio e un certo dinamismo che lo aiutano a far variare il gioco sui due fronti sbagliando mai. Buono nel complesso il suo impatto sulla gara, ingenerosi e fuori luogo i mugugni della tribuna alla sua entrata in campo.

AGNELLI 6.5 – Nel primo tempo non è il solito leone che si fa tutto il campo su e giù in verticale, anche perché è ben supportato da Castiglia, cresce alla distanza, un buon numero di palloni dispensati per gli esterni, tatticamente è fondamentale quando nel primo tempo capisce sul nascere il movimento di Falco anticipandolo proprio davanti all’area di rigore spallina. Nella ripresa, con il Pavia in dieci, guadagna qualche metro, ha più libertà e fa vedere le cose migliori in fase di impostazione, tanto da mettere anche Paolino a tu per tu davanti a Facchin. Ammonito ancora (è la terza e sempre in casa), va in diffida.

CASTIGLIA 6.5 – Esordio da titolare per questo ventunenne calciatore di scuola juventina che sembra essersi perfettamente integrato nello scacchiere di questa Spal: già con il Lumezzane aveva fatto intravvedere qualcosa di buono in fatto di personalità e puntuale questa sera è giunta la conferma. In mezzo si fa sentire, ha grinta da vendere, non si risparmia e lotta con grande sacrificio su ogni pallone. Delizioso un pallone che serve sui piedi di Arma praticamente davanti a Facchin, ma il nostro finisce incredibilmente a pelle di leone sul più bello. Generoso, forse troppo, tanto che la foga agonistica lo porta a prendere un giallo evitabile.

P. ROSSI 6.5 – Ha il pregio di essere il grimaldello che di fatto apre le danze: sugli sviluppi di un calcio di punizione dalla destra, velo di Giovanni Rossi, punizione a tagliare di Paolino e colpo di testa di Arma, preludio alla grande serata biancazzurra. Fa la sua parte con la solita abnegazione, un lavoro di raccordo utile e proficuo lungo la fascia sinistra dove, a onor del vero, neanche ci si accorge che in campo ci siano gli avversari. Mezzo punto in meno perché per due volte manca l’appuntamento con il gol: prima Laurenti a fine primo tempo, poi Agnelli a gara ormai chiusa gli regalano il modo di chiudere in bellezza una partita comunque positivissima ma il nostro numero dieci preferisce tenersi la marcatura per le prossime partite.

LAURENTI 7 – Meno fastidioso del solito, non inizia sui suoi standard e un pochino di preoccupazione viene e riguarda la possibilità che una delle nostre luci di inizio anno sia leggermente offuscata dalla notte ferrarese. Ma è solo un’impressione perché sale ben presto in cattedra a pieni giri, sbaglia qualche palla più del solito ma mette il fiocco su due assist al bacio, prima per Paolino Rossi poi per Arma che meritavano miglior sorte. Esce tra gli applausi del suo pubblico che se lo coccola giustamente in una notte difficile da dimenticare per chiunque.

(COSNER N.G.) – Tanta voglia di giocare, tanta voglia di fare si vede appena mette piede sul rettangolo di gioco che vorrebbe divorarsi ogni singolo centimetro di erba. Impatto come sempre eccellente sull’incontro, entra subito in partita, si lascia andare a un paio di buone sortite in fascia, segnale e sintomo che sta bene. Giocatore importante e di sicura affidabilità benché il minutaggio a disposizione non gli consente di essere giudicato.

ARMA 9 – Nove, dieci, undici, centodieci e lode. Dalle stalle alle stelle come si dice, da Lumezzane a oggi, dopo l’ottima partita di Como, è semplicemente straordinario: quattro gol, tutti belli, tutti diversi: il primo di testa, la sua specialità; il secondo di rapina su di un rivedibile Caidi; il terzo è un tiro al volo bellissimo che si infila alla sinistra di Facchin; il quarto è il più fortunoso di tutti perché nasce da un rimpallo dopo essersi divorato altre due nitide occasioni create da Castiglia e Giovanni Rossi. Ha ritrovato tutto, in dieci giorni si è tolto la maschera e ha giustiziato il numero uno pavese quattro volte con una partita da capogiro. Tutto il pubblico si alza in piedi a salutare con un’autentica ovazione la sua magistrale partita.

(MARCONI N.G.) – In un’orchestra che così tanto bene questa sera ha deliziato il palato del pubblico ferrarese, l’unica nota stonata è forse la sua. Un pesce fuor d’acqua, una voce fuori dal coro. Inspiegabile, in venticinque minuti, comunque pochi per esprimere un giudizio complessivo, tocca pochissimi palloni partecipando poco e male alla manovra dei biancazzurri. Vero, la partita ormai era decisa ma la Spal non può contare solo su Arma per segnare. C’è bisogno anche di lui. E certe occasioni vanno sfruttate meglio di così, perché ha capacità e neppure poche.

VECCHI 7.5 – Partitona, davvero e tanti meriti portano la sua firma. Intanto l’insistere sull’impianto di gioco collaudato, a testimonianza di uno stato di forma eccellente dei suoi giocatori, senza contare che non era facile rimettere insieme i cocci dopo la bruttissima partita di domenica scorsa contro il Lumezzane. Ha avuto ragione lui. Con calma e serenità è riuscito a conquistare zitto zitto sei punti in due gare, segnare sei gol senza subirne alcuno e portare la Spal a una posizione di classifica più consona e a ridosso delle cosiddette grandi. Una partita alla volta, siamo sull’ottovolante e dobbiamo aspettarci altre cadute: ma perché porsi limiti giocando questo calcio, con questa intensità e, soprattutto, con questa grande fiducia nei propri mezzi? Complimenti.

PAVIA
Facchin 5; Gheller 5, Caidi 4.5, Fissore 5, Meregalli 4.5; Carotti 5, Meza Colli 5.5 (dal 1’ s.t. Dall’Oglio 4.5), Puccio 5; Falco 5 (dal 13’ s.t. Sprocati 5.5); Marchi 5.5 (dal 21’ s.t. Veronese 5), D’Errico 5. All.: Domenicali 5.

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