LA REGOLA DEL NUMERO DUE: COME I PESI E LE MISURE. E IL SOSPETTO DEI SANTI IN PARADISO

Due. Come i gol segnati dalla Spal a Como. Come le vittorie consecutive dei biancazzurri. Come i punti di penalizzazione. Della Spal e del Sorrento. Due, come i coglioni che frullano perchè ti rendi conto che qualcosa non quadra: -2 alla Spal per il ritardo dei pagamenti lo scorso maggio, -2 al Sorrento per l’accusa di illecito sportivo. Due, come i pesi e le misure usate per sanzionare le irregolarità della Spal e dei campani. Si dirà che il Sorrento non è stato punito per responsabilità diretta bensì per responsabilità oggettiva. Tecnicamente è così, ma i suoi tesserati si sono beccati un bello squalificone pluriennale, e qualcosa significherà. E poi, maliziosamente, posso pensare che siccome la responsabilità diretta prevede la retrocessione, non ci fosse margine per erogare tale pena a campionato in corso, oltretutto per partite del 2008/2009.
La giustizia all’italiana funziona così, ed è allucinante appurare che il Foggia è stato deferito – e verrà penalizzato – per non aver versato nei termini la fideiussione indispensabile per ottenere l’iscrizione al campionato. Ma se non l’ha fatto, perchè è stato iscritto? In virtù di quale deroga o concessione o chiusura non di uno ma di due occhi?
E allora mi chiedo come possano essere equiparate le malefatte della Spal con quelle di Sorrento e Foggia. Ciò non significa che i biancazzurri non fossero in torto (nessuno l’ha mai sostenuto, anzi: l’episodio dello scorso maggio è stato decisamente spiacevole) e non andassero sanzionati, ma lascia quantomeno perplessi il porre sullo stesso piano irregolarità di natura, portata e gravità ben diverse. Forse che qualcuno ha santi in paradiso e altri no?
Anche per tutte queste ragioni fa quadruplo piacere (come i gol di Arma al Pavia) l’andamento della squadra di mister Vecchi. Alla base c’è la cultura del lavoro, c’è uno spirito di gruppo, ci sono dei valori tecnici. Da tempo non assistevamo ad una partita “piena” come quella di mercoledì, ad un gioco così scintillante ed efficace, alla crescita di giovani che al momento hanno in Ghiringhelli e Laurenti (senza sottacere di Teodorani) i loro portabandiera più in vista. E’ una Spal che piace, che gioca bene, che è propositiva, che ha entusiasmo. Che potrà tornare a perdere e ad esprimersi meno bene, ad avere delle difficoltà, ma che certo non tradirà lo spirito che la sta contraddistinguendo. E che comunque dà la sensazione di possedere ulteriori ed ampi margini di crescita. Per arrivare dove? Difficile dirlo, e guai perdere di vista l’obiettivo primario per cui è stata costruita: innanzitutto, la salvezza. Il più agevole e valorizzante possibile, se sarà… possibile. Di sicuro, serate come quella di mercoledì riconciliano con la Spal (dopo anni di non gioco, eccezion fatta per qualche gara più o meno isolata) e con il calcio di Prima Divisione.

P.S.: un breve aggancio alla… puntata precedente. Parlando di tifosi, citavamo il Santa Cruz Recife e la passione del suo popolo, a dispetto della categoria che ora è la serie D. Per la partita di domenica, decisiva per la promozione in C, a giovedì sera erano stati venduti 42.000 dei 55.000 biglietti messi a disposizione. Noi, accontentiamoci dell’atmosfera respirata mercoledì al “Mazza”. Visti i tempi, è già stato un grande successo. Con l’auspicio che con il Sorrento il clima sia lo stesso se non migliore. Significherebbe tante cose, anche sull’andamento del match col Carpi…

 

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