GIANMARCO REMONDINA, IL PROTAGONISTA DELL’ULTIMO PRECEDENTE CON IL SORRENTO

SPAL-SORRENTO 0-0 (13 marzo 2011).
Personaggio: Gianmarco Remondina

Bresciano di Rovato trovò notorietà a Romano di Lombardia, nel bergamasco, con la Romanese, militante nell’Interregionale dove, a diciannove anni, segnò quattro gol in trentadue gare. Nel torneo successivo si trasferì a Vercelli in C/2 ma, per i bianchi, non fu una buona stagione, pur cambiando tre allenatori: Soldo, Montico e Limberti il campionato si concluse con la retrocessione e Remondina emigrò a Carrara, con la Carrarese in C/1, dove rimase due anni agli ordini di Corrado Orrico. Nel 1986 si trasferì alla Reggiana, un buon campionato con trentadue presenze ma, l’anno seguente, è in C/2 con l’Orceana che, malgrado il suo impegno, retrocede in Interregionale. Remondina, però, rimase in C/2 ad Andria prima e due anni a Lecco dopo. Nel 1993, oramai trentacinquenne, decise di trasferirsi nel Campionato Nazionale Dilettanti con il Brescello dove si tolse lo sfizio di vincere due tornei consecutivi e ritornare in C/1.
La primavera del 1996 lo vide appendere le scarpe al chiodo all’età di trentotto anni. E’ stato un mediano inesauribile, tosto da superare, ma corretto, sempre pronto a spezzare e a ripartire. Chiusa l’attività agonistica, dopo aver conseguito il Patentino Federale, iniziò a muovere i primi passi da allenatore, scegliendo il Legnano e l’anno successivo in  serie D con il Cremapergo. Dal 2000 al 2003 respira aria di casa, allenando nelle giovanili del Brescia, quindi vince il campionato di serie D con la Canzanese e, tanto per cambiare, l’anno dopo, con il Sassuolo, vince il torneo di serie C/2 rimanendo anche nel campionato di C/1. Dopo l’esperienza “nella città delle mattonelle” si trasferì a Piacenza e, dal 2008 al 2010, all’Hellas Verona. Dopo un ottimo campionato il primo anno con un settimo posto in classifica, nella seconda stagione, per mera sfortuna non centrò la promozione in serie B. Nel febbraio del 2011, quando i risultati iniziarono a non premiare Notaristefano e i dirigenti spallini chiamarono Remondina, un allenatore che cercava di far praticare un calcio piacevole, lavorando molto, non solo sotto il profilo tattico ma anche sulle doti caratteriali, temperamentali degli uomini a sua disposizione. Per un allenatore che non aveva mai chiesto niente, il lato umano assumeva una grande importanza e queste sono le doti che mise subito in campo appena arrivato a Ferrara e cominciare dal precedente con il Sorrento che abbiamo scelto e che finì zero a zero.

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