LA SPAL SI ARRENDE AL CINISMO DEL SORRENTO E ALL’ENNESIMA GIORNATA NEGATIVA DELLA TERNA ARBITRALE

SPAL-SORRENTO 0-1 (0-0)
SPAL (4231):
Teodorani; Ghiringhelli (dal 21’ s.t. Cosner), Zamboni, Pambianchi, Gio. Rossi; Agnelli, Castiglia; Melara, Laurenti (dal 33’ s.t. Marconi), P. Rossi (dal 6’ s.t. A. Vecchi); Arma. A disp.: Capecchi, Canzian, Migliorini, Bedin.
All.: S. Vecchi.
SORRENTO (4231):
Gen. Rossi; Vanin, Terra, Di Nunzio, Bonomi; Camillucci, Armellino (dal 42’ s.t. Tognozzi); Bondi (dal 37’ s.t. Basso), Ginestra (dal 29’ s.t. Carlini), Croce; Scappini. A disp.: Chiodini, Nocentini, Sabato, Galabinov.
All.: Sarri.
ARBITRO:  Saia di Palermo (Assistenti: Fassina e Toniato).
MARCATORI:
17’ s.t. Croce (So).
AMMONITI: Castiglia (Sp), Carlini (So) e Croce (So).
ESPULSI: al 3’ s.t. Zamboni (Sp)  per intervento falloso su chiara occasione da rete.
NOTE: giornata di sole, temperatura frizzante, terreno in buone condizioni. Spettatori 2.200 circa, (892 paganti, per un incasso di  € 9.132 e 1.129 abbonati, rateo di  € 5.778).
Angoli: 5 a 0 per il Sorrento. Recupero: pt 1′, st 4’.

Prima dell’incontro è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare il campione di motociclismo Marco Simoncelli deceduto in seguito a un grave incidente avvenuto nella mattinata di oggi durante la gara di Moto GP in Malesia.

FERRARA –  Secondo stop consecutivo in campionato per la Spal che, dopo Carpi, esce ancora una volta sconfitta di misura ma soprattutto oltremodo bistrattata dall’odierna terna arbitrale nella sfida contro il Sorrento che, a dirla tutta, torna nel cilento senza destare una particolare impressione. Squadra ordinata, attenta e cinica il giusto, quella messa in piedi da mister Sarri, un micione pericolosissimo e paziente che aspetta a lungo nascosto tra le maglie avversarie la propria preda camuffandosi alla perfezione, prima di sferrare l’attacco decisivo con la solita zampata mortifera (e vincente) proprio quando meno te lo aspetti. E così è stato.
Si comincia con il ricordo partecipato del “Paolo Mazza” per Marco Simoncelli, un lungo applauso sentito e commosso per questo campione delle due ruote che ci ha lasciato davvero troppo presto ed è subito tempo di concentrarsi su quanto avviene in campo. Basta poco per capire che la gara tanto spettacolare non sarà: merito dei due tecnici, abili studiosi di ogni mossa l’uno dell’altro che per lunghi tratti si annulleranno come in una partita a scacchi infinita lasciando al pubblico una gara che difficilmente passerà alla storia sotto la voce “spettacolo”. Nella Spal, come succede spesso del resto, Laurenti sembra subito entrare nel vivo del match: tra il sesto e il ventesimo l’estroso trequartista di scuola estense è semplicemente imprendibile, un furetto instancabile che giostra a tutto campo lasciando metri agli avversari e riesce a confezionare tre palloni uno più bello dell’altro per i suoi compagni che non sfruttano però a dovere il momento favorevole del giocatore biancazzurro. Nella prima parte di partita sono più gli sbadigli che gli applausi i protagonisti, un’apertura con il compasso di Paolo Rossi per Agnelli (in calo) che si fa quaranta metri di campo a tutto gas salvo sbagliare il controllo decisivo e un Sorrento che inizia a prendere confidenza pian piano con la fascia sinistra dove Croce semina letteralmente il panico tra Ghiringhelli e Melara, alle prese entrambi con i postumi dei problemi fisici patiti in settimana. Tutto qui. La Spal prova a fare la partita, il Sorrento aspetta e trama in gran segreto il colpo del kappaò, a Teodorani fanno il solletico i tiri dalla distanza di Armellino, Croce e Scappini e prima del duplice fischio arriva l’occasione più ghiotta della partita per i padroni di casa: Castiglia si inventa una gran palla per Arma che si inerpica di testa più in alto di tutti, lo stadio grida al gol ma non ha fatto i conti con la manona aperta di Generoso Rossi che salva la porta dei suoi con un magistrale intervento. Si va al riposo sul nulla di fatto, ai punti avrebbe meritato la Spal, già, ma è un altro sport.
La ripresa comincia, anzi no, è un film dell’orrore: girano tre volte le lancette sul cronometro, Camillucci interviene con il piede a martello su Castiglia in disimpegno a centrocampo senza che l’arbitro veda alcunché (!) e d ecco il lancio del mediano costiero per Scappini abile a farsi largo tra le maglie di Pambianchi e Zamboni il quale, colto un po’ di sorpresa probabilmente interviene in maniera irregolare sull’ex attaccante di Ravenna e Alessandria: è rosso diretto, decisione forse eccessiva ma da regolamento alla mano irreprensibile, la chiara occasione da rete (non esiste più infatti il fallo da ultimo uomo) sembra piuttosto evidente e Saia manda anzitempo il capitano a fare la doccia. Sulla punizione successiva va l’ex di turno Ginestra: palo esterno alla sinistra di Teodorani. Si salva la Spal che reagisce con veemenza all’ingiustizia subita mentre Alessandro Vecchi entra al posto di Paolo Rossi. Minuto sette, il fattaccio di giornata è servito: calcio di punizione di Giovanni Rossi, palla a spiovere al centro dell’area di rigore e colpo di testa di Arma che spiazza Generoso Rossi e incredibile gol del vantaggio della Spal in inferiorità numerica. Esplode il “Mazza”, gioia, gaudio, tripudio, festa, baci e abbracci, macché c’è una bandiera galeotta di troppo tesa in aria del signor Fassina di Bassano (si conteranno almeno altri quattro episodi dubbi fischiati contro ai biancazzurri in novanta minuti) e la Spal si trova incredibilmente defraudata di un vantaggio apparso, a velocità normale, solare. Resta un dubbio su un possibile movimento a rientrare di Arma appena il pallone lascia il piede di Giovanni Rossi, così come su una spinta (l’ipotesi più probabile prima ancora del fuorigioco) fischiata dall’arbitro a Pambianchi a centro area ma comunque sia nulla di così lampante è sembrato esserci per poter arrivare a un’altra decisione contraria alla Spal che già si era vista espellere un uomo tre minuti prima. Oltretutto negli spogliatoi l’arbitro dichiara di aver annullato per fuorigioco: nessuna spinta dunque. Non è la prima volta in stagione che la squadra di Vecchi è costretta a giocare non solo contro avversari più forti ma anche contro decisioni arbitrali ai limiti della teatralità più tragicomica che possa esistere.
A questo punto il Sorrento prende coraggio, la Spal accusa il colpo e prima Teodorani con la partecipazione del palo e di Agnelli ci mette una pezza incredibile su bolide di Camillucci appena fuori dall’area di rigore e sulla successiva respinta tentata da Bondi, poi capitola senza aver colpa alcuna quando dalla destra Vanin lascia partire uno splendido cross dove non arrivano né Scappini, né Pambianchi (spinto in maniera evidente dal nove costiero) che cade proprio sui piedi di Croce, lasciato inspiegabilmente solo dal pur generoso Ghiringhelli: per l’ex ala di Arezzo e Pescara è un giochetto di poco conto infilare il nostro portierone, Sorrento in vantaggio tra le ire del  pubblico di casa. I biancazzurri cercano di scuotersi ma se ci si mette anche l’assistente Fassina si fa dura: bandiera alzata tre volte senza capo né coda nei successivi dieci minuti con Arma fermato addirittura dietro a tre giocatori costieri il che dice praticamente tutto e i commenti si sprecano da soli. La squadra di Vecchi è generosa, in campo ci sta e bene e non è per nulla intimorita dal ben più blasonato Sorrento: girata di Arma su cross di Cosner (entrato per Ghiringhelli), Vanin sporca la conclusione e Rossi para. Un esausto Melara si imbriglia tra gli avversari, Vecchi decide però di togliere Laurenti (positivissima la sua prova anche oggi) e lancia nella mischia Marconi: un tiro dai trentacinque metri e una bicicletta in bello stile sono un biglietto da visita niente male che dimostra come l’orso spallino non sia ancora stato ucciso dal cacciatore cilentano. Quarantaduesimo, l’ultimo sussulto: punizione di Giovanni Rossi (bella partita oggi la sua), la maglia di Pambianchi si allunga e si allarga come quella di un manichino, ma ancora una volta l’arbitro non interviene. Finisce tra gli applausi del pubblico, la “Campione” saluta una Spal immeritatamente sconfitta al cospetto di un avversario dato alla vigilia come nettamente superiore ma che oggi a tratti è sembrato giocare con il freno a mano tirato.
E adesso la trasferta di Monza dove mancherà sicuramente il capitano per squalifica ma dove, se rimarrà immutato questo spirito e magari ci sarà un pizzico di cinismo in più accompagnato dal pieno recupero di alcuni giocatori, allora la squadra di Vecchi non avrà davvero nulla da temere.

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