LA RABBIA DELLA OVEST-CAMPIONE CONTRO L’ARBITRO E GLI AVVERSARI, APPLAUSI PER I BIANCAZZURRI

La rabbia della Curva Ovest si concentra nei cori intonati al triplice fischio che sancisce la fine della gara. “Ladri e mafiosi” è il risultato di novanta minuti più recupero dove il nucleo dei supporter spallini addensa la stizza per una partita che sa di “perdere sì, ma non in questo modo”. “Questo modo” concentrerebbe a sua volta le due espulsioni (quella di Arma inspiegabile secondo la Campione) e un avversario che soprattutto con la doppia superiorità numerica non è stato superiore ai biancazzurri. I ragazzi di Vecchi risultato alla mano restano con un pugno di mosche, anzi forse nemmeno quello, però a Zamboni e compagni resta nelle orecchie l’applauso e l’incitamento della Campione a fine gara e soprattutto sul risultato di 1 a 1 gli applausi vigorosi quando Agnelli e Melara si dibattono nella metà campo rossonera per conquistare il pallone. Riavvolgendo il nastro della gara, all’annuncio della formazione di casa non si registravano i consueti olè smorzati dalla perplessità per le scelte di Vecchi determinate dalle assenze e per il bagaglio di problemi societari che la settimana ha portato in dote. I dubbi su un possibile ammutinamento della Curva vengono fugati al primo minuto quando iniziano i cori che forse per scaldarsi dal freddo si elevano a un volume più alto del solito. Tifo incessante degli Estensi per l’intero corso della gara. Dai primi interventi del signor Olivieri si capisce che non sarà amore tra la Ovest e l’arbitro di Palermo. Preoccupano le sfuriate iniziali dell’ex Agodirin. Poi appena Laurenti, Melara o Arma hanno palla sui trenta metri giunge puntuale l’invito della Ovest a calciare in porta. Alla metà della prima frazione i tifosi espongono uno striscione “Benvenuta Greta”. Nel finale della prima frazione di gara, la Curva sta per esultare quando Arma approfittando di una caduta del proprio marcatore calcia a rete, poi quando vede indicare la bandierina del corner resta delusa, subito dopo però rumoreggia quando Arma trattenuto viene ammonito per simulazione. All’intervallo il vantaggio della Reggiana non viene accolto con entusiasmo, poi tutti in piedi per scaldarsi un po’ con qualche over 60 che non disdegna un paio di saltelli. La ripresa si apre con un coro che sa di preghiera: “Vai Ferrara facci un gol”. Il messaggio viene recepito in maniera negativa da Castiglia che si becca il rosso. Sgomento subito scacciato da una sgroppata di Melara che si guadagna un corner. Sugli sviluppi dello stesso, Zamboni va giù fra due avversari e l’arbitro concede il rigore. Il portiere e un difensore foggiano disturbano Arma che si presenta sul dischetto e finiranno nel mirino della Campione. Il gol di Arma è una liberazione. L’idillio dura poco, il Foggia dall’altra parte si guadagna un rigore trasformato dallo stesso difensore “beccato” dagli spallini. Altro episodio chiave del match quando Arma si libera in area e mette dentro, ma l’arbitro oltre ad annullare il gol vede a terra Gigliotti o vede un fallo di mano del bomber e ammonisce per la seconda volta Arma che viene espulso. Curva Ovest imbestialita con l’arbitro e con Gigliotti apostrofato con ogni genere di epiteto possibile. La Spal si difende come può anche perché il Foggia non è il massimo della precisione e quasi sconsolati dalla Curva si levano “son trist!”.  Bedin va giù al limite, l’arbitro lascia proseguire tra le proteste del pubblico e sugli sviluppi dell’azione arriva il raddoppio rossonero che decide il match. Insulti e fischi all’indirizzo dell’arbitro sono la logica conseguenza. Sconfitta che brucia per la Spal e per la sua tifoseria che però non abbandona la squadra e a fine gara sono applausi per Melara annunciato come vincitore del premio golden boy.

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