TEMERARIAMENTE, CONTROCORRENTE MA COSCIENTEMENTE… BANDIERA OTTIMISTA E BIANCAZZURRA LA TRIONFERA’

Dice: ma prima o poi capirà. La finirà di sventolarci in faccia, a noi spallini giustamente incazzati e preoccupati, il suo atavico, folle, sciagurato ottimismo. E invece no. Eh già, sono ancora qua, folle e sciagurato come un anno fa, quindi una manciata di giorni orsono, a ribadire l’ottimismo di cui sopra. Un ottimismo, lo so da solo, che fa decisamente a cazzotti con una serie di scempi sotto gli occhi di tutti. Dai mancati pagamenti in giù, di motivi per impiccarsi, sportivamente parlando s’intende, ce ne sono talmente tanti che è persino difficile cominciare a elencarli. Il punto è che sono tutti noti, e non da oggi, e anche quando non erano così palesi c’era comunque chi soffiava sul fuocherello a quei tempi tenue e diffondeva le auspicate ceneri a spasso per la città.
Oggi non ce n’è più bisogno. Degli errori di questa dirigenza si sa tutto ma proprio tutto. Anzi, si sa persino di più. E’ la stampa, bellezza. Si sanno cose, infatti, che vengono ascritte a Butelli e ai suoi collaboratori persino quando loro non c’entrano. Ma quando si perde credibilità è inevitabile che sia così. Sarebbe invece evitabile, ma è una lunga storia e anche questa è stata su già scritta, fasciarsi la testa prima che la stessa si sia spaccata. Esempio a caso: con il Taranto e con il Carpi si giocherà a porte chiuse. Anzi, si perderà a tavolino. Per poi scoprire, solamente qualche giorno dopo, che le partite in questione si disputeranno regolarmente e così via per tanti altri esempi che è persino noiso (ri)fare.
Chi ci legge tutti i giorni sa bene della mia posizione – attribuita per forza d’inerzia, ma questo è un errore, anche alle altre splendide firme de LoSpallino.com invece assolutamente autonome e ci mancherebbe altro… –  filo societaria già per auto definizione. A questo proposito c’è stato un bel (parere personale) dibattito sulle varie posizioni che esistono attorno alla Spal sul sito Estense.com durante le vacanze di Natale. Una serie di pareri comprensibilmente in totale disaccordo con l’opinione decisamente, e giustamente aggiungo, impopolare di chi scrive poi degenerata per colpa di qualche astioso “nascosto” in accuse e sospetti tipo pensare che il mio sostegno alla dirigenza spallina sia motivato da questioni economiche. Risposta (sarcastica ma sincera): magari. Ma andiamo oltre. Credo fermamente che il dibattito di cui sopra sia stato importante. Chi ha le sue idee se le sarà tenute ma magari qualche dubbio, a tutti, sarà venuto.
E allora torniamo all’ottimismo iniziale che qui, ancora una volta ma con strumenti nuovi, proverò a giustificare o meglio, a motivare. Sempre in questi giorni si è anche, e da più parti, messo in dubbio che Butelli volesse vendere il club. Ecco, anche questa è una cazzata assoluta. Non soltanto Butelli vuole vendere – e come sempre il tempo dirà da che parte sta la ragione – ma sa anche che dovrà accontentarsi vista la situazione complicata (eufemismo) della sua società e questa sua assenza duratura e comunque sbagliata ha una parziale giustificazione proprio nel fatto in questione. Questo fatto: da tempo, ripeto: da tempo, la società è in vendita. E da tempo, ripeto: da tempo, ci sono delle trattative serie con un gruppo di imprenditori (trovate i dettagli ancora online in un altro articolo) manco a dirlo e a scriverlo non ferraresi, per accelerare questo passaggio di consegne senza tralasciare, anzi, il lavoro che sempre da tempo viene fatto per far entrare quel danaro indispensabile per assicurare il presente, prima ancora che il futuro, alla Spal. Un signore da sempre poco apprezzato e criticato che si chiama Gianbortolo Pozzi, tanto per fare un esempio, lavora in queste direzioni venti ore al giorno, anch’egli gratis, da mesi e mesi. Con lui il Consigliere Sergio Gessi, l’Amministratore Delegato Bena e ovviamente lo stesso Presidente Butelli. Tutto questo lavoro che viene messo in dubbio giustamente dai tifosi in buona fede preoccupati per la loro Spal e meno giustamente da chi è maggiormente preoccupato da altre questioni meno nobili e ha scambiato il motto “farò quel che potrò per la mia Spal” con “farò quel che potrò per sputtanare la mia Spal” verrà a galla nei prossimi giorni. Con effetti tangibili, soldi veri, operazioni reali.
La Spal, insomma, non soltanto non fallirà come qualche avvoltoio spera – perché rilevare gratis una società così importante con attaccati trentacinque milioni di euro del fotovoltaico non è mica male come operazione finanziaria – ma addirittura riceverà quella linfa vitale per concludere questa stagione saldando tutti i (colpevoli, sia chiaro) debiti e progettando un futuro diverso magari con nuove forze all’interno dello stesso club in corso d’opera o a fine stagione si vedrà. Quel giorno, lo scrivo sempre da folle e sciagurato ottimista, è molto vicino. E quel giorno credo e spero che la dirigenza spallina avrà l’educazione e l’umiltà per scusarsi per le infinite difficoltà create, alcune delle quali dovute ad errori evidenti e a comunicazione sbagliata, qualcun’altra causata dalla crisi che c’è e dai tanti, troppi ritardi del fotovoltaico e non solo. Si dovrà chiedere scusa alla maggioranza dei tifosi che ha avuto una pazienza incredibile, alla squadra e allo staff tecnico che ha dimostrato una professionalità commovente, a tutti i dipendenti – scioperanti compresi – che hanno avuto mesi e mesi difficili se non impossibili e, più in generale, a tutti quelli che non hanno abbandonato la barca quando il mare era in burrasca a dir poco e pensare di arrivare a riva era, appunto, da folli e sciagurati ottimisti.
Ma dopo quell’umiltà necessaria con tanto di costernazione generale e obbligatoria, personalmente spero parta anche un bel pernacchione, di quelli belli rumorosi e infiniti, nei confronti di tutti quei gufi che non hanno mai, e sottolineo mai, pensato che fare la lista degli errori un giorno sì e l’altro pure – e non adesso che sarebbe stato anche plausibile ma già due, o peggio, tre anni fa – non avrebbe certo fatto bene a garantire un futuro all’amata (almeno a parole) Spal. Attenzione: non a Butelli che chissenefrega. No, alla Spal intesa come Società Polisportiva Ars et Labor, come squadra di calcio storica di Ferrara. Perché in questa lunga agonia che presto, insisto, finirà e finirà sorprendentemente alla grande, non c’è stato un imprenditore ferrarese che abbia fatto qualcosa di concreto. Tutti lì, sulla sponda o sul listone, a chiacchierare, commentare e predire una sparizione o un fallimento. A Roma, con fare anche simpatico, si usa un’espressione che detta con il sorriso è appunto anche divertente: li mortacci vostra, si dice. Ecco. Io, folle, sciagurato ottimista nonché filo societario che (vergogna!) diserta persino lo stadio e prende i soldi rigorosamente in nero da quel mascalzone di Butelli e deve esclusivamente a questo sito la circolazione del proprio nome e cognome, quell’espressione romana di cui sopra la uso e utilizzo e sbraito senza sorriso. Li mortacci vostra davvero. Mortacci vostra per chi sa soltanto spalare merda senza provare a capire e magari criticando, manifestando perplessità e delusione, esprime la propria, sana, giustificata, sacrosanta preoccupazione. Mortacci vostra agli “insultatori” di professione. Mortacci vostra per quelli che hanno l’odio dentro e parlano e parlano e scrivono e scrivono perché in fondo persino della Spal gli importa zero. Che vinca o che perda, che sia in crisi oppure no dormono tranquilli e tanto, poi, è meglio ripartire dai campetti di settima serie. Anche questa l’avevo già scritta: ripartiteci voi da quei campi, divertitevi voi a immaginare il fallimento e ad anticipare il de profundis.
Io ero, sono e continuerò a essere qua. A tifare e a soffrire per la Spal. Che il Presidente si chiami Butelli o Tomasi (Pagliuso no!) o Pinco Pallo. A non dormirci, ma sul serio, la notte perché preoccupato dalle voci, dai fatti, dal clima e, certo, anche dai tanti errori (soprattutto a livello di comunicazione) dalla dirigenza attuale.
Ho già comprato, alla faccia della scaramanzia, una bella, vecchissima bandiera della Spal la notte di Natale o poco prima. Una di quelle dei vecchi tempi, con il celestino pallido e le scritte in oro. Credo ci sia addirittura stampata la lettera “A”. Altrimenti che ottimista folle sarei. La sventolerò presto, quella bandiera. Ma non, sia ben chiaro, con spirito di rivalsa nei confronti dei denigratori o per pura amicizia con i dirigenti spallini. Assolutamente no. La sventolerò da tifoso spallino vero (e qui, almeno qui, critiche o lezioni non ne accetto da nessuno) per la serenità ritrovata e per il futuro assicurato. La sventolerò, anche se da lontano, altra mia ennesima colpa imperdonabile, virtualmente insieme con tutti i ragazzi de LoSpallino.com, con mister Sam, con il grande Beppe, col mitico Gigi Pasetti, col Martello Salvatori, con l’immenso nuovo Segretario Orlandini, con tutti i dipendenti della Spal, con il mio idolo e capitano Zambo, con bomber Rachid, con Luca il numero uno, con tutti gli altri ragazzi, con gli Estensi e i ferraresi che hanno sofferto davvero, con Steven Well, con i miei grandi amici spallini Claudio e Marco, con PV e tutti quelli che ci sono sempre e comunque e si divertono a prescindere, con il Comandante e con Ave e con mio fratello Sergio che è ferrarese anche se molti, quando parlano di società “straniera”, non se ne sono accorti. Chiudo qui solo perché due righe di commento le merita la grande e importante vittoria a Pisa. Anno nuovo, Spal nuova in tutti i sensi e da tutti i punti di vista. Il miglior primo tempo stagionale (meglio specificare: come sempre, ribadisco: sempre, l’ho vista in dvd ieri sera) e l’ennesima dimostrazione di un gruppo vero, serio e con qualità. Una squadra che prova a giocare sempre e che fin qui ha lasciato per strada ingiustamente o per ingenuità almeno sei, sette punti. Una squadra con individualità importanti, futuro assicurato e un signor allenatore.
Vabbé, basta così. Il tempo stringe. Il grande giorno si avvicina. Devo preparare la festa. Vado a spolverare la nuova bandiera. Alla fine, giusto o sbagliato che sia, sarà una vittoria di tutti. Di tutti gli spallini veri, intendo. Che siano a Pavia o a Roma, a Milano o a Ferrara. Bandiera ottimista la trionferà.

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