LA SPAL ANNULLA LA CORAZZATA TARANTO E GUADAGNA UN PUNTO PREZIOSO NELLA DIFFICILE RINCORSA VERSO LA SALVEZZA

SPAL-TARANTO 0-0
SPAL (442)
: Capecchi; Cosner (dal 43’ s.t. Ghiringhelli), Zamboni, Pambianchi, G. Rossi; Melara, Agnelli, Bedin, P. Rossi (dal 35’ s.t. Fortunato); Arma, Mendy (dal 5’ p.t. Laurenti). A disp.: Teodorani, Beduschi, Canzian, Marconi.
All.: S. Vecchi.
TARANTO (343): Bremec; Sosa, Coly, Prosperi; Antonazzo, Di Deo (dal 41’ s.t. Pensalfini), Sciaudone, Rizzi; Chiaretti, Guazzo (dal 24’ s.t. Girardi), Rantier (dal 30’ s.t. Alessandro). A disp.: Faraon, Cutrupi. Di Bari, Garufo.  
All.: Dionigi.
ARBITRO:  Ripa di Nocera Inferiore (Assistenti: Croce e Marinelli).
AMMONITI: Prosperi (T), Bedin (S), G. Rossi (S), Antonazzo (T), Rizzi (T) e Zamboni (S)
NOTE: giornata nuvolosa con sole a tratti, temperatura rigida, terreno in pessime condizioni. Si è giocato sotto la luce artificiale dei riflettori per tutta la durata dell’incontro. Spettatori 2.400 circa, (1.080 paganti, per un incasso di  € 8.407 e 1.129 abbonati, rateo di  € 5.778) con folta rappresentanza di tifosi ospiti.
Angoli: 6 a 3 per il Taranto. Recupero: pt 4′, st 4’.

Prima dell’incontro è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime del naufragio della Costa Concordia al largo dell’Isola del Giglio (GR).

FERRARA –  Terzo risultato utile consecutivo per la Spal che porta a casa un ottimo pareggio contro la corazzata Taranto che allunga così fa a otto turni la striscia positiva e fa salire a oltre cinquecento minuti il record di imbattibilità della propria porta, dimostrando di avere in dote tutte le credenziali per rincorrere il salto di categoria. Ferrara provincia di Taranto, scherzosamente si potrebbe dire visto l’incessante, colorato e indiavolato tifo di quasi seicento supporters rossoblù arrivati da ogni angolo del Nord Italia (sì, proprio così, dal Nord perché anche in Puglia non c’è grande entusiasmo, per così dire, nei confronti della tessera del tifoso) per vedere all’opera la truppa di Davide Dionigi, che a tratti ha potuto godere di una supremazia sugli spalti davvero imbarazzante. In campo, però, non è andata proprio così.
Si comincia con qualche minuto di ritardo ma i primi dieci giri di lancette del cronometro sono un continuo andirivieni di sanitari in campo e di calcio giocato ce n’è neanche a cercarlo con il lanternino: ne fa subito le spese Mendy che cade male sul ginocchio destro ed è costretto ad ammainare bandiera bianca al quinto (ma il gioco effettivo del franco-senegalese si limita a poco meno di una manciata di sfortunatissimi secondi), poi è Prosperi ad avere noie all’arcata sopraccigliare sinistra ma il coriaceo capitano tarantino riesce a continuare la partita e a prendersi una sciocca ammonizione per proteste nei confronti dell’assistente Croce. Più Spal che Taranto, dubbi non è lecito averne benché Vecchi sia costretto a riporre subito nel cassetto l’idea del 442 che tanto gli sarebbe piaciuto vedere all’opera: entra Laurenti (prestazione leggermente sottotono, forma affatto eccelsa del talento nostrano) che va a posizionarsi nella consueta posizione a sinistra con Melara a destra, la sorpresa di giornata Paolo Rossi (le sue quotazioni in campo dal primo minuto alla vigilia erano pressoché nulle) va completare con Agnelli la linea mediana di centrocampo e un battagliero Bedin davanti alla difesa con Arma, come sempre, unica invariabile soluzione offensiva.
Il Taranto si affida ai guizzi di Rantier e Chiaretti (pochi a dire il vero e tutt’altro che pungenti), con Guazzo a perdere nettamente il duello con un Zamboni che definire gigantesco è poco. Il primo tempo è nervoso, i pugliesi vanno inspiegabilmente per le terre troppo spesso lamentandosi con l’ottimo direttore di gara, Zamboni assesta tre colpi in serie a Di Deo, Rantier e Sciaudone che fanno capire che la Spal a fare la vittima sacrificale di turno proprio non ci sta. Un po’ intimoriti i rossoblù cercano di arginare la generosità estense, Sciaudone verticalizza alla meglio, Chiaretti e Di Deo tentano conclusioni improbabili che accarezzano i cartelloni pubblicitari della nostra Testata. Il primo tiro vero in porta è di Laurenti al ventesimo, Bremec di pugno gli dice che è meglio ripassare più tardi, nel caso, e sessanta secondi più tardi ecco gli ionici approfittare di una scellerata punizione di Giovanni Rossi e ripartire di gran passo dove ancora un gagliardo ed encomiabile Zamboni va a metterci la pezza decisiva. Si gioca al rimbalzo così fino al quarantacinquesimo, la Spal si fa vedere solo una volta con Paolo Rossi, il Taranto ci mette l’anima con Antonazzo sulla destra che Giovanni Rossi fatica a contenere: un primo cross per Guazzo vede finire a lato la conclusione dell’ex comasco, sul secondo c’è Chiaretti e la deviazione di Pambianchi a crear non poche noie al pur attentissimo Capecchi. Gioca a calcio la Spal, piace per la tranquillità e la disinvoltura dei suoi, chi non fosse al corrente della classifica, non poca fatica farebbe a capire chi è davanti delle due, certe alcuno immaginerebbe che sono proprio i ferraresi oggi a giocare per i playout.
La ripresa è figlia della prima parte di gara, dieci minuti di Taranto e due miracoli consecutivi di Capecchi, prima su Chiaretti, poi su Guazzo ben servito da Sciaudone abile ancora una volta a innescare i suoi dopo aver approfittato di una leggerezza di Cosner su angolo battuto novanta metri più a ovest, direzione “Campione”. Poi è solo Spal. Undicesimo, Arma scalda le lunghe leve e fa sapere a Bremec di tenersi desto, l’uruguagio capisce e para a terra. Passa un minuto e  Melara (fino a quel momento impalpabile) sale in cattedra con uno splendido pallonetto che mette fuorigiri Sosa, Agnelli di testa la accarezza per l’attaccante di Agadir che clamorosamente cicca la sfera a botta sicura. Anche ai migliori, a volte anche se non dovrebbe, capita. Due minuti dopo è sempre Melara ben innescato da Laurenti a servire ad Arma un’altra palla gol, tiro fuori non di molto. Diciassettesimo, il Taranto è alle strette e se capitolasse non ci sarebbe molto da dire: Melara regala ad Arma un pallone perfetto che deve solo essere messo in porta, Bremec è bravo più di quanto maldestra si possa pensare sia stata la conclusione del bomber spallino che sullo stop e anche sul tiro ha fatto invece tutto bene. Dionigi capisce il momento e cambia la batteria d’attacco, fuori Guazzo e Rantier dentro Girardi e Alessandro, lo spartito però non cambia e ancora una volta è la Spal a farsi pericolosa con Agnelli che pesca Arma dieci millimetri più avanti di dove la punta della scarpa marocchina avrebbe potuto arrivare strozzando in gola l’ennesimo urlo della “Campione”. Il Taranto continua a non vedersi, Pambianchi e Zamboni dietro non fanno passare nulla, Bedin è dappetutto, Melara e Laurenti si dannano l’anima al punto che il numero diciassette nostrano a dieci dalla fine chiama al grande intervento Bremec in calcio d’angolo dopo uno splendido tiro dai trenta metri. Si chiude così, con la Spal in avanti e Antonazzo che a gioco fermo (fuorigioco netto) regala a Capecchi la soddisfazione di compiere l’ennesimo prodigioso intervento di giornata e dimostrare a tutti i tifosi che nonostante i problemi, gli stipendi non pagati, le continue vicissitudini societarie e le diatribe con i creditori ancora in sospeso, la squadra ha tutta l’intenzione di onorare fino alla fine gli impegni presi con grande professionalità e spirito di abnegazione.

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