POZZI IMPROVVISA UN INCONTRO CON LA STAMPA E SPIEGA TUTTO SULLA SITUAZIONE SOCIETARIA. A SEGUIRE UN NOSTRO COMMENTO

Con l’addio del consigliere Gessi e i tifosi accorsi in via Copparo per avere spiegazioni è toccato al direttore generale Bortolo Pozzi fare il punto della situazione con stampa e sostenitori della Spal. Il dirigente bresciano si è prestato per oltre un’ora alle domande dei numerosi giornalisti presenti, mentre fuori gli ultras intonavano cori, ansiosi di potersi confrontare anch’essi con il rappresentante della società. “Per un mese e passa non ho parlato – ha detto Pozzi – perché non ce n’era motivo. Si rischiava di dire cose non giuste. Volevo aspettare la fine della vicenda della cessione, però mi son deciso a parlare perché stanno uscendo troppe cose non spiegate correttamente”. Pubblichiamo qui un estratto delle sue considerazioni, raggruppando gli interventi per punti tematici, in modo da favorire la chiarezza.

LE TRATTATIVE PER LA CESSIONE – “Con Santarelli la trattativa non è arenata, semplicemente abbiamo chiesto delle garanzie. Qualsiasi trattativa deve essere supportata da adeguate garanzie. Se no si corre il rischio di trovarsi entro poco tempo nelle stesse difficoltà di adesso. Non sarebbe bene cedere senza avere riscontro delle potenzialità economiche dei nostri interlocutori. Posso garantire che il presidente Butelli non ha scartato nessuna ipotesi, ma in questo momento è necessaria un’attenta analisi dello stato delle cose. Quello di ieri non è stato un forfait. Siamo stati Roma giovedì scorso e abbiamo ricevuto delle proposte, un’offerta scritta, pur senza un atto notarile formale. Quando ci sarà documento ufficiale allora si potrà discutere con i romani. Santarelli ha detto pubblicamente che la trattativa va avanti. Butelli è disponibile a parlarne. Ci sono stati diversi contatti tra i due, perciò il dialogo tra le parti c’è. Ma non è detto che sia la pista giusta”. Diverso il discorso con i lombardi: “La scorsa settimana ci avevano chiesto altri due, tre giorni di tempo per effettuare alcune verifiche, perché l’acquisizione della Spal rientra in un ragionamento più ampio. Ci sono stati contatti ieri e anche oggi. Ma abbiamo fatto presente che se non si stringono i tempi saremo costretti a rivolgerci altrove. Tutto deve risolversi necessariamente nel giro di qualche giorno, ma sui tempi precisi non mi sbilancio più perché sarebbe scorretto da parte mia e soprattutto non dipende direttamente da me”.

LO SPETTRO DEL FALLIMENTO – “Nel caso le trattative non dovessero andare a buon fine parleremo col sindaco e vedremo il da farsi. La Spal non ha questi debiti mostruosi: solo grosse difficoltà di finanziamento corrente. È una situazione diversa rispetto a Trieste, Piacenza e Savona. Purtroppo in questo momento il presidente non può fare fronte alle difficoltà della Spal attraverso le proprie risorse. Ma credo sia davvero molto difficile pensare che una società possa fallire quando vanta crediti altissimi per il fotovoltaico e debiti che si aggirano sui due milioni. Sarebbe ridicolo”.

IL MERCATO E LE SCADENZE – “Era nostra intenzione risolvere tutto entro gennaio anche per provare a fare qualcosa sul mercato, ma il tempo stringe. Sul fronte cessioni ci sono giocatori importanti che hanno delle richieste: di sicuro non li cederemo gratis. Chi andrà via lo farà solo di fronte a offerte congrue al suo valore. In caso contrario i contratti verranno fatti rispettare e nel frattempo cercheremo soluzioni per rimediare all’emergenza. I giocatori che in questi giorni hanno lasciato la Spal lo hanno fatto per trovare maggiore spazio, ma nel caso di Teodorani abbiamo già ovviato prendendo in prestito Costantino. E questo varrà anche nel caso di altre cessioni: proveremo a sostituire gli elementi in partenza con altri da prendere con questa formula”.

I SOLDI DEL FOTOVOLTAICO – “Le trattative con la merchant-bank svizzera per ottenere l’anticipo dei crediti del fotovoltaico sono ancora in piedi. Il problema su questo fronte sta nella somma che ci è stata offerta, assolutamente non adeguata rispetto alle attese. Si tratta di una soluzione che teniamo come ultima spiaggia, perché questi soldi basterebbero solo per sistemare questa stagione e la prossima”.

LA POSIZIONE DI DIRETTORE GENERALE – “Non è vero che la pista che porta alla cordata lombarda sia preferibile perché mi permetterebbe di rimanere a Ferrara: ho un contratto con la Spal, chiunque arrivi può pagare per scioglierlo. I miei sforzi sono esclusivamente concentrati nel cercare di mettere in sicurezza la società nei tempi più brevi possibili”.

L’ASSENZA DI BUTELLI – “Il presidente non è sparito, il confronto con gli altri dirigenti c’è sempre stato e c’è attualmente. Butelli non era sotto i riflettori nemmeno il primo anno, quando le cose andavano bene. Fa parte del suo carattere, ma questo non significa che si sottragga alle responsabilità: se non fosse così non avrebbe messo a disposizione i suoi averi per fare fronte alle difficoltà”.

La conferenza stampa improvvisata del Direttore Generale, Bortolo Pozzi, è stata una bella idea. Dopo tanto silenzio almeno i presenti hanno potuto sapere qualcosa dall’interno. Qualcosa che raccontiamo qui riportando le parole del Direttore. Il problema è che Pozzi, anche comprensibilmente, non può che dire quello che ha detto. Tentare di rassicurare, cioè, sostenere che la cordata romana non ha ancora dato sufficienti garanzie, che si vedrà che cosa offriranno i milanesi e male che vada si accetterà quell’offerta da usurai degli svizzeri (cinque milioni in cambio di trentacinque, quindi un anno e mezzo di Spal anziché dieci) dunque che non c’è il pericolo fallimento. Pozzi dice anche che i debiti non sono così tanti, che i pezzi forti non partiranno… E’ un grande comunicatore, il Direttore, e fa (bene) quello che deve. Ma la sua tranquillità stona con la situazione generale che è esattamente l’opposto. Poi tanto di cappello a un dirigente che ci mette sempre la faccia ma Pozzi sa bene che il tempo stringe e che la situazione non è affatto tranquilla come i suo ghigno sornione vorrebbe far intendere. Per la ragione di stato, poi, il Diggì deve per forza raccontare qualche bugia. Perché dire che Arma, Melara e altri non se ne andranno o è una bugia oppure è una carognata. I giocatori più ricercati, infatti, avevano avuto garanzia che se gli stipendi arretrati, o almeno una parte di essi, non fosse stata pagata entro lunedì sarebbero stati lasciati liberti di fronte – ovviamente – a offerte importanti. Ecco perché molti procuratori sono imbufaliti con Pozzi e con la Spal. Tenere di fatto prigionieri ragazzi con offerte e prospettive che fin qui hanno soltanto lavorato senza prendere un euro non è da signori. Certo, si dirà: ma bisogna pensare alla Spal non agli interessi di tizio o caio. Vero, ma le promesse sono promesse e tenere chi non vuole restare garantisce nulla dal punto di vista tecnico. Diverso sarebbe dire sinceramente che si aspetta venerdì, perché oltre non si può andare, e poi si decide. E attenzione: i romani, che oggi stanno visionando i libri contabili della Spal, sono ancora in corsa e una condizione l’hanno posta. Che dei big non parta nessuno. Se avranno le carte in regola per essere considerati attendibili anche da parte del Presidente Butelli e del Direttore Pozzi, conviene seguire questo accordo già fatto sui calciatori perché altrimenti la pista capitolina sfuma e stavolta per decisione loro. Viceversa da circa un mese si aspetta ogni giorno l’offerta vera dei milanesi. Offerta mai arrivata finora. Aspettiamo, dunque, e vediamo le reali garanzie. Ma lasciamo stare l’anticipazione dei crediti del fotovoltaico perché non si può sputtanare un affare di più di un decennio per coprire i debiti attuali e arrivare fino a giugno o poco oltre. Questo scriviamo da giorni: milanesi o romani o austriaci interessa a pochi. A tutti, invece, interessa soltanto la salvezza della Spal. Per ottenere questo serve soltanto una cosa. Soldi veri. Quindi che arrivino ora o che si venda e subito. Se poi nessuno offre allora lo si dica, si dia la possibilità alla controparte di replicare, e si vada dal Sindaco come, in ultima analisi, ha ammesso lo stesso Pozzi. et

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