ZANONCELLI, DAL MILAN ALLA SPAL COME GIOCATORE E POI COME VICE ALLENATORE: SONO RIMASTO POCO MA FERRARA MI HA COLPITO

Hai iniziato a scalciare nella tua città, Lodi Vecchio…
“Come tutti i bambini ho iniziato a dare i primi calci al pallone nell’oratorio del mio rione, per gioco e per divertimento. Poi, visto che il calcio mi piaceva e iniziavo a essere anche bravino, mi hanno proposto di giocare nella squadra del Paese l’A.S. Lodi Vecchio”.

Dopo la trafila nelle giovanili hai esordito, giovanissimo, nella prima squadra del Milan. Un bel salto di qualità…
“Avevo undici anni e Francesco Zagatti, l’allora tecnico del settore giovanile del Milan, mi ha visto giocare nella squadra del mio paese, gli sono piaciuto e mi ha subito selezionato e successivamente tesserato per il Milan. Ho fatto tutte la trafila nel settore giovanile fino a esordire in prima squadra. Un’emozione grandissima e indimenticabile. A quel tempo il mister del Milan era Nils Liedholm che durante Milan-Avellino decise di farmi entrare in campo facendomi così esordire in serie A a diciannove anni”.

Hai giocato in club molto importanti di serie A e B: Atalanta, Padova, Brescia, Lecce, Cagliari e non solo. Che voto dai alla tua carriera calcistica?
“Ho giocato in club più o meno blasonati che mi hanno permesso di affermarmi come calciatore, raccogliendo esperienze di vita importanti. I primi anni non sono stati semplici, complice l’incoscienza, la superficialità e il poco senso di responsabilità. Fortunatamente ho sempre avuto l’appoggio, il sostegno e soprattutto la fiducia dei miei cari che mi hanno permesso di maturare e di crescere come uomo fatto che mi ha poi regalanto in seguito tantissime soddisfazioni”.

Una partita di serie A che non puoi dimenticare e dove magari hai fatto gol proprio tu…
“Ho disputato all’incirca cinquecento partite da professionista e più che una singola partita preferisco ricordare le cinque promozioni consecutive che mi hanno permesso di vivere da protagonista per tutti quegli anni”.

Alla Spal ci sei arrivato a fine carriera: casualità o scelta?
“Il caso ha voluto che vivessi il mio ultimo anno da calciatore professionista a Ferrara nella mitica Spal. Ci sono arrivato dopo una lunga trattativa con la mia società di appartenenza che era il Crotone”.

Nonostante fossi a fine carriera e di conseguenza magari meno stimolato dei giovani, hai sempre dimostrato di essere un ottimo professionista arrivato a Ferrara non per svernare ma solo per vincere…
“Ferrara e la Spal meritano tutte le attenzioni del caso, è stata sicuramente un’esperienza di vita e anche professionale importante per me”.

Se non sbaglio hai ancora amici a Ferrara…
“Sì, non sbagli. Ho tuttora amici che saltuariamente sento e vedo per rivivere vecchi ricordi”.

Hai vissuto i vari problemi dell’epoca Pagliuso. Ti va di parlarne?
“Quel periodo è stato l’unico neo della mia avventura spallina. La società di Pagliuso è stata una vicenda tormentata, difficile, momenti drammatici non inerenti il calcio che hanno condizionato pesantemente gli eventi calcistici”.

Di cosa ti occupi adesso?
“Appese le scarpe al chiodo sono diventato allenatore professionista di prima categoria. Ho iniziato come collaboratore di Sonzogni prima e in seguito di Discepoli nella Spal. Poi è stato il turno del Napoli di Ventura, del Pizzighettone, della Giacomense, del Salò e infine del Carpenedolo”.

Programmi per il futuro imminente?
“In questo momento sono in procinto di trasferirmi in Australia come tecnico del Milan e collaborerò con un altro ex calciatore, Andrea Icardi, per gestire un’academy”.

 

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