PAZZI, MASOCHISTI, FOLLI, INCOSCIENTI… SEMPLICEMENTE SPALLINI. CHE NONOSTANTE TUTTO SPERANO DI VINCERE A TERNI

Bisogna essere pazzi per pensare – sempre e comunque e nonostante tutto – positivo. Pazzi, masochisti, folli, incoscienti o semplicemente spallini. Chi scrive è tutto questo e pure peggio. Ma, per fortuna, non è solo. Da qui la scelta di questa copertina in testa al nostro sito che, parere personale, dimostra bene la follia di cui sopra. Un tifoso inquadrato da solo che, spalle al campo, sventola con orgoglio la sua bandiera biancazzurra. Il tifoso in questione, poi, non è un tifoso qualsiasi. Si chiama Pietro Verri – per tutti PV di anni diciassette – e a Ferrara è conosciuto quanto Moana Pozzi nell’ambiente dell’hard. Non è la prima volta che cito l’amico Pietro nella mia rubrica. Questo perché lo considero un manifesto vivente e un esempio lampante di quello che, almeno per me, per lui e anche per altri ovviamente, è la spallinità. Una cosa, l’ho scritto anche martedì scorso, impossibile da spiegare che fa sì che la sera di una partita pareggiata in casa – una partita da vincere – ti aggrappi a qualunque cosa, anche a una che non si può scrivere, pur di pensare positivo.
Spal-Monza zero a zero significherebbe voler dire addio quasi definitivamente alla possibilità di evitare i playout. Spal-Monza zero a zero pochi giorni prima di un’istanza di fallimento significherebbe rassegnarsi a soffrire fino al termine sapendo già che ci toccheranno quei maledetti spareggi finali. Spal-Monza zero a zero significherebbe constatare per l’ennesima volta che basta un infortunio nel riscaldamento all’unica punta alternativa ad Arma, Marconi, per sapere in partenza che se ci sarà da sbloccare il risultato contro un avversario molto coperto non ci sarà la punta necessaria per provarci. Apro una parentesi breve: eccolo il problema tecnico vero aldilà di qualche errore di gioventù precedente: la mancanza della terza punta, altroché difensore! Chiusa parentesi. Spal-Monza zero a zero, scrivevo, significherebbe aver buttato al vento l’ennesima grande occasione. Spal-Monza zero a zero significherebbe inoltre una delusione dopo un primo tempo bello che faceva pensare a qualcosa di più.
Invece no. Invece il Viareggio ha raggiunto la Spal, il Monza resta avanti di un punto, lunedì prossimo ci tocca un posticipo impossibile in casa di una Ternana capolista che in caso di successo avrebbe già in tasca la promozione e, alla voce negatività, bisogna pure aggiungere che ci sono quattro giocatori bianncazzurri diffidati che in caso di ammonizione in terra umbra dovrebbero saltare la seguente e decisiva sfida casalinga contro la Reggiana. Calciatori che si chiamano Arma, Capecchi, Castiglia e Beduschi. Titolari inamovibili e, almeno i primi tre, insostituibili. Ma siamo alle solite. Le solite che spiegano perché l’uso del condizionale in quel “significherebbe” usato come conseguenza allo Spal-Monza ripetuto a mo’di mantra qualche riga fa.
Eccolo il punto. Qui nessuno si è arreso. Stiamo ogni giorno a scrivere del possibile fallimento, di cordate che appaiono e scompaiono nello spazio di un tramonto, di debiti, di divisioni, partiti, vicende extra campo (sic!)… siamo, insomma, alle prese con argomenti poco rassicuranti, eppure ci siamo. Eh già, siamo ancora qua, come canta Vasco, a crederci nonostante tutto. Magari siamo in pochi, viste anche le presenze al Mazza. Pochi ma buoni. Una minoranza di incoscienti e folli, sia ben chiaro, che però vive con lo spirito giusto l’ennesima marea di sfiga intesa come situazioni difficili e non come pali o arbitri cornuti. Non saprei se definire fatalismo questo modo di essere spallini, di non aver voglia a ogni risultato negativo o comunque non positivo di individuare il tradizionale capro espiatorio e sparargli addosso, di continuare a sostenere questa squadra come la Ovest ha fatto anche domenica dal primo all’ultimo minuto.
Ecco perché si va avanti ancora senza sbandierare bandiera bianca ma sbandierando invece bandiera bianca e azzurra proprio come fa PV spalle alla porta. Perché in fondo a noi, della partita, e qui cito un altro tifoso storico, Red, non ce ne frega un cazzo. E’ un paradosso, una provocazione, ovvio, ma è lo stato delle cose in questo complicato contesto che ogni giorno si arricchisce di voci e notizie, alcune smentite dai fatti a dirla e scriverla tutta, che non scalfiscono di un briciolo questa spallinità che non morirà mai anche se, ma non succederà, sarà ancora una volta un tribunale a decidere la nostra sorte. Anche in questo caso – e ripeto la personale convinzione stavolta non figlia di un folle ottimismo: non succederà! – guarderemo l’ormai famoso, meglio: famigerato, bicchiere pieno. Ci consoleremmo, infatti, con un po’ di sarcasmo sul fatto che nessuno ci potrà portare via appena pochi anni dopo il fattaccio il mitico ovetto. Quello, infatti, ce l’hanno già scippato.
Tornando al campo, lunedì prossimo c’è la capolista Ternana. Scrivevo sopra che battendo la Spal gli umbri sarebbero già con un piede in B. Aggiungo che un pari sarebbe oro. Insisto scrivendo che sulla carta abbiamo perso ancora prima di scendere in campo. Chiudo alzando le mani davanti alle quote degli esperti bookmakers che saranno ovviamente in direzione ostinata e contraria alla Spal. Dimenticavo, giusto per riallacciarmi alla follia come filo conduttore di questo articolo se non di tutta questa rubrica dal primo giorno della sua esistenza: perché non pensare di vincere a Terni? Perché non sognare un colpaccio. Dài cal vien. Forza Spal!

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