FRANCESCO CONTI, UNO SPALLINO DOC A LA SPEZIA: UN GIORNO SPERO DI RITORNARE MA NONOSTANTE I VARI PROBLEMI CONTRO DI NOI HO VISTO UNA GRAN BELLA SQUADRA

Sei uno spallino doc: nato a Ferrara e cresciuto nel settore giovanile della Spal…
“Come tutti i bambini ho iniziato a giocare nella squadra del quartiere dove vivevo, il Portamare Frutteti. Poi sono entrato nel settore giovanile della Spal partendo dagli Esordienti e facendo tutta la trafila fino alla Berretti. Otto anni molto belli, ricordo ancora i miei allenatori, Nicola Finessi e Gigi Pasetti, Vanzini, Benini e Casilli e per finire Daniele Simeoni”.

Il settore giovanile della Spal è da sempre una risorsa importantissima per il club ferrarese. Cosa ti ha insegnato la “scuola Spal”?
“Entrare nel settore giovanile della Spal è stata una grande fortuna da sfruttare nel migliore dei modi. Mi sono applicato al massimo ascoltando gli insegnamenti e cercando di imparare il più possibile. Inoltre ho adottato delle regole di vita, fuori e dentro il campo, molto rigide. Credo che questa esperienza mi abbia fatto maturare molto come persona, ho avuto la possibilità di confrontarmi e conoscere tanti ragazzi di ogni età e alcuni di loro oggi sono tra i miei migliori amici”.

Molte giovani promesse del calcio sono nate nel vivaio spallino e poi maturate nei settori giovanili di grandi club. E guarda caso molti di loro giocano nel ruolo del portiere…

“E’ vero. Il vivaio della Spal continua a sfornare ottimi portieri e credo che il merito vada soprattutto ai preparatori che, oltre ad allenarli a livello tecnico e fisico, ne esaltano le singole qualità tirando fuori il massimo da ogni di loro. Ho avuto diversi allenatori e ognuno di loro mi ha lasciato qualcosa. Una menzione particolare la devo fare a Tonino Ferroni che mi ha permesso di allenarmi con i portieri del calibro di Pierobon e Cervellati che tra l’altro è stato il mio allenatore nei tre anni che ho giocato in prima squadra. Con lui i primi tempi sono stati difficilissimi, fisicamente facevo fatica a tenere certi ritmi e certi carichi di lavoro ma con il passare del tempo i miglioramenti sono stati evidenti e ho iniziato a capire che avrei potuto fare questo lavoro a livello professionistico”.

Non è facile per tutti trovare il proprio spazio in squadre importanti e infatti tu hai dovuto fare una bella gavetta…
“Al tempo il calcio di serie C non era in crisi come adesso, non c’erano i regolamenti che incentivavano a schierare i giovani e le società stavano bene a livello economico, quindi la tendenza era quella di creare una squadra esperta spendendo anche parecchio. Le rose erano composte per la maggior parte da calciatori esperti a cui venivano affiancati due o tre giovani che in prospettiva potevano arrivare. Per i portieri era ancora più complicato viste le responsabilità che il ruolo comporta. In questo senso, le mie due esperienze nei dilettanti sono servite a farmi giocare con continuità nonostante fossi abbastanza giovane”.

Hai giocato nella Spal per diverse stagioni…
“Sono rimasto tre anni in prima squadra, sempre come secondo a Pierobon che a Ferrara era ed è ancora un’istituzione. Ho giocato veramente poco però sono stati anni importanti nei quali ho lavorato sodo con Ferroni. Ricordo che noi portieri iniziavamo ad allenarci mezzora prima della squadra e finivamo un’ora dopo. Fisicamente i primi tempi sono stati duri ma poi ho preso il ritmo e grazie anche ai consigli di “Piero”, cominciavo a sembrare un portiere di categoria”.

Cosa ti è rimasto di quegli anni?
“Tanti ricordi che mi porterò dentro per sempre: l’esordio in campionato contro il Brescello al “Mazza” e l’applauso della Curva Ovest la prima volta che ho difeso quella porta. La presentazione prima del ritiro estivo a S. Agata Feltria, i ritiri pre-partita in camera con Cancellato prima e con Cerbone poi, e tanti altri”.

Hai ancora contatti con i tuoi ex compagni di squadra?
“Capita di sentirsi ancora con qualcuno telefonicamente o sui social network, soprattutto con quelli dell’ ultimo anno come Artico, Pirri e Milana”.

I problemi societari della Spal ti hanno portato lontano da casa…
“Nell’estate 2004 la società mi mandò in prestito al Montevarchi con l’idea di farmi rientrare a fine anno per decidere il da farsi. Però poi la Spal, a fine stagione, fu dichiarata fallita dal tribunale e tutti i calciatori sotto contratto furono svincolati. Il Montevarchi colse la palla al balzo e mi propose di rimanere altri due anni offrendomi un buon contratto. Tra l’altro mi ero da poco fidanzato con una ragazza che era di questa zona e così mi sono fermato in Toscana”.

Sei stato un ex compagno di squadra di mister Vecchi e guarda caso la Spal in questi giorni ha giocato proprio contro lo Spezia. Che effetto ti ha fatto giocarci contro?
“Sarebbe stato molto più emozionante se avessimo giocato al Mazza: è il mio stadio e ci sono molto legato. Giocando a La Spezia è stato quasi come se fosse una partita normale. Devo dire che ho visto un’ottima Spal, ben messa in campo e con un’identità ben definita. Si vede la mano del mister che già quando giocavamo insieme era un allenatore in campo. Posso dire che la Spal avrebbe meritato il pareggio”.

So che a La Spezia ti trovi molto bene… Come sta andando il vostro campionato?
“Dopo una brutta partenza, siamo riusciti a ingranare e ora siamo terzi in classifica. L’obbiettivo dichiarato dalla società è quello di salire in serie B e fino alla fine ci proveremo. Se così non fosse tenteremo di guadagnarci il miglior piazzamento possibile  per i playoff”.

Sei chiaramente molto legato alla Spal e a Ferrara. Torneresti in biancazzurro magari per chiudere in gloria la tua carriera calcistica?
“Non posso che dirti di sì! Quello che ho fatto a Ferrara da calciatore mi è servito per forgiarmi come portiere. Mi auguro che in futuro la mia strada e quella della Spal si possano incrociare di nuovo perché essere il portiere titolare della squadra della mia città sarebbe un grande traguardo per me. Devo dire però che ora ho la fortuna e il privilegio di far parte di un progetto molto ambizioso qui a La Spezia, che potrebbe far fare un salto notevole alla mia carriera. Perciò spero di rimanere ancora a lungo in Liguria. Dopo anni di sacrifici sarebbe stupido non provare a cogliere questa occasione…”.

Fine carriera: allenatore, dirigente… o tutt’altro?
“Beh, spero di giocare ancora tanti anni e quindi non ti so dare una risposta. Certo, il calcio farà sempre parte della mia vita, magari a livello professionale o magari per divertimento con gli amici”.

Ti va di lanciare un messaggio ai lettori de LoSpallino.com che ci leggono?
“Vorrei fare i complimenti ai tifosi della Spal che, nonostante la difficile e precaria situazione societaria, non mancano mai di far sentire il proprio appoggio alla squadra ogni domenica. Sono convinto che continueranno così fino alla fine del campionato, dando quel qualcosa in più ai giocatori per raggiungere questa benedetta salvezza. Mi auguro che parallelamente si possano sistemare le varie vicende societarie nel miglior modo possibile per la città, per i tifosi, per i giocatori e per tutti i dipendenti della società. Ciao a tutti e forza Spal!”.

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