CENTO MAGLIE DA COLLEZIONE ALL’ASTA PER RACCOGLIERE FONDI DA DEVOLVERE AI TERREMOTATI, L’IDEA DI MICHELE PARAMATTI: “PROVO AD AIUTARE DOPO AVER RICEVUTO TANTO AFFETTO DA QUESTA GENTE”

minispot-la parola agli ex 4È stata presentata ufficialmente stamattina “Una Maglia per l’Emilia”, l’iniziativa pensata dall’ex difensore spallino Michele Paramatti di cui già avevamo accennato nella giornata di sabato: una vera e propria asta online in cui contendersi i cimeli, nella fattispecie maglie da gioco, messi assieme in quasi vent’anni di carriera, con il ricavato devoluto interamente alle popolazioni colpite dal sisma. Paramatti, nativo di Salara (Rovigo) ma ormai emiliano d’adozione ha spiegato così la sua idea: “La gente di queste zone mi ha sempre sostenuto e ora io voglio aiutare loro a rialzarsi, per la mia piccola parte sento il dovere di ricambiare. I ricordi mi resteranno sempre dentro, li metto a disposizione volentieri”. Tra quattro giorni il sito internet (www.unamagliaperlemilia.it) diventerà operativo e sarà possibile aggiudicarsi pezzi particolarmente pregiati come la casacca indossata da Franco Baresi nella sua ultima stagione da giocatore, la maglia di Ronaldo risalente al 14 settembre 1997 (giorno del primo gol del brasiliano in serie A, proprio al Dall’Ara di Bologna), la divisa numero ventuno di Zinedine Zidane e la maglia del Barcellona donata dall’ex compagno di squadra Lilian Thuram. Il patrimonio messo a disposizione da Paramatti si aggira su un totale di cento maglie e la base d’asta sarà di duecento euro, con la possibilità di rilanciare di cinque euro a fronte delle altre offerte.
L’iniziativa però sembra essere destinata ad allargarsi: “Mi piacerebbe che il sito diventasse un contenitore anche per altri calciatori: già alcuni miei ex compagni, come Giancarlo Marocchi e Jonatan Binotto, mi hanno detto che contribuiranno”. L’ex difensore ha riservato anche una battuta sul difficile momento storico della Spal, squadra in cui è cresciuto come calciatore: “Senz’altro una brutta situazione, si spera sempre di non arrivarci mai, ma purtroppo il calcio, come l’economia, ha delle difficoltà che tutti conosciamo. Sinceramente non conosco tempi e termini, ma spero che il tutto possa risolversi perché Ferrara merita di più. Mi ricordo, anche se erano altri tempi, le ventimila persone allo stadio per le nostre partite, per cui credo che l’entusiasmo si possa creare facendo le cose nel modo giusto. Mi auguro possano intervenire presto imprenditori o appassionati, a Ferrara potrebbero trovare un seguito importante”.

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