PER LA CESSIONE DELLA SOCIETA’ SI RIPRENDE A PARLARNE LUNEDI’. IN ROMAGNA RIMANGONO CAUTAMENTE OTTIMISTI, MA I TEMPI PER CONCLUDERE SI FANNO SEMPRE PIU’ STRETTI

minispot-notizie societariePiù i giorni passano e più si moltiplicano le mail, i messaggi, i commenti su Facebook. Il tenore è più o meno sempre quello: “Ma non ci dite niente sulla situazione della Spal?”. Fosse facile. Anche oggi, come spesso accaduto di recente è che la principale novità è… nessuna novità. Per quanto è stato possibile verificare, le trattative sull’asse Lucca-Rimini per la cessione della Spal sembrano andare avanti, malgrado da entrambe le parti viga la regola del silenzio. Più si va avanti e più si fa complicato ottenere informazioni circa l’operazione che dovrebbe portare al cambio di proprietà: dopo l’iniziale entusiasmo Oreste Pelliccioni, principale referente della cordata romagnola interessata a rilevare la Spal, ha adottato una linea all’insegna della discrezione, frenato probabilmente dalla reazione tiepida incontrata sull’altro fronte. La trattativa insomma non è priva di ostacoli e c’è ancora molto da fare. Se giovedì c’era l’impressione di poter giungere a un’intesa nel giro di quarantotto ore, adesso questa prospettiva sembra essersi miseramente sciolta sotto il solleone di luglio. Troppe le variabili in gioco, evidentemente. Chiaro che Cesare Butelli, pur con le spalle al muro, non intende svendere.
Ovviamente si ricomincerà a parlarne da lunedì mattina: domani è lecito credere che entrambi i professionisti delle due parti (Taddeucci e Dominici) possano prendersi una giornata di pausa dopo sette giorni di contatti fittissimi. La settimana entrante dovrà per forza essere quella decisiva: o la Spal viene venduta, o si va incontro a una fase che definire enigmatica (e pericolosa) è persino riduttivo. Già mercoledì arriverà impietoso il verdetto della Covisoc sugli adempimenti finanziari mancati: a quel punto rimarranno solo cinque giorni per convincere la Lega Pro – a suon di pagamenti di ingaggi e contributi – che la Spal può rimanere tra i professionisti. In Romagna rimangono ottimisti: non è stato imposto alcun termine per la chiusura della trattativa, segno che c’è la volontà di andare avanti – pur a piccoli passi – e chiudere la partita. Il tempo però è tiranno e urge pianificare l’aspetto sportivo, passato assolutamente in secondo piano di fronte al terribile quadro economico-societario. L’anno scorso la squadra si radunò il 13 luglio: c’era un allenatore, c’era un organico in via di definizione, c’era un ritiro in altura che attendeva i biancazzurri, c’erano dei programmi almeno sulla carta. Niente di tutto questo è presente ora, dettaglio che da solo dice molto sulla situazione.

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