CENTRO COORDINAMENTO E CLUB GALO GUERCIO: IL NOSTRO IMPEGNO PER SOSTENERE SEMPRE I BIANCAZZURRI

Il Centro Coordinamento Spal Club e il club “El Galo Guercio” sono ormai soggetti storici nel tifo spallino. In occasione dell’inaugurazione della nuova sede del Centro Coordinamento, che ospita entrambe le associazioni, abbiamo intervistato Valentina Ferozzi, presidente del Centro, e Giancarlo Lazzari, presidente de “El Galo Guercio”.

Valentina Ferozzi, presidente del Centro Coordinamento Spal Club

Cos’è il centro Coordinamento Spal Club?
“Il Centro Coordinamento è un organismo che principalmente fa da punto di riferimento e d’unione dei club organizzati di tifosi della Spal. Li coordina e ne fa da portavoce unitario verso la società. Al momento ci sono tre club associati: El Galo Guercio, Il Bondeno Spal Club e il Lago di Garda Club”.

Addirittura da Garda?
“Ci sono spallini ovunque, e non solo in tutta Italia. Non ci crederai, ma c’è una sorta di Spal club anche in America. Sono un gruppo di studenti dell’Arizona che ogni tanto vengono in Italia per fare degli stage, e tifano Spal. Quando passano da Ferrara vengono sempre a prendere qualche sciarpa”.

Quali altre funzioni ha il Centro Coordinamento Spal Club?
“Noi cerchiamo di essere un punto di riferimento anche per i tifosi in generale. Per qualunque cosa: informazioni, trasferte, fino all’anno scorso vendevamo anche i biglietti e gli abbonamenti. Per qualunque cosa si può venire nelle nostre sedi. Cerchiamo di essere un punto di aggregazione e di informazione per chi tifa Spal”.

Quando è nato?
“È nato nel 2002. L’allora presidente Pagliuso era abituato a realtà calcistiche più importanti, di serie B, con moltissimi tifosi e molte associazioni. Anche a Ferrara all’epoca c’era ancora molto movimento intorno alla Spal, diversi club in piena attività, e il desiderio del presidente fu quello di avere un referente unico per tutto il tifo, un unico interlocutore che raccogliesse la voce dei singoli club del tifo organizzato. E così abbiamo fondato un soggetto ufficiale, con tanto di statuto e un atto notarile. Da lì poi abbiamo iniziato a lavorare a Ferrara, ma siamo presto venuti in contatto con altre realtà, e oggi siamo iscritti alla F.I.S.S.C, di cui io faccio parte anche del consiglio nazionale”.

Cos’è la F.I.S.S.C.?
“E’ la Federazione Italiana Sostenitori Squadre di Calcio. Un organismo che raccoglie tutti i centri coordinamento delle squadre italiane, dalla seria A fino, da quest’anno, alla D, e discute di questioni legate al tifo, ma non solo. Si cerca di raccogliere dalle nostre esperienze al seguito delle squadre tutte quelle che sono le problematiche che il tifoso può incontrare: dalle barriere alla fatiscenza degli stadi, fino al grande lavoro che abbiamo fatto sulla tessera del tifoso. Abbiamo vissuto sulla nostra pelle tutte le incongruenze e le difficoltà delle recenti normative. Dalle scomodità per portare bandiere e striscioni allo stadio, fino a veri disagi e ingiustizie come vederci impedito l’accesso, o essere relegati in settori totalmente inadeguati. La F.I.S.S.C documenta e porta molte questioni direttamente al tavolo dell’osservatorio ministeriale, e incontra presidenti e direttori delle leghe. Ghirelli della Lega Pro, Abodi della serie B. Abbiamo incontrato il presidente Abete. L’utilità del nostro compito consiste nel fatto che noi viviamo costantemente lo stadio in prima persona, sia in casa sia in trasferta, abbiamo l’occasione di toccare con mano le problematiche più pressanti, e portarle dove vengono prese le decisioni”.

Qual è il risultato più importante a cui siete arrivati con la F.I.S.S.C?
“Beh, in generale il fatto che il nostro parere abbia nel tempo acquisito l’autorevolezza necessaria per sedere al tavolo dell’osservatorio, e poter vedere considerate le problematiche, vissute e documentate che ci arrivano dai club di tifosi in tutta Italia, o che riscontriamo noi stessi”.

A parte questi compiti istituzionali comunque vi occupate anche di organizzare il tifo ferrarese.
“Certo, anche se di queste attività se ne occupa principalmente il club El Galo Guercio. Comunque si lavora sopratutto per le trasferte, perché siano per il tifoso semplici semplici e piacevoli. Non deve essere altro che una bella giornata in cui si segue la propria squadra del cuore. E quindi ci premuriamo un po’ di tutto. Dal pullman all’organizzazione della giornata. Chiamiamo anche la polizia del posto per chiedere informazioni, ed eventualmente chiedere assistenza, farci scortare. Spesso si è reso necessario. Ad esempio, quest’anno a Lucca non ci è stata concessa e siamo stati aggrediti da un piccolo gruppo di tifosi avversari. C’è stata un piccola colluttazione purtroppo. Sono sempre episodi molto spiacevoli. Noi eravamo là solo per vedere la partita, come sempre”.

Qual è il vostro rapporto con i gruppi della curva?
“Beh, si può dire che al momento non ci sia un vero rapporto. C’è rispetto reciproco, ma ognuno va per la sua strada. Ci sono stati anni molto buoni, in cui andavamo anche via insieme in trasferta. Anche all’epoca di Tomasi. Poi c’è stato qualche fraintendimento e ci siamo abbastanza separati. Abbiamo modi diversi di fare tifo. Noi cerchiamo di essere meno offensivi. Il nostro vuole essere un semplice incitamento della Spal”.

Cosa dovrebbe essere il tifo oggi?
“Dovrebbe essere il supporto alla tua squadra, bene o male che vada, andando oltre anche al semplice campanilismo, e seguendola ovunque. Insieme al Galo Guercio siamo andati ovunque in Italia, e intendo veramente ovunque, al seguito della Spal, per sostenere quei colori che nonostante tutto non cambiano. L’amore per la squadra poi si può manifestare in molti modi. Ad esempio, quando qualche settimana fa è venuta quella nevicata che ha messo a rischio la partita tra Spal e Tuttocuoio noi siamo andati a dare una mano ai membri della società a spalare il manto del “Mazza”. C’è voluta un’intera giornata, ma alla fine la partita si è potuta disputare regolarmente”.

Quali sono i ricordi più belli di questi anni in trasferta al seguito della Spal?
“Beh, è sempre bellissimo quando veniamo accolti con grande amicizia. Quando nei posti si ricordano di noi. Poi capita spesso qualche episodio simpatico. Ad esempio, eravamo a Salerno un paio d’anni fa. Ricordo che alla radio locale che seguiva la partita dissero che c’erano cinque coraggiosi tifosi ospiti in tribuna. Eravamo noi, ovviamente. Uscendo dallo stadio abbiamo preso il taxi per andare in stazione, e il tassista, che stava ascoltando la cronaca, ci riconobbe e ci chiese se fossimo noi i cinque coraggiosi venuti giù da fin da Ferrara. Poi ci piace tornare a mangiare nei soliti posti, dove ci conoscono, a Gubbio, a Carrara, a Cesenatico. Tutti posti dove ormai ci accolgono, che ovviamente ora hanno tutti i gagliardetto e la sciarpa della Spal appesi in bella vista”.

Qual è il vostro rapporto con la società?
“Molto buono. Benasciutti lo conosco bene e da molto tempo e ci dà l’appoggio che ci serve. E’ molto utile avere il supporto della società, però non abbiamo nessun sostegno economico. Tutte le iniziative del Centro Coordinamento sono tutte sovvenzionate dal Centro stesso, che ovviamente si autofinanzia. Questo è molto importante per mantenere la nostra indipendenza”.

Cosa si auspica per il futuro?
“Forse una maggiore sinergia tra i club e le tifoserie della Spal. Meno individualismo e più dialogo potrebbero fare molto bene al tifo ferrarese. Da parte nostra noi stiamo cercando di migliorare quello che è il nostro lavoro. Abbiamo questa nuova sede con una sala riunioni in cui vorremmo iniziare ad ospitare anche noi riunioni ufficiali F.I.S.S.C. Poi abbiamo alcuni progetti che ci piacerebbe portare avanti, come andare nelle scuole. Ci sono possibilità di collaborazioni con il Consorzio “La Spal nel Cuore”. Insomma, se si vuole c’è tanto da fare per la Spal”.

Intanto avete appena aperto lo Spal Point.
“Sì, era un sogno che avevamo io e Benasciutti già dall’epoca di Pagliuso. Poi per diversi motivi non siamo mai riusciti a realizzarlo, fino ad ora. Nella nostra vecchia sede in via Bulgarelli avevamo allestito qualcosa di simile, ma solo ora abbiamo messo in piedi qualcosa di interessante. Sta andando molto bene. La gente viene per compleanni, ricorrenze. Anche i giocatori spesso passano da noi. Ora ci stiamo attrezzando per vendere anche attraverso internet”.

Com’è cambiato il tifo a Ferrara in questi anni?
“È cambiato l’entusiasmo, non il tifo. Chi viene alla stadio continua a tifare molto. Anzi, anche la tribuna, che è sempre stata un po’ “di mummie”, come recita il coro, è molto più attiva. Però c’è meno gente allo stadio. E’ colpa della categoria, forse anche della crisi economica. Ma principalmente perché non c’è stato ricambio generazionale nella tifoseria. Nessuno ha raccontato la Spal davvero bene ai più piccoli e li ha educati ad andare allo stadio. Forse per paura della violenza, o forse perché da un po’ di tempo a questa si preferisce il maggior spettacolo del calcio televisivo delle massime serie. Eppure lo stadio, il tifo e il calcio dal vivo sono esperienze estremamente emozionanti. Io ricordo, per fare un esempio, uno Spal-Vicenza dove ebbe luogo una delle coreografie guidate dalla curva più emozionanti di sempre. All’epoca a c’era Verri, capo storico di Astra Alcool, un ragazzo carismatico ed estremamente spiritoso. Erano gli anni Novanta. Stadio pienissimo, vicino alla sua capienza massima. Ad un certo punto in curva iniziarono a spuntare qua e là, uno dopo l’altro una serie di striscioni con sopra scritti tutti i peggiori risultati negativi del Vicenza, intanto tutto lo stadio inizia a fare “Miao, miao, miao…”, in crescendo, sempre più forte, fino a diventare un urlo assordante. Stiamo parlando di quasi ventimila persone. I tifosi vicentini assiepati del curvino est rimasero ammutoliti. Di pietra. Sbaragliati. Una scena che non dimenticherò mai. Andare allo stadio è sempre un’esperienza meravigliosa. Spero che i ferraresi tornino presto a riempire il “Mazza”.

Giancarlo Lazzari, presidente dello Spal Club “El Galo Guercio”

“El Galo Guercio” è ormai uno storico Spal Club. Quando è nato?
“È nato nel 1990, fondato da Giorgina Montagnini e Emer Cova nella sede storica della loro tabaccheria in Foro Boario.

Come è nato?
“Giorgina era molto amica dell’allora presidente Donigaglia, che la incalzava spesso con il suo entusiasmo. La Spal all’epoca stava andando molto bene, e le iniziative intorno ad essa si moltiplicavano. Così un giorno il presidente un giorno convinse l’amica e il marito, grande appassionato della Spal e della sua storia, a fondare quello che poi è diventato uno dei club storici. Il nostro striscione ormai segue da anni i colori biancoazzurri in casa e in giro per l’Italia. Non siamo mai mancati.

Com’è organizzato il club?
“E’ sempre stato molto ben organizzato e ora trova la sua sede qui insieme al Centro Coordinamento Spal Club, in corso Isonzo 42. Conta quarantasei iscritti, ma cerchiamo sempre di coinvolgere nuova gente nel nostro tifo e nelle nostre attività, che sono a stretto contatto con quelle del Centro Coordinamento Spal”.

Perché si chiama El Galo Guercio?
“È la libera traduzione del titolo di una canzone che Mazza ha ascoltato in Argentina quando andava a cercare i suoi talenti. “El Gagio Tuerto” si chiamava. In uno dei suoi viaggi, nel 1951, portò a casa il disco di questa canzone e decise di metterla allo stadio prima di una partita. La Spal quel giorno vinse, e da allora ovviamente la volle mettere sempre. Si può dire che è stato un po’ il primo inno della Spal. Emer, che ha sempre amato la storia della Spal sapeva di questo episodio e ha deciso di chiamare il club con il titolo di questa canzone cara a Mazza”.

Cos’è per lei seguire la Spal in trasferta per lei?
“Per me la trasferta è forse il momento più bello della settimana. Si parte, si sta via insieme, ci si diverte e si guarda la Spal. E’ sempre bellissimo seguire la squadra fuori casa”.

Cosa può aiutare il tifo a Ferrara?
“Beh, sicuramente scendere in una categoria inferiore non ha aiutato a migliorare il seguito della Spal. Io credo che una maggiore sinergia e collaborazione tra club potrebbe portare ad un miglior lavoro su iniziative per coinvolgere maggiormente il pubblico. Ma il lavoro è forse più ampio, e riguarda tutto il panorama sportivo ferrarese. Con il Centro Coordinamento abbiamo già diversi progetti in merito, e ovviamente tutta la gente che ha voglia di dare una mano è ben accetta”.

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