TAZZIOLI, LA BESTIA (BIANCO)NERA DELLA SPAL: AL MAZZA CI ASPETTA UNA PARTITA D’ALTRI TEMPI

Campionato di serie C2: Spal-Castelnuovo Garfagnana del 9 ottobre 2005, giocata a Comacchio. 2-1 per i toscani. Spal-Castelnuovo del 23 dicembre 2006, sempre C2, ma stavolta al Mazza con Leo Rossi in panchina: 2-2 con pari beffa degli ospiti al 94’. E ancora: Spal-San Marino del 9 dicembre 2007: 1-2 per la squadra del Titano. Cosa hanno in comune queste tre partite se non rappresentare ricordi spiacevoli? Sulla panchine avversarie c’era sempre Fabrizio Tazzioli, oggi allenatore della Massese che domenica arriva al Paolo Mazza. Uno che insomma se ne intende di vittorie contro la Spal. I lettori sono autorizzati ovviamente ai debiti scongiuri, anche ai meno nobili. Sta di fatto che Tazzioli, un’intera carriera spesa tra Toscana e dintorni ad allenare in C1 e C2 ora guarda all’imminente sfida come un’opportunità per un’altra impresa.

Mister, il suo bilancio contro la Spal è notevole. Può quasi dire di essere una delle bestie nere della squadra biancazzurra. Gli ultimi sei incroci parlano di tre vittorie, un pareggio e due sconfitte, peraltro di misura.
“(Ride fragorosamente) È vero, e se andiamo a vedere i trascorsi meno recenti ci sono state altre vittorie importanti: nel 1999 con la Carrarese interrompemmo l’imbattibilità della Spal di De Biasi. E l’anno prima vinsi col Pontedera, quella fu la prima volta in assoluto. La cosa incredibile è che la prima vittoria del Castelnuovo con la Spal, nel 2005, fu l’unica del nostro girone d’andata. Poi facemmo un ritorno alla grande, vincendo anche in casa”.

Domenica scorsa ha dichiarato che Spal-Massese non sarà decisiva in termini di classifica, viste le diverse partite ancora da giocare. Ma almeno in termini psicologici potrà esserlo?
“È così, comunque vada domenica nessuna delle due squadre ha ragione di mollare visto che manca ancora parecchia strada al traguardo. Non serve sia io a far notare quanto questo campionato sia strano e apertissimo. Ogni avversario può mettere in difficoltà squadre attrezzate come possono essere Spal e Massese, al di là dei rispettivi obiettivi finali. Devo dire che è un campionato atipico: ho partecipato alla serie D solo tre volte, ma ero abituato a vedere una squadra blasonata e un paio di inseguitrici. Qui invece giochiamo in un girone che vede addirittura tre squadre che hanno fatto la serie A in passato (Lucchese, Pistoiese e ovviamente Spal – ndr): solo questa la dice lunga sul livello di difficoltà. Detto questo, è innegabile che chi vince domenica piglia una bella spinta a livello di morale”.

La sua Massese dopo questo impegno e il turno interno contro il Mezzolara, avrà un finale teoricamente agevole, con avversarie che al momento fanno parte della cosiddetta colonna destra della classifica.
“Già, ma come dicevo prima bisogna diffidare dal calendario, perché nel finale i punti inizieranno a pesare molto di più e le squadre in difficoltà vorranno assolutamente vincere per salvarsi”.

Dopo i balbettii contro Castelfranco e Forcoli, con un solo punto in due partite, avete rialzato la testa, battendo l’ex capolista Piacenza e sfiorando il colpo al Porta Elisa di Lucca.
“A Lucca siamo stati polli, va detto: mentre eravamo in vantaggio abbiamo preso un secondo cartellino giallo che ha inevitabilmente condizionato la nostra partita. Poi sulla loro azione del pareggio c’è stato un fallo sul portiere che mi ha costretto a un doppio cambio visto che in porta abbiamo un under. E per fortuna che avevo la possibilità di farli, se no sarebbe stato un disastro! Ci è rimasto il cruccio di non essere stati cinici a sufficienza, come in diverse altre occasioni. I nostri punti sono meritati, ma ne avremmo potuto fare qualcuno in più se avessimo avuto la freddezza necessaria in alcune situazioni”.

In occasione della partita di domenica recupererà gli assenti della sfida col Camaiore, tra tutti il capocannoniere del girone Taddeucci. In questo momento la presenza di un uomo gol come lui sembra la differenza principale tra la Spal e la Massese.
“Beh, la Spal ha comunque una rosa di grandissimo livello, non ha un vero e proprio goleador, ma ha comunque giocatori in grado di farli in ogni situazione”.

Si diceva prima dell’equilibrio in campionato: che effetto fa vedere il Tuttocuoio là davanti a tirare la volata?
“Di sicuro la presenza del Tuttocuoio un gradino più in su delle squadre più blasonate può impressionare, ma a San Miniato stanno facendo cose importanti. Mi ricorda un po’ il mio Castelnuovo quando andava ad affrontare Spal, Reggiana e Ancona. Il Tuttocuoio ha allestito un bello organico e ha una società solida che viene da una percorso di tre anni in serie D, si può dire che in questo momento hanno raggiunto il massimo della loro storia. Per farlo serve una combinazione di fattori che evidentemente hanno trovato”.

Riavvolgiamo il nastro allo scorso ottobre: Massese-Spal, risultato finale 1-1. Una partita combattuta, sotto la pioggia, in cui i biancazzurri passarono in vantaggio e furono ripresi da un gol proprio di Taddeucci.
“A quel tempo avevamo mille problemi di formazione e tra l’altro restammo in dieci a inizio secondo tempo. In quell’occasione la Spal ci ha dimostrato di essere una grande squadra, ma anche noi abbiamo mostrato carattere, resistendo e facendo la nostra partita”.

Dopo quella partita iniziò il filotto di vittorie della sua squadra.
“Eh ma prima del filotto ci sono state altre due partite per certi versi incredibili. Prima lo 0-0 col Mezzolara, anche lì con un uomo espulso in modo molto discutibile e poi l’assurda sconfitta casalinga con la Bagnolese in cui creammo almeno dieci palle gol senza riuscire a segnare. Tirammo qualcosa come diciassette calci d’angolo. Arrivati a quel punto mi chiesi cosa fare, perché la squadra giocava bene pur non facendo risultato. Il gruppo però ha saputo compattarsi e con i dovuti aggiustamenti di formazione abbiamo aperto quel filotto di otto partite che ci ha portato dove siamo ora”.

La corsa al vertice ha risvegliato un po’ la città? C’è più attenzione ora sulle vicende della Massese?
“Quella di Massa è una tifoseria che magari non ha i numeri di altre, come per esempio Ferrara, ma è molto attaccata alla squadra. I tifosi ci sono stati vicini quando le cose non giravano e ci hanno spronato a reagire,  normale quindi che ora ci sia maggiore entusiasmo, i risultati positivi lo creano automaticamente. Penso che in generale possano essere molto soddisfatti dei progressi degli ultimi anni: quando ho preso la guida della squadra nel dicembre 2011 s’era a in Eccellenza a quindici punti dalla Lucchese che ormai era scappata. Ci siamo qualificati per i playoff, prima regionali e poi nazionali, facendo un’impresa”.

Playoff che in un’annata come questa diventano obiettivo secondario visto che di fatto non portano a una promozione.
“Sicuramente, ma è comunque importante farli e arrivare più in fondo possibile. Noi giustamente stiamo a parlare di primo posto, ma dovremmo anche tenere d’occhio cosa succede alle nostre spalle visto che bastano un paio di passi falsi per ritrovarsi Pistoiese e Castelfranco alle calcagna”.

Citava prima il suo arrivo a Massa, nel campionato di Eccellenza: come mai un allenatore come lei che ha sempre diretto squadre di serie C ha deciso di scendere in tale categoria?
“È stata una scelta di vita. Due anni fa io e mia moglie abbiamo adottato due bambini e quindi volevo rimanere il più possibile in famiglia. Massa è a cinquanta chilometri da casa mia, Barga, in provincia di Lucca. Così quando è arrivata la chiamata ho accettato: la Massese è una società storica e importante e ha una presidente con cui mi sono trovato in sintonia immediata. Ammetto che calarsi nella realtà dell’Eccellenza dopo quasi 350 panchine di serie C non è stato facile. Ma le motivazioni e la voglia di divertirsi mi hanno fatto adattare presto. Volevo rimettermi in gioco e ci sono riuscito”.

L’ha combinata grossa: se mai dovesse riuscire a portare la Massese tra i professionisti finirebbe per dare un dispiacere alla sua famiglia, con tutte quelle trasferte lontane da casa…
“(Ride di gusto) Ma in fondo è quello che voglio! Ed è quello che vogliono anche i miei figli che ora sono cresciuti e sono i miei primi tifosi, li vedo molto coinvolti in quello che faccio. Mettiamola così: se in estate mi chiamasse una società di un’altra regione come può essere la Spal non avrei problemi ad accettare di spostarmi e nemmeno loro! (Ride di nuovo)”.

In definitiva, che partita vedremo domenica?
“Penso semplicemente sarà una partita d’altri tempi, su un palcoscenico di altissimo livello. La Spal a prescindere dalla categoria rimane un’avversaria di grande fascino per chiunque la incontri, quindi le motivazioni verranno da sole. Speriamo non ci siano di recriminazioni di sorta e, se proprio devo dirla tutta, penso che un pareggio non dispiacerebbe a nessuno. Però andremo tutti in campo per vincere, non ho dubbi”.

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