GAME OVER, LA PISTOIESE ASSESTA TRE SCHIAFFI A UNA SPAL SCARICA E CANCELLA I PROPOSITI DI LEGA PRO

PISTOIESE 1921-SPAL 3-0 (2-0)

PISTOIESE 1921: Sestito; Maina, Collacchioni, Varutti; Giordani, Cecchi, Buglio, Belli (dal 32′ s.t. Lazzerini); Toledo (dal 20′ s.t. Gambadori), Gucci, Floriano (dal 35′ s.t. Bigoni). A disp.: Fedele, Dascoli, Barbero, Carnevale. All.: M. Morgia.

SPAL (442): Gallo; Fiorini (dal 15′ s.t. Cintoi), Marcolini, Calistri, Rosati; Laurenti, Del Mastio, Braiati, Marchini; Rocchi (dal 24′ s.t. Marongiu), Cubillos (dal 15′ s.t. Massaccesi). A disp.: Busato, Rizzo, Nodari, Shqypi. All.: D. Sassarini.

ARBITRO: D’Annibale di Marsala. (Assistenti: Malorgio e Marques).
MARCATORI: 2′ p.t. Gucci (P), 42′ p.t. Floriano (P) e 13′ s.t. Buglio (P).
AMMONITI: Collacchioni (P), Marchini (S), Gucci (P) e Del Mastio (S).
NOTE: giornata mite, cielo sereno, terreno in buone condizioni. Spettatori 700 circa, una cinquantina i tifosi provenienti da Ferrara.
Angoli: 6 a 5 per la Pistoiese. Recupero: pt 2’, st 4’.

PISTOIA – E’ stato bello crederci ma, come dicono in Toscana, non siamo mica tutti “grulli”, anzi, siamo già grandicelli da un pezzo per credere alle favole. Di fronte a un disastro societario annunciato, ma inopinatamente sepolto sin dalla scorsa estate – sindaco e amministrazione Comunale, oltre a Benasciutti, prima o poi dovranno rendere conto a chi ancora è innamorato della Spal di questo scempio – i biancazzurri di Sassarini lasciano al “Melani” di Pistoia ogni speranza ultima di promozione e (al di là della matematica) anche di playoff. Neanche li vogliamo sentir nominare questi inutili spareggi, è arrivato il momento di programmare sin da ora un futuro sportivo che, senza retorica, ipocrisie o allarmismi vari, non ha via d’uscita. Il rischio di un anno senza Spal è dietro l’angolo e allora con le mani in mano non si può stare quindi, consapevoli che questa dirigenza non ha futuro (e neppure presente) dalle parti di via Copparo, qualcuno venga a salvarci, con criterio e giudizio, con discernimento e passione. L’amore per la Spal e per la città, verrà di conseguenza. Ma continuare con questo imbarazzante andazzo, con la netta sensazione che questa squadra sia diventata una zavorra, un peso, un’inutile perdita di tempo per chi se ne dovrebbe invece occupare (quasi) quotidianamente, è francamente inaccettabile. Sbattuti, poi, in tivù, a regalare all’Italia che ci ha guardato, uno spettacolo miserrimo, di una pochezza inaudita.

Sassarini ha le sue colpe e anche oggi ha dimostrato tutti quei limiti oggettivi che fanno la differenza tra un allenatore che naviga tra i professionisti e uno ancora alle prime armi che lavora con i dilettanti: non c’è niente di male, migliorerà e ovunque andrà l’anno prossimo (o forse già domani visto che la società lo ha completamente destituito di ogni potere sui social network nelle ultime ore) imparerà probabilmente la lezione, evitando di cadere in tranelli che non gli rendono i giusti meriti. Cinquantaquattro punti, nelle condizioni in cui è costretto a lavorare da agosto sanno di miracoloso, nonostante abbia responsabilità evidenti, sia nella gestione dello spogliatoio e più in generale delle risorse umane che ha a disposizione, sia nella lettura delle partite a gara in corso, troppo spesso clamorosamente stravolte da cambi al limite dello scibile. Chi ha sbagliato davvero, però, non è Sassarini e non sono neppure i giocatori, sia chiaro.

La partita: 3 a 0 e tutti a casa, Spal molle e sulle gambe, pericolosa una volta in novanta minuti a quindici minuti dalla fine con l’appena entrato Marongiu al posto di un Rocchi che, più di avere un’oretta nelle gambe non poteva avere, visto il pregresso infortunio al ginocchio. E poi? E poi c’è (solo) la Pistoiese che, in un sol colpo, scavalca i biancazzurri nel computo degli scontri diretti in caso di arrivo a pari punti (il 2 a 0 a Ferrara serve solo per sprecare inchiostro sull’almanacco adesso) e, da questa sera, mette una seria ipoteca sui playoff e con la consapevolezza che domenica prossima al “Porta Elisa” potrebbe bastare anche un punto. La Pistoiese viene da cinque vittorie consecutive, la Spal ha la testa all’autogestione con cui è costretta a convivere da un paio di settimane a questa parte: 343 per Morgia, 442 per Sassarini, loro hanno Toledo, Gucci, Buglio e Floriano, noi neppure i parenti più stretti di Laurenti, Rocchi, Braiati e Marchini, benché il capitano sia tra i meno peggio. Meno male che c’è Gallo a salvare il salvabile, nonostante la pessima moda del momento di prendere gol dopo un paio di minuti: un Marcolini formato “presepe” guarda l’arcobaleno disegnato da Buglio cadere proprio sui piedi di Gucci che, precisamente, non segnava dai tempi di Benedetto XVI. Uno a zero per l’Olandesina e già ti chiedi quanto manca, sperando l’arbitro non la faccia troppo lunga. La Spal è come una vecchietta che deve fare i cento ostacoli, per farli li fa, ma intanto la Pistoiese, con il minimo sindacale, in chiusura di tempo assesta la zampata del kappò con un Floriano che sembre Ronaldinho e Fiorini un reduce di guerra. E due. Nel mezzo poca roba, Cubillos è tra i più attivi ma non basta, così come i tagli di Laurenti e le punizioni di Marchini. Atleticamente e mentalmente siamo rimasti a Ferrara.
La ripresa è solo un’agonia: la Pistoiese quando decide di buttare dentro il terzo gol lo fa senza chiedere il permesso: altra pregevole perla di giornata firmata da Buglio su cui Gallo può nulla, poi il portiere è bravissimo a scegliere il tempo giusto dell’uscita su cross del solito dieci toscano. Siamo 3 a 0 e c’è già per aria il tabellone luminoso che segnala i quattro minuti di recupero, quando Laurenti pennella per Marchini, scarico del capitano che termina fuori non di molto. E poi, finalmente, tutti a casa. 

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