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Dopo le prime due fatiche in campionato, è tempo di trarre alcuni spunti  di riflessione: il record, fino ad adesso, è di una partita vinta in casa e di una persa in trasferta. La partita casalinga è stata, per chi c’era, una battaglia combattuta a suon di sportellate sotto canestro, intensità agonistica a livelli altissimi per entrambe le squadre e tanti colpi di scena. Anche la partita di ieri in quel di Matera, se vogliamo, è stata una gara abbastanza equilibrata, con la Mobyt che è rimasta unita in difesa nei momenti di difficoltà in attacco (solo 2 punti in 8 minuti di gioco), senza permettere agli avversari di dilagare, salvo poi mollare mentalmente dopo i tiri segnati nel finale dagli esterni avversari, regalando alla difesa lucana alcuni palloni davvero banali.

La colpa di questi blackout in attacco è solamente frutto della poca lucidità mentale e del poco gioco di squadra. Prendiamo d’esempio un condottiero di enorme valore come Napoleone Bonaparte: pur essendo un grande stratega, pensate che davvero avrebbe conquistato mezza Europa, se avesse avuto a disposizione un esercito che, nei momenti di difficoltà, si fosse disunito e messo a correre in ordine sparso per il campo di battaglia? Io credo di no. Tornando alla pallacanestro, con questo mio excursus storico, non volevo di certo far figurare i giocatori della Mobyt come un gruppo di sprovveduti che alla prima difficoltà si fanno prendere dal panico, anche perché non è assolutamente così: basti pensare all’epilogo della partita casalinga vinta contro Lucca. Piuttosto la mia attenzione si era focalizzata sulla questione lucidità mentale e la sua conseguenza, disgregazione del gioco di squadra. Di certo non è una cosa che puoi imparare studiandola su un libro, sicuramente non ti possono aiutare in questo quei “programmi televisivi di stampo new age che ti insegnano il training autogeno” (giuro che ne ho visto uno), ma solo stando in palestra e giocando con i tuoi compagni puoi superare questo tipo di difficoltà. E coach Furlani non manca di rimarcarlo. Già nella fase di precampionato si erano visto alcuni momenti, logicamente molto più frequenti rispetto alle prime due partite ufficiali, in cui i ragazzi in campo perdevano la testa, dando la sensazione di non riuscire quasi più a giocare a basket, ma di svolgere solamente il proprio compitino. Con la prime due gare, fortunatamente, la situazione è migliorata: i ragazzi hanno cominciato a conoscersi meglio sia dentro sia fuori dalla palestra, i due americani sono entrati nell’ottica del giocare in un campionato come il nostro e le cose hanno cominciato a girare diversamente. Certo, solo il tempo potrà dirci se in questo particolare aspetto i biancazzurri riusciranno a migliorare, ma il pubblico è fiducioso e io pure.

Parlando dei singoli, vorrei fare il mio elogio a due giocatori in particolare: Bottioni in primis, capace anche nei momenti di difficoltà di riuscire a far girare la squadra. Purtroppo di tanto in tanto paga ancora l’eccessiva ingenuità portata in dote dalla sua giovane età. Il secondo è Spizzichini, sempre pronto a sacrificarsi in difesa e ad aiutare i suoi compagni in difficoltà. Ferri e Benfatto sappiamo tutti di cosa sono capaci, anche se nelle prime due fatiche, prima uno e poi l’altro, non sono riusciti a dare il meglio. Non c’è da preoccuparsi, come detto anche da coach Furlani, dell’andamento ondivago di Casadei; in queste due partite il tiro (suo punto di forza) non è entrato, ma un veterano come lui saprà risollevarsi e far vedere davvero agli avversari di che pasta è fatto. I due americani si sono ambientati benissimo e ci hanno fatto vedere cose molto buone, soprattutto nella metà campo offensiva (in due partite 35 punti per Jennings e 34 per Mays).

Per concludere, penso positivo per quanto riguarda le sorti di questa squadra: sicuramente i ragazzi sono i primi a non starci a perdere una partita come quella di domenica, trasferta difficile ma non impossibile. Sono sicuro che lavorando sodo in palestra, passo dopo passo, riusciranno a migliorare sotto tutti i punti di vista e nessuno è più adatto a questo ruolo di coach Adriano Furlani, il quale è stato capace, a metà della stagione scorsa, di risollevare una squadra che sembrava aver perso tutti gli stimoli necessari alla buona riuscita del campionato (in chiave salvezza), portandoli alla bellissima vittoria nei playout contro San Severo a suon di difese forti (marchio di fabbrica del coach) e attacchi pensati e preparati tantissimo in allenamento.



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