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La partita vinta a casa di Mantova si è fondata su quelle che – dopo 8 giornate possiamo dirlo – si stanno rivelando due certezze per la Mobyt: la grande intensità difensiva e l’importanza del contributo dato dalla panchina. L’intensità difensiva è tutto per una squadra come Ferrara. Lo aveva detto coach Furlani, anticipando che sarebbe stato complesso contrastare l’estro e la creatività avversaria. La Mobyt è una squadra quadrata, che necessita di punti di riferimento per poter controllare la partita e a Mantova le era richiesta una gara cerebrale ed intensa. Così i ragazzi hanno buttato in campo tutte le proprie energie e hanno cercato di non farsi trascinare dal ritmo avversario, costringendo a venti palle perse i padroni di casa e limitando il talento degli esterni che hanno tirato con percentuali disastrose (come il 18% dal campo del capitano Losi).

Ma non è solo questo: perché l’intensità ce l’ha messa anche Mantova e il piano partita fondato sul limitare Mays (0/7 dal campo) e Benfatto (6 punti a 10′ dalla fine) stava riuscendo perfettamente prima dell’espulsione di Jefferson. Se però il quintetto biancazzurro si era trovato in difficoltà contro l’atletismo avversario, nella sfida tra le due panchine non c’è stata storia. Il contributo alla causa dato da quella di Mantova è stato di 6 punti e 3 rimbalzi. Quello della panchina di Ferrara 28 punti e 11 rimbalzi. Ma al di là del palese confronto numerico è stata la capacità di cambiare radicalmente e repentinamente l’inerzia della partita l’aspetto più impressionante. Grazie ad Andreaus, Casadei e Infanti c’è stato un cambio di intensità (ancora lei), una fiammata, che ha portato in pochi minuti dallo svantaggio del primo quarto al +9 di metà secondo quarto.

Non bisogna sottovalutare quanto per i “titolari” sia importante poter condividere in toto le responsabilità dell’esito del match con tutto il roster. Non è un caso che nel terzo quarto, forse un po’ pizzicati nell’orgoglio per lo scarso contributo iniziale, Ferri e Benfatto abbiano portato la squadra al massimo vantaggio. E in tutto questo passa in secondo piano la pessima giornata di Mays, che non è mai entrato in partita e che ha provato a giocarsi in isolamento uno dei possessi decisivi, finendo per sbagliare, forzando una conclusione che avrebbe potuto costare caro. Fortunatamente in una squadra coesa come Ferrara, c’è sempre un compagno pronto a prendersi le proprie responsabilità per coprire le spalle all’altro in una giornata storta.



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