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Come ogni domenica dopo il match dei biancazzurri abbiamo stilato le pagelle.

MENEGATTI 6.5 – Il suo lo fa come sempre, e più che bene. Sui gol può far poco: sul primo è sfortunato, sul secondo sono i suoi difensori a ‘tradirlo’ clamorosamente. E’ bravissimo ad evitare il terzo su Orlandi e Talato.

PANDIANI 5.5 – Prova non convincente. La sensazione è che giochi con il freno a mano tirato: il campo? La scarsa fiducia che sente nei suoi confronti? Eppure queste occasioni dovrebbe sfruttarle al massimo ma così non è. D’accordo, quinto di destra non è il suo ruolo e, forse, neppure nel 424 il quarto di destra lo è. Probabilmente dovrebbe giocare anche più vicino alla porta e sicuramente Gadda non ha ancora inquadrato bene quelle che sono le sue reali potenzialità. Non poteva, non può e non potrà sostituire Lazzari ma neppure glielo si deve chiedere. Sarebbe ingiusto, sono due giocatori diversissimi. Ha il merito di confezionare l’assist per il gol di Personé, prima ancora dell’unico tiro in porta di tutto l’incontro: ok la forza, meno la precisione, troppo centrale. Dopo un paio di minuti è già nel libro ‘nero’ di Aversano che lo ammonisce frettolosamente: e lui ne risente.

SILVESTRI 5.5 – In generale non così sicuro come nelle ultime gare, ma d’altronde è giovanissimo e bisogna metterle in conto giornate così. Ha il suo bel da combattere nel gestire un Orlandi in giornata di grazia. Dei centrali è il meno peggio. Esce per esigenze tattiche nella ripresa.

(PERSONE’ 6) – Il gol e il merito di trovarsi al posto giusto nel momento giusto. Riapre il match, poi gioca a sportellate come sa fare con i difensori ospiti. Ma di palloni giocabili ne vede pochi.IMG_7227

LEBRAN 5 – Sul primo gol, quello di Romero, l’attaccante ex Pavia inspiegabilmente gli scappa via. Si ferma proprio, il nostro, pensando forse a una posizione di fuorigioco. Prende un’altra ammonizione – dopo quella comminatagli contro il Bassano – discutibile e sempre per eccessive proteste. Si rifà parzialmente andando in soccorso a Menegatti su di una puntata pericolosissima di Orlandi. Ma la dormita sul primo gol è una pecca mica da ridere.

GIANI 5 – Battaglia non salta neppure, lui arriva di rincorsa, in ritardo. A dire il vero sono in tre, liberi, a farlo indisturbati in mezzo all’area di rigore nell’occasione della seconda marcatura. Perché? Prima si fa prendere in mezzo da Talato su cross di Taddei che per poco non costa un gol, poi è Orlandi a mandarlo a pelle di leone e, per fortuna, c’è Lebran oltre a Menegatti a scongiurare la terza segnatura di giornata. E’ un bel mastino ma la sensazione è che non sia un leader difensivo: se in difficoltà, affonda con gli altri, pur con tutto il suo bagaglio di esperienza che si porta appresso.

SERENI 7 – Il migliore in assoluto della SPAL. Si perde il conto dei cross ‘In The Box’, ne sbaglia uno in novanta minuti. Autoritario, preciso, bravo a chiudere, testa alta e buona gamba, l’unico a dare un po’ di brio all’undici di casa nostra.

LANDI 6 – Sufficienza ampia per il solito motorino che, questa volta, va più lento del solito. Scalda la Ovest con una percussione che lascia sul posto tre uomini per poi crossare in mezzo per un Cozzolino in ritardo, si guadagna il rigore che poteva valere il 2-2. Sembra poco, ma nella desolazione di giornata, la pagnotta se la guadagna di diritto.

CAPELLUPO 5.5 – Già detto e ridetto: non può impostare il gioco, difetta di intuito, di rapidità e di tecnica oltre che di dinamismo. Perde una marea di palloni, qualcuno lo recupera, altri no. Presto si confonde con gli avversari.

BERRETTI 6 – Inizio convincente, qualche buono spunto, lampi qua e là. Poi si perde anche lui, come il resto dei suoi compagni. E’ su di un suo fallo commesso su Orlandi che nasce la punizione che porterà il Castiglione in vantaggio.

(ARRIGONI 6.5) – E’ arrivato da ventiquattro ore e sembra essere alla SPAL da sempre: grinta e agonismo – l’entrata che manda Talato anzitempo negli spogliatoi era da ‘arancione’ – ma anche tanta qualità. Giocatore di calcio vero, testa alta chiama tutti i palloni che può segnale e sintomo di un senso di responsabilità innato nel prendere per mano una squadra. Impatto migliore sulla partita non poteva esserci. Regista, mediano, mezzala e, addirittura trequartista: può fare indifferentemente quattro ruoli. Farlo giocare dal primo minuto con l’Alessandria non sarebbe un azzardo.

FALOMI 6 – Non in grande forma, ha un problema alla caviglia che lo condiziona. Gioca un tempo, gli arrivano pochissimi palloni ma su di un cross perfetto di Sereni è sfortunato a colpire la traversa. La sensazione che sia un ottimo acquisto rimane.

(VARRICCHIO 5.5) – Il rigore parato – il secondo dopo Bellaria – che toglie un punto alla SPAL non fa testo se pensiamo ai quattordici centri in stagione siglati da questo trentasettenne. Il capitano non si discute per un errore, ma per il nervosismo con cui è entrato in campo. Anche l’arbitro ci mette del suo, fischiandogli nulla a favore e ammonendolo per aver chiesto il giallo a Bonato, reo di perdere troppo tempo su di un rinvio (qui giustamente). Cincischia troppo in paio di occasioni favorevoli, segnale di scarsa lucidità. Tornava dopo due settimane dall’infortunio. Giornata no, in cui anche i grandi – come lui – possono incappare.

IMG_7115COZZOLINO 5.5 – Beppe-gol per un girone intero ha trainato la SPAL: insieme a Varricchio, non solo con i gol, ma soprattutto con costanza e sacrificio andando a giocare, addirittura, da ala in assenza di valide alternative. Non va dimenticato. E’ in calo, questo sì, la condizione fisica non sembra essere più brillante come quella ammirata fino a Natale. Ha un paio di buone occasioni ma le spreca, scegliendo quel passaggio in più al compagno che fa il bene solo del Castiglione, oltre a mancare il tap in vincente sulla traversa colpita da Falomi. E’ anche sfortunato quando, nel finale, Ruffini gli devia il pallone sul fondo di un nulla. Rientrava dopo la squalifica, ma lo stop forzato non lo ha evidentemente aiutato a ricaricare le batterie a dovere.

 

GADDA 5 – La squadra, oggi, non ha giocato. Niente mordente, niente cattiveria. Sconfitte come queste mettono in discussione tutto, anche la vittoria contro il Bassano. Dice che ‘Romero è un cliente scomodo da marcare in area di rigore’: a parte che è alto come i nostri e non è un folletto che scappa via da tutte le parti, ma Romero, con tutto il rispetto, non è Ibrahimovic. E le pessime condizioni del campo, che c’era anche per gli avversari, non è una scusante, semmai un’aggravante perché il Castiglione ha giocato palla a terra (!) annullando la Spal. Non può credere, come nel secondo tempo e con la Spal schierata con il 424, che le possibilità di pareggiare e/o vincere, aumentino in maniera direttamente proporzionale ai giocatori offensivi schierati. Cozzolino sta attraversando un momento di forma infelice, Varricchio è nervoso, dietro si prendono due pesche a partita, media di 1.5 (!) pur con interpreti nuovi di zecca e di esperienza come Giani e Lebran, anche oggi non esenti da responsabilità. E Pandiani deve giocare più vicino alla porta. Mancavano Paro, Lazzari e Paloni ma non è ammissibile pensare si sia perso per le assenze: è lampante che (non) giocando così si rischia grosso. L’inversione di tendenza è obbligatoria già da domenica contro l’Alessandria, i punti iniziano a pesare come macigni. Ma è una sconfitta pesantissima che avrà ovvie ripercussioni sull’ambiente e graverà di ulteriori pressioni una settimana che si annuncia di fuoco con la proprietà, e il Presidente su tutti, a essere inferociti per il misero spettacolo offerto oggi.


CASTIGLIONE

Bonato 7; Ruffini 5.5, Guagnetti 6, Battaglia 7.5, Pini 6; Prevacini 5.5 (dal 43’ s.t. Mangili NG), Taddei 6.5, Oliboni 6, Talato 6.5 (dal 29’ s.t. Gambaretti 6); Orlandi 7.5; Romero 6.5. All. L. Ciulli 8.



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