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Tra la SPAL e Paolo Indiani manca solo l’ufficialità che dovrebbe arrivare non al più tardi di venerdì. Se nel calcio esiste ancora un barlume di logica e guidata magari, come in questo caso, da solidi rapporti di amicizia – e qui tutti sono amici e si stimano profondamente a partire dai due diesse Vagnati della SPAL e Giovannini del Pontedera accomunati non solo dall’aver lavorato insieme per anni ma anche da un forte legame per il mister – allora è impensabile che il matrimonio, a differenza del 2007, non vada in porto.
Come già detto più volte, la società ferrarese ha occhi solo per il tecnico di Certaldo che, a sua volta, aspetta solo di essere liberato dal Pontedera per iniziare la sua nuova avventura all’ombra del Castello Estense.
Questa sera intanto, alle 19, summit tra Paolo Giovannini (diesse del Pontedera che ha, tra le altre cose appena allungato il contratto di un altro anno ndr) e Paolo Indiani: sarà, come è probabile, un incontro interlocutorio nel quale da una parte Giovannini cercherà di trattenere l’allenatore mettendo sul piatto l’allungamento per un’altra stagione; dall’altra parte del tavolo, a tenere banco, ci saranno le volontà di Indiani che ha tutta l’intenzione di spiegare le sue ragioni di un sempre più probabile divorzio. Non ne fa una questione di soldi, il mister, ma di ambizione e di stimoli. Di voglia di mettersi alla prova in una società blasonata come quella spallina e con un solido progetto da iniziare, che punti alla B nel giro di qualche anno. A sessant’anni da compiere, la prospettiva che gli si presenta di fronte è quasi irrinunciabile. E questo Giovannini, che è uomo navigato quanto Indiani, lo sa bene: benché forte del contratto in mano, sa, sotto sotto, di non avere argomentazioni altrettanto valide da controbattere per trattenere l’allenatore con cui ha costruito i successi più importanti in Toscana. Anche se le avesse, poi, non servirebbero a granché: a Pontedera, di fatto, il corso di Paolo Indiani è finito ed è impensabile che i toscani, a loro volta, decidano di trattenere un allenatore che, contratto a parte, resterebbe nella città della Piaggio per onorare l’impegno preso e, come nel suo stile, giocandosela con tutta la professionalità possibile, certo, ma nulla più. C’è la SPAL nel futuro di Paolo Indiani. Venerdì può essere il grande giorno.

Mister Indiani, siamo alle strette finali: è pronto per la SPAL?
“Chi non lo sarebbe! Sono pronto, sì, ma ancora non c’è nulla di ufficiale. Prima devo vedermi con la proprietà. Qualche difficoltà c’è ma non credo sia nulla di insormontabile”.

Difficoltà per quanto riguarda la sua situazione a Pontedera o difficoltà legate alle sue richieste per venire alla SPAL?
“L’unica difficoltà è quella che riguarda il mio contratto: ho un altro anno a Pontedera e per venire via bisognerà mettersi d’accordo o capire se esistono i presupposti per farlo. Secondo me ci sono, da parte mia c’è massima disponibilità per arrivare a Ferrara”.

Nel 2007, sotto la presidenza Tomasi, lei era a un passo dalla SPAL ma, proprio sul più bello, non se ne fece nulla. A Ferrara si dice, da sempre, che lei abbia appositamente alzato le richieste economiche all’ultimo momento perché corteggiato da squadre più importanti: cosa c’è di vero?
“Questo è un punto che va chiarito. La verità è un’altra e la gente deve conoscerla poi, per carità, non ho la pretesa di cambiare le persone. Ci penserà il campo, eventualmente. Ma ci tengo lo stesso a chiarire questa situazione perché preferisco essere criticato per gli errori che ho commesso e commetto sul campo e non per quelli che non ho mai commesso fuori: rifiutai la SPAL, è vero, e solo perché, da un momento all’altro, non ci furono più le condizioni. Mi dissero che sarei stato l’allenatore ma solo a patto che accettassi i collaboratori di Ferrara (Roberto Labardi e Tonino Ferroni ndr): mi volevano imporre preparatore atletico, allenatore in seconda e altri, mentre io volevo portare con me il mio staff, persone di cui mi sono sempre circondato e fidato nella mia carriera. Tutto qui. Posso essere criticato per questo e lo accetto, ma io sono un allenatore abituato a lavorare così, con il mio staff. E’ vero quindi che ho rifiutato la SPAL ma non per motivi economici ma perché le condizioni che mi volevano imporre non mi sono state bene”.

Con lei, quindi, in arrivo anche i suoi collaboratori?
“Non è detto. Chi lo sa, sono situazioni particolari e tutte da verificare perché anche loro hanno un contratto in essere, al momento, e lavorano per altre squadre. Diciamo che le condizioni generali, rispetto a qualche anno fa, sono cambiate”.

Cosa la porterebbe lontano dalla Toscana?
“La possibilità di misurarmi con una piazza importante come la vostra e quella di lavorare con il diesse Vagnati, che è stato, tra l’altro, un mio giocatore alla Massese. Non un giocatore qualunque, devo dire”.

Tra lei e Vagnati c’è un grande legame, un rapporto di stima e amicizia che assomiglia un po’ a quello che si è instaurato nel corso degli anni tra lei a Paolo Giovannini (l’attuale diesse del Pontedera ndr).
“Vagnati era uno di quei giocatori che piacevano al sottoscritto perché aveva tutte le caratteristiche per giocare nelle mie squadre: sono un allenatore che vuole uomini pronti a ‘buttarsi anche nel fuoco’, se necessario, gente che corre, che suda, che fa dell’agonismo la carta vincente, che si impone. Lui era così. Con Paolo c’è un’amicizia altrettanto forte: insieme abbiamo ottenuto i risultati migliori, non c’è nulla da dire, lo dicono gli eventi. E’ una persona competente, preparata e poi ha un pregio invidiabile: mi ha sempre fatto fare il mio mestiere di allenatore in assoluta libertà. Sembrerà una banalità per molti. Non lo è”.

L’anno prossimo la SPAL, che stando alle ultime notizie verrà inserita nel girone B, giocherà un terzo della stagione proprio sui campi che l’hanno vista protagonista in Toscana e che lei conosce benissimo.
“Mah, non saprei, l’ho sentito. Posso dire che in Toscana c’è tanto agonismo, più di quello che si pensa, persino superiore ai campi del sud. Una volta preso atto di quello che ci aspetta si comincerà a lavorare. Ma prima devo firmare e poi arriverà tutto il resto”.

Percentuali di vederla in biancazzurro?
“Non ne faccio. Io sono disponibile a venire. Ma non dipende da me. Ho un contratto, per il momento”.

Senta ma il suo grande amico Giovannini come la prenderà?
“Paolo è un grande amico, lo ripeto, non solo un grande professionista. Però io ho sposato un’altra persona (ride). Seriamente: penso che proprio per il rapporto che ci lega capirà la mia situazione e la mia ambizione. Se io e lui dovessimo dividerci al termine di questa bellissima esperienza vissuta a Pontedera, lo sarà solo da un punto di vista professionale perché la nostra amicizia rimarrà intatta: di lui ho una grandissima stima e, come me, sa che il calcio è anche questo. E’ soprattutto questo. Tutti nella vita abbiamo bisogno di nuove sfide e traguardi da raggiungere”.

Ci racconta qualcosa della ‘sua’ scoperta Arrighini? E’ vero che l’ha chiesto a Vagnati?
“Arrighini è un giocatore di 24 anni che ha segnato 32 gol in due stagioni con appena un rigore. Quando sono arrivato faceva la panchina: è finito con l’essere ambito da società di categoria superiore (il suo cartellino è a metà con la Reggina ndr). Chi non vorrebbe un giocatore così nella propria squadra? Hai voglia. Io per natura sono sempre ottimista perché la mia lunga militanza nell’ambiente mi ha insegnato che nel calcio non bisogna mai dire mai”.

Grassi e Pezzi sono altri due scudieri delle sue squadre che potrebbero seguirla alla SPAL.
“Ma neanche tanto: sono solo tre anni che li alleno, non è da una vita (ride). Però prima devo firmare per la SPAL, capisco che siete curiosi di sapere anche i giocatori ma ne parleremo solo dopo, con nero su bianco, se firmerò”.

L’aspettiamo a Ferrara la prossima settimana?
“No, non posso dire nulla adesso, davvero. Devo parlare con il direttore Giovannini prima e poi con la proprietà cui spetterà l’ultima parola, naturalmente. Una cosa è chiara: bisognerà decidere a breve il mio destino per il bene del Pontedera, del sottoscritto e della SPAL: solo così potremo metterci tutti a lavorare il prima possibile e programmare la prossima stagione con serenità”.



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