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Formalmente la SPAL, intesa come squadra, si dovrebbe riunire già lunedì per ricominciare la settimana di allenamenti che porta all’impegno casalingo contro la Carrarese. Ma ancora non si sa chi subentrerà. Per la terza stagione consecutiva (era successo anche alla Giacomense 2012-2013) la famiglia Colombarini cambia allenatore in corso d’opera. Resta da vedere con quale criterio verrà scelto il successore di Brevi. La lista degli allenatori disoccupati è particolarmente ricca di nomi, alcuni eccellenti ed altri meno, e tanti sono stati accostati alla SPAL nelle ultime due settimane. Vista l’abbondanza di possibili soluzioni conviene ragionare per categoria, più che sui singoli nomi. Almeno per il momento.

LA SOLUZIONE INTERNA – Parte della tifoseria reclama l’insediamento di Massimiliano Varricchio sulla panchina della prima squadra. L’ex capitano, ora tecnico della Berretti biancazzurra, garantirebbe la conservazione degli equilibri di bilancio e senz’altro sarebbe nome gradito alla piazza. Ma c’è un problema: non può allenare in Prima Divisione, ma solo ricoprire la carica di vice-allenatore. Varricchio ha infatti in tasca il patentino UEFA B, che permette di allenare fino alla serie D e in tutte le categorie giovanili, eccetto la Primavera. Per assumere la guida della prima squadra dovrebbe invece conseguire il patentino cosiddetto UEFA A (Professionisti di 2^ Categoria) con il supercorso di Coverciano. In altre parole una sua “promozione” passerebbe dall’assunzione di un “tutore”, ossia di una allenatore dotato dei requisiti appena citati. Insomma, uno stipendio in più da pagare in ogni caso. Per questo ha l’aria di essere una soluzione poco percorribile.
All’interno del settore giovanile biancazzurro sono due gli allenatori in possesso del patentino UEFA A: Gigi Pasetti e Fabio Perinelli. Il secondo in particolare ha già avuto una breve esperienza alla guida della prima squadra nella stagione 2001-2002, quando a essere esonerato fu Mauro Melotti. Perinelli attualmente si occupa degli Allievi Nazionali, ma potrebbe fare da traghettatore fino a giugno.

L’ALLENATORE “DI CATEGORIA” – Nel caso la dirigenza decidesse di investire una somma in un allenatore nuovo di zecca è possibile che vada a sceglierlo tra i cosiddetti “allenatori di categoria”. Tecnici abituati alla Lega Pro e che potrebbero accettare di prendere le redini della SPAL fino al termine della stagione, magari con un’opzione per quella successiva. Tra questi figurano Stefano Sottili (1969, due promozioni in Prima Divisione con Carpi e Venezia), Pierfrancesco Battistini (1971, due promozioni consecutive, dalla D alla Prima Divisione, col Perugia), Carlo Sabatini (1960, promozioni col Padova in B e col Mantova in Prima Divisione), Aldo Firicano (1967, una promozione in Prima Divisione con la Pro Patria), Leonardo Semplici (1967, dall’Eccellenza alla C1 col Figline Valdarno) e Giovanni Simonelli (1952, promozioni in C1 con Nola e Benevento).

GLI EMERGENTI – A questo filone appartengono allenatori di prospettiva, magari già transitati da Ferrara durante la loro carriera da giocatori. Tra i nomi circolati nelle ultime ore i più in vista sono quelli di Rodolfo Vanoli (1963, ultima esperienza in Slovenia col Koper) e di David Sesa (1973, dal 2012 al 2014 nella serie B svizzera col Wohlen).

I PESI MASSIMI – Le possibilità di vedere nomi di grido sulla panchina della SPAL sono attualmente basse. Perché certi allenatori, con trascorsi in serie B e addirittura serie A, si muovono solo di fronte a contratti particolarmente sfiziosi dal punto di vista economico. Anche se sono ex spallini, come Elio Gustinetti (1955, ultima esperienza all’Albinoleffe) o Alberto Cavasin (1956, fermo dal 2011 dopo il disastro Sampdoria). Per non parlare di Luigi Delneri (1950, fermo dal gennaio 2013) che sembra essere più un sogno che una prospettiva concreta. Teoricamente più avvicinabile è Gianluca Atzori (1971, doppio esonero alla Reggina) visto che da ormai un anno gravita attorno alla SPAL per via del figlio. Il giovane Alessio infatti milita nella formazione Berretti allenata da Max Varricchio. La sfida potrebbe stuzzicarlo, bisogna capire fino a quale punto.



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