Ricchiuti La Fiorita
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Trentasette anni, argentino, piedi buoni e una passione per il calcio rimasta immutata nel tempo: è l’identikit di Adrian Ricchiuti, vera e propria bandiera del Rimini. Il fantasista tascabile è giunto alla decima stagione con la maglia a scacchi (in due atti, il primo dal febbraio 2002 al giugno 2009, poi il ritorno nella passata stagione in D), ha tagliato il traguardo delle trecento presenze (secondo solo al difensore Gianfranco Sarti, 339, ndr), conquistato la terza promozione in Riviera ed è diventato il miglior marcatore della storia del Rimini.
Arrivato in Italia nei primi anni Novanta perché il papà carrozziere aveva trovato lavoro nel paese d’origine, Adrian viene notato dalla Ternana che gli fa sostenere un provino. Dalla città umbra parte un girovagare per l’Italia tra serie B (poca, col Genoa e la Pistoiese) e serie C (Carpi, Pistoiese, Livorno e Arezzo). Nel febbraio 2002 l’approdo a Rimini che cambia la carriera al Chico, per una cavalcata dalla C2 alla serie B, fino al sfiorare la A (nel 2006-2007). La massima serie arriva ugualmente, a 31 anni, con la maglia del Catania e Ricchiuti dimostra di saperci stare. Dopo quattro stagioni l’addio ai rossoblu, la sfortunata parentesi all’Entella prima di ritrovare i colori biancorossi e da protagonista riportarli tra i professionisti.

Adrian Ricchiuti, trecento presenze con la maglia del Rimini, record di gol e un ritorno tra i professionisti da protagonista. Forse in tanti, troppi, dopo l’addio a Catania ti consideravano un giocatore finito. Anche a Rimini c’era qualcuno che ti contestava nel 2009. Rivincita personale?
“No, il calcio è così. Nessuna rivincita personale. Avevo il desiderio di ritornare a indossare questa maglia che sento cucita addosso. Se hai voglia di giocare, se hai la passione, non conta l’età. E’ normale avere acciacchi a 37 anni, ma si superano anche questi. Spero di stare bene e dare una mano alla squadra. Ho fatto tutto quello che si poteva con questa maglia, ma non voglio ancora fermarmi”.

Questa passione, la voglia di rimettersi in discussione, ti ha portato a indossare la maglia de La Fiorita, formazione sammarinese, nel preliminare di Europa League, assieme a Tommasi e Selva.
“E’ stata un’occasione. Mi ha contattato Alan (Gasperoni, ndr), il presidente, perché hanno saputo solo pochi giorni prima della sfida col Vaduz di partecipare ai preliminari. Ho giocato sia a San Marino (La Fiorita-Vaduz 0-5) sia il ritorno (Vaduz-La Fiorita 5-1, gol di Tommasi, il primo del club in Europa). Una bella esperienza che spero di ripetere la prossima estate. Anzi, speriamo si qualifichino per i preliminari di Champions, così chiudo il cerchio, anche perché ho giocato in tutte le categorie (dalla serie D alla A), sudando per arrivare in Serie A”.

Arrivato giovanissimo in Italia, a Terni, ti sei affacciato da protagonista in B solo a 27 anni e in A col Catania l’esordio a 31 anni compiuti. Tardi rispetto agli standard, perché?
“Sono tanti i fattori. Penso che alla fine ognuno arriva quando la testa gli dice di arrivare. Per evitare polemiche con altre persone dico che è stata colpa mia. Ci sono tante persone che in questo mondo non fanno gli interessi dei calciatori, ma i propri. A volte mettono i bastoni fra le ruote e si fatica a raggiungere la serie A prima”.

La serie A raggiunta tardi, ma col Rimini la soddisfazione di vincere un campionato di C davanti a Napoli e Avellino e in serie B la prima rete segnata alla Juventus, oltre a un quinto posto alle spalle di corazzate come Juve, Napoli e Genoa.
“La Lega Pro di allora era più difficile. Non voglio mancare di rispetto a nessuno, ma c’erano giocatori più forti, perché c’erano più soldi. Quella serie C era più forte della serie B. Ora c’è più spazio per i giovani e il sistema è cambiato. Il gol alla Juventus, a Buffon campione del mondo, è storico. Il primo subito dalla Juve in serie B, non credo scenderanno ancora di categoria finché sarà in vita. Sfiorammo i playoff, fu un campionato strepitoso, credo sia il ricordo più bello per la Rimini del calcio”.

Finalmente nel 2009 l’approdo in A, in un’altra città di mare, Catania.
“E’ un’esperienza che rifarei altre mille volte. La serie A è il top. Auguro a tutti i ragazzi che iniziano a giocare adesso di arrivare a provare emozioni così. Per quattro anni me la sono goduta. A livello di società sono state simili le gestioni Bellavista e Pulvirenti. Lasciamo stare i casini che Pulvirenti ha combinato di recente. A livello di tifo sono due cose diverse. A Catania era serie A, ma per la B e la C anche Rimini ha avuto un buon tifo, come in tutte le città quando le cose iniziano ad andare bene, poi la gente va anche allo stadio”.

Ritorniamo ad oggi. Il Rimini è una neopromossa. La società parla di salvezza, ma la rosa autorizza a pensare a qualche obiettivo più ambizioso.
“Dobbiamo raggiungere la salvezza il prima possibile. E’ questo quello che ci ha chiesto la società. Il mantenimento della categoria è fondamentale, poi penseremo partita dopo partita. Abbiamo dei giocatori validi, anche i giovani sono interessanti: Bifulco, Mazzocchi e anche Lisi che tanto giovane non è. Hanno qualità, ma poi devono dimostrare il proprio valore”.

Quanto brucia il pareggio dell’esordio col Tuttocuoio, con il gol dei toscani in pieno recupero?
“E’ stata una partita equilibrata. Potevamo vincere, ma ci hanno raggiunto alla fine della partita. Una partita da Lega Pro. Noi bene nel primo tempo, ma nella ripresa non abbiamo fatto lo stesso gioco. Ci può stare il pareggio fuori casa”.

Domenica a Santarcangelo c’è Rimini-SPAL. Cosa pensi dei biancazzurri? Il neoacquisto Albertini vi ha raccontato qualcosa?
“Albertini non ci sarà perché si è infortunato, mancheranno anche Di Maio e Della Rocca che sono squalificati. Mi hanno detto che la SPAL lo scorso anno era una bella squadra. In autobus al ritorno ho guardato un po’ la partita e ho visto il 3-0 contro la Lucchese. Ha confermato quanto di buono fatto vedere lo scorso anno. Poi Cellini non lo scopro certo io, mi piace molto, ha fatto sempre bene in carriera. Sarà una partita aperta con due squadre che vogliono vincere. Noi abbiamo qualche assenza, forse giocheremo col 442 o il 424”.

Hai già disputato quattro sfide tra Rimini e SPAL. Due vittorie (gol nel 3 a 1 del 2003-04 Il gol) a Rimini e due pareggi a Ferrara, contro i biancazzurri di Sonzogni prima e Max Allegri. In pratica sei imbattuto contro i biancazzurri.
“(Ride, ndr) Sono state gran belle partite. Molto intense. E sfide sentitissime. A Rimini feci gol poi l’arbitro fischiò la fine. Abbiamo fatto ottime partite in casa, invece al ‘Mazza’ è sempre difficile far risultato. Ricordo un bello spettacolo in casa della SPAL, con una curva piena, forse non sempre negli ultimi anni per le vicende societarie, ma quello è successo anche a Rimini dopo Bellavista. E’ ormai normale in Lega Pro, tante spese e poche entrate e i risultati non arrivano. Speriamo in uno bello spettacolo in campo a Santarcangelo”.



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