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La conferenza stampa convocata martedì da Fabio Bulgarelli, che ha visto la partecipazione anche del vicepresidente Sauro Vaccarella e dell’avvocato Marco Cocchi, è stata l’occasione anche per approfondire diversi dei temi al centro dei contrasti tra lo stesso Bulgarelli e una parte della tifoseria della Pallacanestro Ferrara. Qualcuno, nelle scorse settimane, era anche arrivato ad elencare su Facebook gli interrogativi che un ipotetico giornalista avrebbe dovuto porre apertamente al presidente, per avere la sua versione dei fatti. In concreto non ce n’è stato bisogno martedì nella sala stampa del Pala HiltonPharma, perché molte delle risposte sono state incluse negli interventi dei tre presenti. Di seguito un quadro il più esauriente possibile di quanto detto, con le già citate domande a fronte.

1) Perché la societa non è stata venduta a Maiarelli?
Su questo punto è intervenuto, con un riassunto piuttosto articolato, l’avvocato Cocchi: “Per spiegare come sono andate le cose bisogna tornare indietro di un bel po’, all’estate 2014, quando Bulgarelli aveva iniziato a trattare per la cessione del titolo. In quella fase ci fu l’intervento dell’ingegner Maiarelli e questo scongiurò la cessione. Maiarelli promise un aiuto, nello specifico il coinvolgimento di soggetti imprenditoriali in grado di convogliare risorse sulla Pallacanestro Ferrara. Al mancato raggiungimento dell’obiettivo, con molta onestà, Maiarelli volle comunque tenere fede al suo impegno e si propose come possibile partner di minoranza della società alla volta di marzo 2015, quindi in tempi ancora utili per procedere con delle trattative. Bulgarelli, valutata la statura imprenditoriale di Maiarelli, decise però di cedere integralmente la società al suo interlocutore. Fino alla fine del campionato non ci fu più niente. Poi, a inizio maggio ci fu un incontro tra i due, in cui venne rinnovata da Maiarelli la disponibilità a rilevare totalmente la società: si aprirono le trattative e sembrava potessero concludersi in tempi rapidi, in modo da avere il tempo di impostare successiva stagione. Non voglio entrare nel dettaglio della trattativa e quindi parlare di cifre, però in quel periodo ricavammo l’impressione che non ci fosse l’intenzione di investire somme rilevanti, anche perché lo stuolo di partner che mesi prima sembravano all’orizzonte, in realtà non c’era. In altre parole ci saremmo aspettati un atteggiamento più da tifoso che da imprenditore. Per cui Bulgarelli si trovò davanti a una scelta: cedere la società a Maiarelli con queste premesse oppure continuare. C’è poi un ulteriore elemento che ha fatto propendere per questo secondo scenario: il periodo di due diligence tra le parti (la verifica dei conti e pratiche annesse) rischiava di allungare pericolosamente i tempi per la programmazione della nuova stagione. Al punto tale da poterla compromettere. Basti pensare ai contratti in scadenza a metà giugno. Per cui si è deciso di ringraziare Maiarelli e di comunicargli che non era opportuno proseguire. Bulgarelli avrebbe continuato a investire in maniera importante. Diciamo che le persone giuste probabilmente si sono incontrate nel momento sbagliato“.

2) E’ vero che la cessione a Maiarelli era subordinata all’assunzione di uno degli attuali dirigenti?
Il riferimento è all’attuale direttore generale Vittorio Veronesi. Sulla questione si è registrata una forte presa di posizione da parte dell’avvocato Cocchi: “Vittorio non ha voluto partecipare alla conferenza stampa per scelta personale, perché ritiene di non dover dare spiegazione alcuna e di aver sempre operato correttamente all’interno di quelli che sono i suoi compiti. Fa parte dello staff non certo perché raccomandato, ma perché sta facendo tanto e ha un ruolo che riteniamo fondamentale. Ha portato tante risorse economiche, ha avvicinato soggetti che si ritenevano inavvicinabili e ha avuto un ruolo fondamentale nell’accordo per il nuovo main sponsor dopo l’uscita di Mobyt. Malgrado l’uscita di scena di Veneto Banca, a cui Vittorio è legato per una questione di ordine familiare, è ancora al suo posto per il semplice fatto di rappresentare una importante per questa società”.

3) Perché si è rinunciato a Martelossi e Pulidori?
“La tabula rasa – ha spiegato Sauro Vaccarella – era necessaria a causa del conflitto di interessi interno tra addetti ai lavori. Su questo il presidente c’entra davvero poco. Sono stato io, per un anno e mezzo, a corteggiare John Ebeling assieme a Mario Capozza. Da tempo volevo riportarlo qui, perché pensavo fosse la cosa più giusta, senza nulla togliere a Pulidori e alla sua professionalità. Ebeling poi ha portato i collaboratori di sua fiducia come è giusto in casi del genere”. Sul tema è intervenuto anche l’avvocato Cocchi: “Al momento di programmare il futuro è stato ritenuto opportuno rivisitare gli organi societari, ds e principali collaboratori. Ma non per demeriti loro, bensì perché c’era già la volontà di rinnovare e portare a Ferrara Ebeling. Alcuni comportamenti, già accennati da Vaccarella, hanno tradito un mancato attaccamento alla squadra. Pulidori ha pagato a caro prezzo la sua visita a Maiarelli con Hasbrouck, mentre la trattativa era ancora in corso. Quello è stato un momento piuttosto triste, perché avrebbe potuto chiedere alla società di organizzare quell’incontro. Quest’ultimo elemento ha deposto a favore della sua sostituzione”.
Musica non troppo diversa al momento di parlare di Martelossi: “Il contratto di Martelossi – ha detto Cocchi – almeno per quanto ne sapevamo noi, prevedeva una clausola di uscita sia per lui sia per la società con scadenza al 10 giugno, ma una volta verificato abbiamo scoperto che per lui era stata posticipata al 25 giugno, mentre per noi era rimasta invariata. Non vogliamo accusare nessuno, ma anche questo ha contribuito alla scelta di un radicale cambiamento ai vertici”. L’intervento di Bulgarelli sulla questione: “Tra Martelossi ed Ebeling non c’era la minima sintonia: Ebeling aveva delle idee diametralmente opposte a quelle dell’allenatore, per cui è stata fatta una scelta in favore del ds”.

3) Perché è stata smantellata una squadra arrivata ad un passo dai quarti playoff per la A1?
In sintesi, i motivi sono – secondo Cocchi – legati al rinnovamento della dirigenza e dello staff tecnico: “La fiducia in John rimane intatta, ma lo dobbiamo smentire sul fatto che la squadra è stata costruita così per ragioni di budget. Ebeling ha ricevuto budget di tutto rispetto che gli è stato comunicato al momento di firmare il contratto e lui ha fatto delle scelte. Prendere sette senior e tre under non è stato altro che una scelta tecnica, perché si riteneva che tale configurazione e tali nomi fossero adatti alla categoria”. L’unico rimpianto sembra riguardare Amici. Così Bulgarelli: “Ad Amici abbiamo offerto un sacco di soldi, ma è voluto comunque andare via. Se si stanca di stare a Mantova lo riprendiamo anche domani”.

4) Perché la scelta di rincarare i prezzi dei biglietti per le partite di cartello?
“Abbiamo alzato i prezzi – ha rimarcato Bulgarelli – non perché volevamo soldi, ma solo per invogliare la gente a sottoscrivere l’abbonamento. Evidentemente abbiamo commesso un errore sul fronte del marketing. Con questa marcia indietro sono consapevole di mangiarmi la faccia nei confronti degli abbonati, pur rimanendo conveniente l’abbonamento. Faremo in modo di dare qualche ulteriore agevolazione agli abbonati”.

5) Perché una società economicamente sana praticherebbe una politica del genere? Mancano le risorse?
“Vorrei cercare – ha detto l’avvocato Cocchi – di smorzare tutte le polemiche su presunte difficoltà economiche della società. Quest’anno la somma investita per la squadra è particolarmente importante, facendo un paio di conti costerà 150mila euro in più dell’anno scorso. Per accedere al campionato di A2 c’è un’apposita commissione che valuta i parametri economici e finanziari, e in quella sede la Pallacanestro Ferrara è risultata più che a posto. Sono quindi immotivate le polemiche che portano a denigrare le capacità economiche della società. Le risorse per arrivare a fine campionato ci sono, così come ci sono quelle per continuare anche l’anno prossimo. Poi le scelte si possono sbagliare e gli obiettivi possono cambiare, ma la solidità non è in dubbio”.



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