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Doveva essere la domenica della spallata decisiva, si è trasformata nella domenica della caduta. Dopo tredici giornate la SPAL si ritrova a fare i conti con una sconfitta e come nell’occasione precedente (23 novembre, SPAL-Pisa) si tratta di una sconfitta interna con una diretta concorrente per la promozione. La Maceratese si è imposta meritatamente, giocando una partita di grande solidità e sfruttando al meglio le poche occasioni a disposizione. Sul fronte opposto la SPAL può senz’altro recriminare contro la sfortuna, ma ha confermato di soffrire gli scontri diretti (1 punto in quattro partite contro le tre squadre che la seguono in classifica). Ora il Pisa è ben visibile nello specchietto retrovisore, a soli 4 punti.

Come anticipato da Semplici alla vigilia, la SPAL vara una strategia improntata a stanare la Maceratese col possesso palla, ma gli ospiti tengono bene le distanze col loro 433 e di fatto non concedono spazi. L’unico pertugio in cui si infila Cellini causa un tamponamento da parte di Sabato che accende immediatamente le proteste dell’attaccante e di tutto il resto della squadra. L’arbitro però fa correre e decide bene, visto che Cellini attende palesemente l’arrivo del difensore per andare a terra. Un’altra cosa che si sapeva ben prima dalla partita è che i calci piazzati dell’ex di turno Togni avrebbero potuto creare qualche grattacapo e se ne ha dimostrazione in due diverse occasioni: prima con un colpo di testa di D’Anna su punizione laterale del brasiliano e poi su un angolo che fa calare il gelo al Paolo Mazza. Buonaiuto svetta in mezzo all’area e indirizza perfettamente vicino al palo, portando in vantaggio la Maceratese. È un gol che complica la partita della SPAL, perché i biancazzurri tengono il possesso senza mai velocizzare a sufficienza per trovare impreparati gli avversari. Cellini e Ceccaroni ci provano con soluzioni personali dalla distanza, ma non riescono a impensierire Forte. La chiave diventa allora il gioco sulle fasce: al 26′ bella combinazione Lazzari-Schiavon che porta quest’ultimo al cross, a centro area Mora si coordina per la volèe di destro, con palla che sfila altissima sopra la traversa. Il barbuto esterno spallino si rende protagonista poco dopo, mettendo un traversone apparentemente innocuo, ma determinante. Karkalis viene infatti ingannato da un rimbalzo e permette a Lazzari di rubargli il pallone a due passi da Forte: nel tentativo di rimediare il numero tre biancorosso affonda l’esterno spallino, obbligando Giua a fischiare il rigore nonostante le furiose proteste degli uomini di Bucchi. Tutto il rumore non distrae comunque Cellini, che trasforma di potenza pareggiando il conto. Gli animi però non si sono raffreddati e Bucchi paga il conto per tutti guadagnandosi l’allontanamento dalla panchina. Rinfrancata dal pari, la SPAL riprende il controllo delle operazioni con maggiore tranquillità e ha motivo di protestare per un contatto dubbio in area tra Finotto e Sabato sugli sviluppi di un cross di Lazzari. La partita rimane molto tattica e spigolosa e per vedere una conclusione degna di nota bisogna aspettare il finale di tempo: Castagnetti centra la traversa con un sinistro dal limite, con la traiettoria sporcata da un avversario.

Al rientro dagli spogliatoi l’atteggiamento delle due squadre non cambia granché: SPAL col possesso e Maceratese che va in contropiede quando possibile. Regnano agonismo e accortezza e per vedere occasioni a gol bisogna avere una certa pazienza. Potrebbe averne una la SPAL al 15′ ma Finotto anziché aprire in campo aperto per Cellini va in azione personale e si fa accompagnare fino alla linea di fondo campo dall’esperto Faisca. La Maceratese tiene bene e al 21′ assesta la sberla che sorprende ancora una volta i biancazzurri. La difesa spallina respinge su un pallone messo in mezzo da Togni, ma tarda a uscire in chiusura su Foglia, che approfitta per caricare il destro dalla lunghissima distanza. Branduani non ci arriva e questo significa 2-1 per gli ospiti. È un pugno nello stomaco dei seimila del Mazza, ma in campo la reazione non si fa attendere. Castagnetti prova a rispondere con la stessa arma e sulla sua conclusione da fuori area Forte si produce in una presa difettosa. Cellini è in agguato e va a colpo sicuro, finendo col tirare addosso al portiere a un metro dalla linea. L’errore inizia a far apparire spettri parecchio inquietanti al Mazza, Semplici lo capisce e per il finale vara uno schieramento super-offensivo con Di Quinzio e Zigoni in campo al posto di Giani e Zigoni. Le cose però prendono una piega di tutt’altro tipo e invece del pareggio arriva il trionfo su tutta la linea della Maceratese. A sette dal termine la difesa si perde Kouko (in posizione sospetta) e il numero dieci è libero di infilare Branduani senza alcun altro avversario nei paraggi. Sarebbe sufficiente questo per mandare i titoli di coda, ma in pieno recupero c’è ulteriore gloria per Buonaiuto che scatta in profondità, controlla e batte Branduani con un destro sul primo palo. È il sigillo definitivo su una giornata tra le più brutte della stagione. Dopo il comprensibile disorientamento, la curva congeda la SPAL con cori di sostegno. C’è ancora tanta strada da fare insieme.

SPAL-MACERATESE 1-4 (pt 1-1)

SPAL (352): Branduani; Gasparetto, Giani (dal 35′ s.t. Di Quinzio), Ceccaroni; Lazzari, Schiavon, Castagnetti, Grassi, Mora; Cellini, Finotto (dal 29′ s.t. Zigoni). A disp.: Contini, Beghetto, Bellemo, Capezzani, De Vitis, Ferri, Gentile, Posocco, Silvestri, Spighi. All.: Semplici.

MACERATESE (433): Forte; Imparato, Sabato, Faisca, Karkalis; D’Anna, Togni (dal 26′ s.t. Giuffrida), Foglia; Buonaiuto, Kouko (dal 39′ s.t. Orlando), Colombi (dal 28′ s.t. Fioretti). A disp.: Ficara, Clemente, Fissore, Cerrai, Potenza, Talamo, Massei. All.: Bucchi.

Arbitro: Sig. Giua di Pisa (ass.ti: Grossi e Bernabei).
RETI: 13′ p.t. e 48′ s.t. Buonaiuto (M), 30′ rig. Cellini (S); 21′ s.t. Foglia (M), dal 38′ s.t. Kouko (M).
Ammoniti: Togni (M), Karkalis (M), Lazzari (S), Zigoni (S).
Note: giornata fredda con presenza di vento, campo in buone condizioni. Al 31′ s.t. allontanato Bucchi (all. M) per proteste. Angoli: 4-1. Recuperi 2′ p.t., 0′ s.t.



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