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Nel giorno in cui le società di serie B dovevano consegnare i primi incartamenti per le iscrizioni alla stagione 2016/2017, il presidente Walter Mattioli ha voluto ufficializzare in prima persona quale sarà il campo alternativo della SPAL per la stagione 2016-2017: si tratta del Silvio Piola di Vercelli.

Scelta che può apparire inusuale, ma che è figlia di circostanze parecchio articolate. Come noto, da più di un mese si discuteva del “Dall’Ara” di Bologna come campo alternativo da utilizzare per eventuali partite di Coppa Italia e in un paio di campionato, nella malaugurata ipotesi che i lavori al Paolo Mazza si dilunghino oltre al termine prestabilito. I buoni rapporti tra le amministrazioni comunali avevano lasciato presagire una trattativa agevole, ma così non è stato al momento di scendere nei dettagli del potenziale accordo. Il Bologna, nella persona dell’amministratore delegato Fenucci, ha posto condizioni particolarmente onerose che hanno ben presto fatto desistere la SPAL e orientato la società di via Copparo a valutare altre soluzioni.

Così Mattioli sull’argomento: “Quando abbiamo iniziato a parlare con il Bologna ci siamo subito resi conto che non intendevano ospitare la SPAL per svariati motivi. Uno dei problemi messi sul tavolo dal Bologna riguardava la semina del manto del Dall’Ara, che non avrebbe comunque permesso di utilizzarlo ad agosto. In ogni caso ci è stata formulata una richiesta non giusta, valida solo per il campionato, di 45 mila Euro a partita per le prime due gare, 100 per la terza e 150 alla quarta; oltre a una fideiussione del valore di 300mila Euro a garanzia che non rovinassimo o sporcassimo il Dall’Ara. Probabilmente perché non ci conoscono o i rapporti non sono così stretti, ma comunque ho ritenuto non fosse giusto avere questo tipo di trattamento. Anche perché a noi lo stadio alternativo probabilmente servirà solo per la Coppa Italia, visto che l’amministrazione di Ferrara mi ha assicurato che i lavori al Mazza saranno conclusi in tempo per giocare la seconda di campionato in casa il 3 settembre”.

La scelta di Vercelli è arrivata dopo una ricerca dai tratti frenetici: scartate diverse città emiliane tra cui Piacenza, Modena e Reggio Emilia, si è guardato al Veneto (Padova e Vicenza), ma in quei casi sono arrivate le rispettive questure a porre il veto a causa dei rapporti molto tesi tra le tifoserie. Ancora Mattioli sull’argomento: “Abbiamo sentito anche San Marino, ma lì l’omologazione del campo arriva solo fino a 5mila spettatori, mentre il minimo per la serie B è 5,5. Anche Cittadella ci ha detto di no. Fortunatamente grazie all’aiuto del presidente di lega Abodi abbiamo trovato la disponibilità di Vercelli. Logicamente si tratta di una soluzione lontana, ma non si poteva fare altrimenti. Per cui non sono preoccupato, sono solo arrabbiato per come sono stato trattato da società con cui avevo un determinato rapporto. Se il Bologna mi avesse detto ‘Sta a cà da tì’ forse avrebbe fatto miglior figura”.

Rimane da capire quante partite la SPAL rischia di giocare fuori dal proprio stadio. Ammesso che questo poi accada per davvero. L’impegno più problematico è rappresentato dalla Coppa Italia in cui la SPAL entrerà al secondo turno, con le gare programmate per domenica 7 agosto. Mattioli a tale proposito pensa positivo: “Sto aspettando una chiamata dal presidente Abodi per capire se è possibile chiedere un’inversione di campo per la gara casalinga. Ma c’è anche una possibilità di avere una deroga nel caso i lavori siano arrivati ad un punto tale da permettere l’afflusso di 5.500 spettatori. In quel caso però bisognerà valutare che tipo di avversario affronteremo, perché lì entrano in gioco le valutazioni legate all’ordine pubblico. Su questo argomento ho intenzione di confrontarmi con il questore”.

La parte principale dell’intervento di Mattioli:



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