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I dodici alberi di corso Piave che si trovano sul lato della tribuna centrale del Paolo Mazza entro un paio di giorni non ci saranno più. I lavori di abbattimento, programmati nell’ambito degli interventi di adeguamento dello stadio, sono iniziati puntuali alle 8 di mercoledì, malgrado un manipolo di manifestanti pro-ambiente avesse tentato di ostacolarli con una protesta pacifica.
Ad aspettare i manifestanti c’era infatti un contingente formato da una dozzina di agenti di polizia, quattro agenti di polizia municipale e due carabinieri che hanno provveduto a transennare circa duecento metri di corso Piave, impedendo l’accesso a chiunque non fosse un addetto ai lavori o un residente dei palazzi che danno sulla strada.

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Due manifestanti, Giovanna Mazzoni e Marzia Marchi, si sono legate con funi e catene a due diversi alberi su corso Piave e via Cassoli (dove altri tre alberi verranno abbattuti) e da lì hanno condotto la loro protesta con alterne fortune. Con loro una quindicina di persone in tutto, ma il numero è oscillato di continuo nel corso della mattinata viste le tante presenze di passaggio. Diversi sono stati i curiosi che si sono fermati per capire meglio cosa stava accadendo. Non sono mancate parole di solidarietà ma anche di disapprovazione, se non di vero e proprio scherno.

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Da un lato ci sono le ragioni dell’amministrazione comunale, che nel delineare il progetto di adeguamento del Paolo Mazza ha dovuto tenere conto alla lettera delle prescrizioni ministeriali sulla sicurezza degli impianti sportivi risalenti al 2005. Per garantire il rispetto delle regole e installare i tornelli, si è optato per l’abbattimento dei quindici bagolari (Celtis Australis) e conseguente piantumazione di 48 altri alberi in zone limitrofe individuate dalla stessa amministrazione.
Dall’altro lato c’è il fronte dei manifestanti, convinto che l’abbattimento dei bagolari rappresenti uno sfregio di carattere ambientale e urbanistico e che potesse essere trovata una soluzione meno invasiva. Magari previa consultazione dei cittadini del quartiere. Molti infatti hanno riferito di aver saputo solo il lunedì del progetto, quando per la verità la questione era già stata anticipata lo scorso 6 giugno in una conferenza stampa riguardante l’andamento dei lavori.

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L’assicurazione sulle nuove piantumazioni in ogni caso non sembra convincere gli ambientalisti, che ritengono imparagonabile l’apporto di 48 nuove piantine in confronto a 15 alberi secolari. Secondo l’ex assessore Stefano Cavallini (ex Verdi, componente della giunta Sateriale) il Comune ha agito in maniera sbrigativa, senza pensare a piani alternativi: “Semplicemente è stata adottata la soluzione più rapida ed economica, perché questo è il sistema che viene adottato sempre più di frequente”.

Nessun rappresentante dell’amministrazione comunale si è fatto vedere nelle prime tre ore della protesta, in compenso l’assessore ai lavori pubblici Aldo Modonesi è intervenuto via Facebook, chiarendo la sua posizione e di conseguenza quella dell’intera amministrazione.



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