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Faccia da bravo ragazzo, ciuffo curatissimo, un eloquio toscano ancora venato da qualche piccola incertezza dettata dall’emozione, ma soprattutto dai diciannove anni compiuti dieci giorni fa. Alberto Picchi a prima vista è questo, il resto lo dovrà far vedere con la palla tra i piedi. Per ora ci sono le referenze che arrivano da Empoli e non solo per questo giovane centrocampista classe 1997: “Alberto era quello che ci mancava a centrocampo per completare il reparto”, ha detto il ds Vagnati. “La trattativa con l’Empoli – ha proseguito – è stata lunga perché la società aveva pensato di tenerlo e questo fa capire il suo valore. E’ un ragazzo di cui si parla benissimo e ha fatto subito un’ottima impressione a me e al mister. Ora sta a lui dimostrare che merita tutti gli elogi che ha ricevuto finora”.

Picchi, a Ferrara da cinque giorni, ha incassato le belle parole con la giusta dose di modestia: “Non amo tanto parlare di me, del mio ruolo e di quello che so fare in campo. Posso dirvi che gioco da mezzala, ma posso fare anche il trequartista e l’esterno. Quello che più conta per me è dare il massimo in campo, a prescindere dalla posizione. Essere a Ferrara per me è un onore e qui devo dimostrare quanto valgo. Ovviamente ogni giocatore vorrebbe provare a raggiungere la serie A, ma dal punto di vista personale sentivo il bisogno di un’esperienza intermedia, perché l’impatto con la serie A è importante e non l’ho mai provato. Penso quindi mi farà bene confrontarmi a questi livelli e mi ritengo fortunato di aver trovato una società come la SPAL, che punta sui giovani e ha un seguito così grande. Mi avevano già detto che i tifosi qui si fanno sentire, ma dopo averli visti ieri sera alla presentazione sono rimasto comunque colpito. Mi ha un po’ scombussolato vedere tutta quella gente”.

La sua estate è stata contraddistinta dalla partecipazione all’Europeo Under 19 assieme a Meret, Pontisso e Ghiglione: “E’ bello ritrovare qui alcuni dei compagni con cui ho condiviso l’esperienza dell’Europeo. Abbiamo lottato insieme e siamo arrivati in finale. Sicuramente è stata un’esperienza importante, perché incontrare avversari di quel calibro aiuta a crescere sotto l’aspetto tecnico e mentale”.
Oltre alle aspettative di addetti ai lavori e del pubblico, Picchi si porta dietro il fardello di un parente davvero illustre: il giovane centrocampista è infatti il pronipote del leggendario Armando, il libero della Grande Inter di Herrera passato anche per Ferrara nella stagione 1959-60 (quella del quinto posto in serie A della SPAL). “Armando Picchi era il cugino di mio nonno. Che dire? Fare anche solo il dieci percento di quello che ha fatto sarebbe già una soddisfazione e un onore”. Tra le altre cose, il campionato di B permetterà a Picchi di giocare quello che per lui è un vero e proprio derby visto che la sua città di origine è Livorno: “Incontreremo il Pisa e per me le motivazioni saranno sicuramente doppie perché la rivalità c’è e si sente. Speriamo possano essere due belle partite”.

In coda alla presentazione, il ds Vagnati ha ribadito con fermezza che il mercato della SPAL è chiuso. Salvo poi specificare: “Di cose importanti non ce ne saranno più. Dovevamo soddisfare delle richieste e l’abbiamo fatto. L’organico conta venticinque giocatori e questi bastano, per cui rimarremo così. Ora pensiamo a Benevento. Se poi qualcosa succederà, sarà solo negli ultimi giorni”.



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