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Fuori la folla si accalca per vedere qualcosa. Un giornalista dice: “Fate passare, tanto non entrate”. Invece entreranno tutti, una volta finita la conferenza stampa. Sergio Floccari arriva allo Spal Store di via Voltapaletto nel centro di Ferrara poco dopo le 18, sciarpa biancazzurra al collo e fisico asciutto, pettinatura impeccabile. Si presenta al presidente Mattioli e al patron Simone Colombarini, non lo avevano ancora conosciuto nemmeno loro. Il nuovo bomber spallino è uno di quegli acquisti che vogliono dire tanto, per tutti. E’ un ulteriore passo verso quello che sarà, verso quello che la gente di Ferrara sogna da tempo immemore. La presentazione in grande stile lo dimostra: lo Store è ovunque addobbato con le varie maglie che recitano tutte: 10 Floccari. Quando arriva lui, da fuori si alzano i cori: Alè la Spal Alè. C’è entusiasmo e come potrebbe essere altrimenti. “Sembra arrivata Sua Maestà”, dice qualcuno, “Sergio Leone”, dice qualcun altro. E invece quando Sergio prende la parola intona ogni discorso all’insegna di un’estrema umiltà, non certo scontata per uno che da anni gioca e segna solo in serie A, che ha purgato la Juve facendo ammattire l’Olimpico, con la maglia della Lazio e che ora è alla Spal, non certo per svernare: “Ritengo di essere ancora in grado di potermi divertire, per questo sono qui”.

Non c’è niente di sopra le righe nel suo tono, nessuna supponenza nelle sue parole, solo la ferma intenzione di calarsi in una situazione per lui completamente nuova: “Ho chiesto in giro a diversi colleghi e mi hanno detto tutti che la B è molto cambiata negli ultimi anni. E’ un campionato lunghissimo, impegnativo a livello fisico. Mi aspetto un campionato difficile, prima ci si immerge in questa realtà meglio è”. C’è ancora una volta il direttore generale Davide Vagnati dietro la buona riuscita di questa trattativa, nonostante la concorrenza di varie società blasonate, tra cui Cesena e Bari: “In una prima fase sembrava difficile la trattativa, poi il direttore Vagnati è stato molto determinato, chiaro, diretto nello spiegarmi che società è la Spal. Allora ho capito che Ferrara era il posto giusto per me”. Ma come sta, Sergio Floccari? Perché è stato escluso dalle scelte di Donadoni nell’ultima sua esperienza in A, al Bologna, da dove proviene: “Ho avuto qualche problema fisico ad inizio stagione. Adesso è da tre mesi che mi alleno con continuità. Poi ho visto che si facevano altre scelte, si preferivano ragazzi molto più giovani. Sono rimasto qualche giorno in più perché questo ragazzo che era arrivato (Petkovic, dal Trapani, ndr) non era in perfette condizioni, ho dato la mia disponibilità ma era già tutto fatto con la Spal”.

Oggi il primo allenamento agli ordini di mister Semplici, l’intesa sembra esserci già, i due parlano la stessa lingua quando è ora di calcio: “Mi ha spiegato quali sono le sue idee di gioco, che dopo le esercitazioni di oggi mi sono già chiare e mi piacciono molto. E’ una squadra che prova sempre a giocare palla a terra. Abbiamo parlato di cose tattiche, siamo andati nello specifico”. Domani, col Benevento, Floccari è infatti già tra i convocati e se gli si chiede quanti minuti si sente nelle gambe, la risposta del bomber è a metà tra l’estrema umiltà e la voglia matta di incidere da subito: “Risponderei novanta” e sorride. “Mi sono sempre allenato, è chiaro che la partita è l’allenamento migliore, ho bisogno di giocare per trovare i tempi, le posizioni, i movimenti, però se mi si fa quella domanda, io rispondo che giocherei novanta minuti”. La Spal e Floccari si sono incontrati, ora non resta che far parlare il campo, per andare lontano: “Un saluto a tutti e mi auguro di poter fare delle belle cose insieme”. Appuntamento quindi col Benevento, magari già per vedere Floccari esultare rabbioso sotto la Ovest, come sotto la Curva Nord in quel Lazio-Juve di qualche anno fa.



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