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La sconfitta contro la Lazio, arrivata dopo nemmeno ventiquattro ore dall’insediamento della SPAL ad Auronzo di Cadore, è servita per chiudere idealmente la prima fase di lavoro dei biancazzurri a Tarvisio. È quindi l’occasione giusta per fare un primo bilancio di queste due settimane di ritiro, senza ovviamente avere la presunzione di profetizzare qualcosa per il futuro prossimo, perché le indicazioni di luglio si rivelano spesso poi fuorvianti.

IL RITIRO – Gli undici giorni in Friuli sono stati caratterizzati da doppi allenamenti praticamente tutti i giorni, se si eccettuano due mezze giornate di riposo, con un lavoro finalizzato soprattutto alla forza e alla resistenza. Lavoro che ha finito per pesare inevitabilmente sulle gambe di diversi giocatori, considerato anche che, in occasione di entrambe le amichevoli, i ragazzi di mister Semplici si sono allenati anche la mattina stessa. Ovviamente, come succede quasi sempre in queste occasioni, gli avversari erano però di rango ben inferiore, in questo caso formazioni di serie D come il Tamai e il Campodarsego, e i risultati, due 4-0, hanno mostrato una SPAL che ha provato quanto studiato in allenamento, senza forzare oltremodo, facendo giocare a tutti gli effettivi impiegati lo stesso numero di minuti in ogni partita e non impiegando mai i giocatori leggermente acciaccati.

LA PARTITA DI OGGI – La Lazio ha rappresentato invece un avversario ben diverso e, come ha detto mister Semplici, quasi sicuramente lotterà per posizioni di classifica ben diverse da quelle dei biancazzurri. Quello di oggi doveva essere una verifica, ma non per vedere se la SPAL sia pronta o meno, cosa impossibile non affrontando la serie A da quasi cinquant’anni (e dopo due settimane di allenamenti), ma per capire cosa potrebbe aspettare i ferraresi nel campionato alle porte. La formazione di Simone Inzaghi, oltre che tecnicamente superiore, soprattutto in mezzo al campo, ha messo alla prova gli spallini soprattutto sotto due aspetti, entrambi in termini di rapidità, ovvero il recupero palla e le combinazioni in mezzo al campo. Nel primo tempo la SPAL ha faticato molto nel costruire la manovra sin dalla difesa, complici le gambe ancora imballate e un pressing laziale in certi casi molto deciso e efficace, che ha portato a diverse palle perse in mezzo al campo e ad altrettante occasioni. La Lazio si è resa pericolosa soprattutto così, ma il gol è arrivato su una cosiddetta “imbucata centrale”, con la manovra a due tocchi che ha mandato fuori tempo il reparto arretrato biancazzurro. La SPAL, dal canto suo, ha giocato una partita molto attenta e compatta, soffrendo poco o nulla ripresa, quando i ritmi si sono leggermente abbassati e l’entrata di Rizzo al posto di Viviani ha disegnato un centrocampo più “di gamba”. Poche le occasioni create, sempre cercando di attaccare la profondità, nel primo tempo con Antenucci e nella ripresa con Paloschi; proprio sui piedi dell’attaccante ex Chievo e Atalanta è arrivata l’unica palla del possibile 1-1, ma Vargic in uscita ha evitato il peggio.

I SINGOLI – Le impressioni, in questo caso, sono sicuramente molto parziali, soprattutto per uno stato di forma che per alcuni è probabilmente ancora lontanissimo. Gomis, nonostante le diverse occasioni dei biancocelesti nel primo tempo, non ha dovuto effettuare grandi parate, ma con i piedi ha dimostrato una buona personalità. Il terzetto arretrato ha cercato di tappare per quanto possibile i buchi che si creavano, con Vicari spesso pronto a intervenire da vero e proprio libero. Diversamente dal solito, invece, i biancazzurri hanno avuto difficoltà a imbeccare i loro esterni, soprattutto Lazzari, apparso un po’ fuori partita oggi, mentre Costa qualche uno contro uno, nei primi quarantacinque minuti di gioco, lo ha tentato. Come detto, però, le difficoltà sono state soprattutto in mezzo al campo nella prima frazione di gioco, con tante palle giocate male verso i centrocampisti spallini, ma anche diversi disimpegni sbagliati dai tre uomini in mezzo al campo, in particolare con Viviani, apparso un po’ lento. Nel secondo tempo, con Rizzo mezzala e Schiattarella regista, le cose sono invece migliorate. Davanti l’unico pericolo lo ha creato Paloschi, mentre Antenucci ha mostrato tanta buona volontà, anche se poco supportato da Floccari, per cui vale lo stesso discorso fatto per Viviani in mezzo al campo. Poco da dire invece sui giocatori subentrati, in momenti diversi del secondo tempo (a differenza del cambio in blocco nell’intervallo delle partite precedenti): oltre che per Paloschi, nota di merito per Schiavon, che ha portato esperienza a centrocampo.

Archiviata la partita di oggi con la Lazio, da domani inizierà il vero e proprio ritiro spallino ad Auronzo di Cadore, che durerà tutta la settimana e vedrà un’altra amichevole, mercoledì pomeriggio alle ore 17 contro la Triestina.



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