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Con tutti i riflettori puntati sull’arrivo di Marco Borriello alla SPAL, sembra sia passata leggermente in secondo piano quella che Walter Mattioli non più tardi di due giorni fa aveva definito “pesca” legata al potenziale addio di Mirco Antenucci in direzione Empoli. A dare credito agli umori popolari, in poche ore il bomber molisano è passato dall’essere l’uomo copertina dei biancazzurri al peggiore dei mercenari, ma lo scenario è clamorosamente cambiato una terza volta. Ora è ufficiale, Ante7 non si muoverà da Ferrara.

Lo stesso giocatore, in occasione della presentazione al Puedes sembrava piuttosto imbarazzato nell’affrontare queste voci insistenti a proposito di una sua partenza verso la Toscana. In più l’opinione pubblica sembrava indirizzata verso il ragionamento “Se arriva Borriello, di sicuro parte Antenucci“, come se i due giocatori non potessero coesistere. Tatticamente, invece, la presenza di uno non esclude l’altro, anzi, il capocannoniere biancazzurro della scorsa stagione resta un unicum nella rosa di Semplici, motivo in più per rimanere in squadra. Antenucci garantisce alla squadra il dinamismo necessario per rendere la manovra offensiva imprevedibile, o comunque meno statica. Ecco perché il lupo di Roccavivara è difficilmente sostituibile con i compagni di squadra e all’improvviso il problema della troppa concorrenza per un posto da titolare scivola nell’ombra, almeno fino a quando non sarà il campo a dimostrare il contrario.

Cosa sia successo di preciso probabilmente non lo sapremo mai con dovizia di particolari. Fatto sta che l’Empoli ormai è lontano, nonostante in via Copparo ad un certo punto fossero sembrati rassegnati all’idea di perdere il giocatore, magari in maniera nemmeno troppo serena. Tanto che la SPAL, tramite il presidente Mattioli, ha scelto di lasciare al giocatore l’ultima parola. Dicendogli: noi vogliamo tenerti, ma se proprio vuoi andare a guadagnare di più non ci metteremo di traverso. Quindi nello spazio di 24 ore ecco il dietrofront, improvviso, clamoroso, ma mai così auspicato.

E’ stato Antenucci a scegliere di rimanere Ferrara, dopo una lunga riflessione. Rinunciando ad una discreta somma di denaro pur di giocarsi le sue chance in A con la maglia della squadra di una città che lo ha accolto trionfalmente e che lui ha ripagato a suon di gol, diventando, giustamente, uno degli idoli indiscussi della piazza. Hai voglia a dire che si tifa solo la maglia, quando poi la maglia la indossano degli uomini in carne ed ossa a cui è spontaneo affezionarsi. Doveroso rimarcare il concetto in un momento storico per il calcio moderno in cui le cifre economiche il più delle volte hanno la meglio su tutto il resto: l’offerta dellEmpoli, per un giocatore di quasi 33 anni, era di quelle che non si potevano rifiutare. Si è parlato di un milione di euro nell’arco di tre stagioni.  Antenucci invece l’ha fatto, prendendo in contropiede tutti, forse anche sé stesso, dando la precedenza a interessi non per forza collegati al conto in banca. Che comunque non subirà scossoni, visto che il trattamento che gli riserva la SPAL è di tutto riguardo.

Spesso nel calcio si abusa del termine “mercenario”, rimproverando ai giocatori di perseguire sempre il miglior contratto. Dimenticandosi però che una carriera dura in questo ambiente dura poco e dopo di quella si apre – nella maggior parte dei casi – una navigazione in acque sconosciute. Antenucci ci ha riflettuto e si è confrontato col suo procuratore, ha ascoltato e si è fatto tentare dalle sirene empolesi, ma alla fine ha scelto di tenersi stretta la maglia numero sette. Perché – avrà pensato – rischiare di rovinare un giocattolo che, alla luce dei fatti, può dargli notevoli soddisfazioni nella sua prima vera stagione da protagonista in A? Sul piatto Antenucci ha messo anche il benessere della sua famiglia, della moglie Eleonora e delle piccole Camilla e Sofia. Non è raro incontrare tutti e quattro a spasso per la città con relative biciclette e lo stesso attaccante non ha mai fatto mistero di apprezzare tantissimo la città e i suoi abitanti. Travolto da un affetto sconfinato, Antenucci ha deciso di guadagnare meno in denaro, ma più in riconoscenza. Quando sentirà di nuovo il boato della Ovest e il suo cognome scandito a ripetizione dal suo popolo, avrà ulteriore conferma di aver fatto una scelta vincente.

 



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