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Poteva essere una giornata storica per la SPAL, invece al “Meazza” contro l’Inter, nel primo anticipo dell’ora di pranzo dell’intero campionato, arriva una sconfitta. Pronosticabile, certo, ma che non ridimensiona di una virgola il progetto biancazzurro. Davanti a gente come Icardi, Candreva, Perisic e Borja Valero, infatti, la banda di Semplici ha giocato a viso aperto, rischiando tanto, ma confermando quella personalità che per raggiungere l’obiettivo salvezza sarà fondamentale. Perchè, diciamolo chiaro e tondo, non è in queste partite che la SPAL deve fare punti.

Per tentare il colpo gobbo, Semplici conferma per nove undicesimi la formazione che ha battuto l’Udinese, eccezion fatta per Floccari, fermo ai box, rimpiazzato da Paloschi – uno che a “San Siro” c’ha giocato e c’ha pure segnato con la maglia del Milan all’esordio tra i professionisti – e Mattiello, con Costa che torna sulla sua fascia di competenza. Spalletti, invece, ha talmente tante scelte di qualità nella faretra che può scegliere ad occhi chiusi, quindi campo per Dalbert dal primo minuto e a Gagliardini, subito a suo agio nell’atmosfera incandescente minimamente intaccata dalla pioggia fine che incombe su Milano. E’ un suo tiro, infatti, ad aprire le danze, ma Gomis controlla la sfera uscire di poco oltre il palo destro. SPAL intimorita? Ma non diciamo sciocchezze. Mora corre ovunque e da una sua iniziativa nasce la rimessa laterale che porta Paloschi alla girata mancina nel cuore pulsante dell’area di rigore, ma Handanovic chiude in angolo con un tuffo provvidenziale. Cosa non manca di certo all’undici di Semplici è la personalità, in alcuni frangenti persino troppa, ma con Borriello e Paloschi in versione playmaker offensivi, l’allarme suona ancora dalle parti di Handanovic, mentre dall’altra parte l’uomo in più è sempre Gagliardini, terribilmente concreto nel supportare ogni azione dei suoi. Col passare dei minuti è impensabile che non sia l’Inter a prendere in mano le redini della partita, e con un gioco di sponde, Icardi mette Joao Mario nelle condizioni di involarsi verso la porta di Gomis. Solo un intervento falloso in area di Vicari, tanto necessario per evitare il peggio (almeno nell’immediato) quanto irruento, rompe l’equilibrio, anche se la decisione di Gavillucci di assegnare il penalty arriva solamente dopo il sussidio del VAR. Tant’è, e al 27′ Icardi sblocca il risultato spiazzando nettamente Gomis sulla sua destra e poco dopo lo mette alla prova con uno splendido diagonale basso bloccato soprattutto grazie ad una consistente dose di fortuna. Fortuna che, invece, non c’entra proprio nulla quando, al 36′, con un colpo di reni clamoroso, l’estremo difensore francese si allunga sul destro incrociato sparato da Candreva da posizione sì defilata, ma diretto verso il palo lungo. L’ultimo squillo del primo tempo, un po’ a sorpresa, capita sui piedi di Paloschi, lanciato in campo aperto da Schiattarella, ma la sua conclusione di destro è troppo strozzata per far gridare al gol. Qualche grido in più, invece, arriva dai 3000 tifosi ferraresi stipati nel terzo anello della Curva Sud quando, per risolvere un disimpegno piuttosto narcisista del suo reparto arretrato, Dalbert incoccia su Schiattarella in area di rigore. Per l’arbitro non ci sono gli estremi nè per il tiro dal dischetto, nè per richiedere l’intervento del var, e così a farne le spese appena prima dell’intervallo e Mora, ammonito per proteste, ad occhi nudo neanche troppo motivate.

Mora, dicevamo. In apertura di secondo tempo Giacomelli lo grazia, considerando un suo evidente fallo tattico come un normale contrasto di gioco, ma le attenzioni presto si spostano sulla dormita di Borriello che, favorito da uno strano rimpallo in area di rigore, perde il tempo del tiro favorendo l’intervento dell’impeccabile Skriniar, che alla mezz’ora, dopo una fase in cui succede poco, si prende addirittura il lusso di scagliare un destro clamoroso sulla traversa da 35 metri. I ritmi calano, la stanchezza inizia a farsi sentire su ambedue i fronti. Nonostante questo, sulle fasce, sia Candreva e Perisic che Costa e Lazzari, continuano a cercare l’imbeccata decisiva. Spalletti si affida alla freschezza di Brozovic per scardinare la difesa ottimamente guidata da Vicari, con Salamon e Vaisanen magari non bellissimi da vedere, ma comunque efficaci, mentre Semplici lancia Antenucci al posto di Paloschi e l’esordiente in maglia biancazzurra Grassi per Mora, sfinito dopo una prestazione più che sufficiente. Ma la girandola di cambi dice bene all’Inter, che in chiusura trova grazie alla legnata mancina volante di Perisic il 2-0, buono per le statistiche ma non per affossare una SPAL comunque centrata e propositiva, arrivata a Milano non per recitare la parte della vittima sacrificale ma per far capire all’intera Serie A che prima di darla già per spacciata ne deve passare tanta di acqua sotto i ponti, tantissima.

INTER – SPAL 2-0 (p.t. 1-0)

INTER (4-2-3-1): Handanovic; D’Ambrosio, Skriniar, Miranda, Dalbert; Borja Valero (32’st Vecino), Gagliardini; Candreva (43’st Eder), Joao Mario (21’st Brozovic), Perisic; Icardi. A disp.: Padelli, Berni, Ranocchia, Karamoh, Eder, Nagatomo, Vanheusden, Pinamonti. All.: Spalletti.
SPAL (3-5-2): Gomis, Salamon, Vicari, Vaisanen; Lazzari, Schiattarella, Viviani (40’st Bonazzoli), Mora (33’st Grassi), Costa; Paloschi (20’st Antenucci), Borriello. A disp.: Poluzzi, Marchegiani, Cremonesi, Bellemo, Konate, Mattiello, Schiavon, Vitale, Felipe. All.: Cottafava.
ARBITRO: Sig. Gavillucci di Latina; assistenti: Schenone di Genova e Mondin di Treviso.

MARCATORI: 27′ pt Icardi, 42’st Perisic.
AMMONIZIONI: Vicari (S), Mora (S), Gagliardini (I).
NOTE: Terreno in buone condizioni, giornata grigia e piovosa. Angoli 7-5. Spettatori 57.235.



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