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Sono tante le cose da dire. Tutte importanti, una fondamentale, ma la lasciamo per ultima, giusto per aumentare la suspense. Facile quindi partire dalla SPAL, che da cigno si sta trasformando in brutto anatroccolo. Alt! Non è assolutamente un insulto, anzi, è forse il complimento migliore che si può fare in questo momento alla squadra e a Semplici. Dopo un periodo di rodaggio basato fondamentalmente sulle certezze derivate dallo splendido campionato di B, il tecnico fiorentino ha avuto l’umiltà di fare un passo indietro, dando la priorità alla concretezza che allo spettacolo (che comunque è nel DNA della SPAL e appena può viene fuori). Sì, erano belli i tempi in cui Lazzari si mangiava due o tre avversari sulla fascia, arrivava sul fondo e la metteva in mezzo per il rimorchio di Mora o di Antenucci, ma si giocava contro Trapani, Brescia e Avellino che, con tutto il rispetto, non sono Atalanta, Lazio e Milan, né tanto meno Juventus, Inter e Napoli. Non si può vivere di ricordi “perché troviamo avversari di qualità e bisogna sapersi adattare ad ogni situazione“, sono parole del mister nell’immediato post partita a Bergamo. La cresta si è abbassata, ma solo per necessità. Intanto quella della sua chioma è ben evidente, quasi a ricordare che il bel gioco tornerà, serve solo pazienza.

Creste a parte, il punto conquistato in casa della Dea formato europeo è figlio di una prestazione complessivamente buona. Non stratosferica, ma più che onesta, su un campo da cui, come aveva sottolineato giustamente lo stesso Semplici “solo la Roma è uscita vincitrice, mentre la Juventus ha pareggiato“. 2-2, sbagliando un rigore nel finale. Ma un rigore vero e proprio, non come quelli divorati da Mattiello e Viviani. Mamma mia Viviani, che giocatore. E che piede. Peccato per la pennellata su punizione vanificata da qualche scena da lotta greco-romana in barriera, sarebbe stato un gol clamoroso. Ma peccato soprattutto per il destro quasi al 90′ deviato da un miracolo di Berisha. Sarebbe stato il colpo del KO per l’Atalanta e per Gasperini, ora impegnato a raccogliere i cocci di una squadra afflitta da “problemi strutturali“, come più volte rimarcato dallo stesso tecnico. Il palo di Antenucci (a questo punto consigliamo un bonus nel contratto legato al numero di legni presi), lo scambio nello stretto con Schiavon, la grinta di Paloschi, il destro alla Rizzo. Tutto bello, bellissimo. Unico appunto: in superiorità numerica si poteva fare qualcosa di più per provare a mettersi in tasca il bottino intero? E’ un interrogativo al quale non diamo risposta, ben lungi da noi lamentarci, l’X in schedina (in trasferta) ci piace assai. Come ci piace assai la convocazione di Oikonomou nella Grecia, impegnata nei play off mondiali contro la Croazia dei campioni: Modric e Rakitic, Mandzukic e Perisic. Speriamo che Marios possa togliersi una bella soddisfazione, anche se sarà dura. E pure Gomis si giocherà il tutto per tutto con il suo Senegal nel doppio confronto con il Sud Africa. La SPAL che “presta” giocatori alle nazionali. Sembra un sogno, invece è tutto vero.

Com’è tutto vero quello che è successo al nostro fotografo, colpito alla caviglia da un detrito in seguito all’esplosione di un petardo proveniente dalla Curva Nord dell’Atalanta ancor prima che potesse iniziare a fare il suo lavoro, come sempre, come ogni domenica, a bordo campo, al servizio de LoSpallino.com e di tutti i fruitori del nostro sito. Non può esistere che una trasferta possa diventare un pericolo per l’incolumità di un professionista. Non ci vogliamo credere. Per colpa di qualche idiota che va a sfogare la sua frustrazione e la sua ignoranza allo stadio, armato di lingua lunga e petardi da lanciare verso il vuoto, senza preoccuparsi minimamente di cosa ci possa essere alla fine della loro corsa, se un raccattapalle o un magazziniere, un inserviente o, per l’appunto, un fotografo. Tutta gente che lavora per offrire un servizio completo anche a certi mentecatti. Peccato che anche questo episodio sia destinato a sciogliersi come bolle di sapone, farà parte della lunga lista di occasioni perse per rendere il nostro calcio migliore di quanto non sia.



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