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Due, quattro, sei occhi. Oltre ai due sul ponte di comando, quelli di mister Semplici. Sono quelli di Andrea Consumi, Rossano Casoni e Alessio Rubicini, i tre componenti di uno staff tecnico che comprende anche Yuri Fabbrizzi per la parte atletica e Cristiano Scalabrelli per l’area dei portieri. Una gerarchia di base c’è, visto che Consumi è il fidato braccio destro del mister, ma i diretti interessati amano mettersi tutti sullo stesso piano quando è ora di parlare del loro lavoro. A partire da una metodologia pensata per assegnare i compiti quasi in maniera ciclica: “Quando si tratta di analizzare certe situazioni – ha spiegato Consumi – cerchiamo di scambiare i nostri ruoli, in modo da arrivare tutti quanti allo stesso livello di conoscenza e competenza. Parte del nostro lavoro consiste nel cercare di presentare all’allenatore una visuale completa e dettagliata dell’avversario, in modo che lui possa preparare la settimana di allenamento. Si tratta di osservare bene almeno tre o quattro partite, anche tra quelle giocate contro squadre che tatticamente ci somigliano. Si studia ogni aspetto e si prova a individuare i punti deboli per poi provare a sfruttarli”.

Consumi, Casoni e Fabbrizzi nel giorno della promozione in serie A, a Terni

Consumi, oltre ad ammettere che il salto di categoria si è inevitabilmente avvertito sotto ogni punto di vista (“niente può essere lasciato al caso, anche la minima cosa”) ha parlato anche dello spirito di gruppo: “Pensavamo che la creazione di un gruppo coeso avrebbe richiesto più tempo, perché l’anno scorso servirono quasi tre mesi. Stavolta l’adattamento è stato più rapido, anche se non è stato facile. Ma stiamo vedendo che il salto di qualità sotto il profilo psicologico c’è stato”.
Di recente c’è poi stato il passaggio – a partita in corso – al 442, modulo fino a quest’anno mai proposto da Semplici e dal suo staff: “Abbiamo cambiato per sopperire ad alcune situazioni di inferiorità numerica, – ha spiegato Consumi – perché contro Juventus e Atalanta eravamo in difficoltà a centrocampo. Il 442 in quei frangenti ci dava più copertura, perché altrimenti a centrocampo ci facevano girare come trottole. L’idea di gioco rimane quella del 352, per cui non è detto che si passi al 442 solo perché in due occasioni ha funzionato. Dipende molto dalla condizione dei giocatori e dalla disposizione dell’avversario. Di certo c’è che abbiamo dimostrato la capacità di modificare lo schieramento a partita in corso e questa è una risorsa”.

Anche gli schemi da calcio piazzato devono diventare un fattore, anche se per ora sono più i gol incassati che quelli realizzati: “Vale il discorso di prima, anche su questo studiamo gli avversari, ma anche le altre squadre per trovare sempre soluzioni nuove e sfruttare le caratteristiche dei giocatori. In base alle analisi degli avversari prepariamo due o tre temi da eseguire, poi viene lasciato spazio di interpretazione ai giocatori, perché in campo ci vanno loro e devono saper agire in base al contesto”.
Il confronto costante rimane un punto chiave: “Sia durante la settimana sia durante la partita ci confrontiamo, visto che dalla stessa situazione possono nascere interpretazioni diverse” ha spiegato Casoni, l’unico ferrarese nel manipolo di toscani. “Durante la partita – ha continuato – non possiamo farci prendere dall’emotività e cerchiamo di guardare un po’ tutto con l’adeguato distacco, nel caso il mister possa chiedere un consiglio prima di intervenire sulla squadra”.

Una volta finito tutto tocca poi a Rubicini entrare in laboratorio per visionare ore di filmati ed estrapolare gli spezzoni utili per istruire i giocatori: “Il giovedì proponiamo un montaggio di una dozzina di minuti da proporre alla squadra, nel quale includiamo tutti gli aspetti che secondo noi andranno valutati attentamente nella preparazione della partita”. “Chiaro che – ha aggiunto Consumi – non c’è schema che tenga quando si tratta di certi giocatori. Non a caso sono quelli più pagati proprio perché fanno cose straordinarie. Noi però possiamo mettere a conoscenza i giocatori di ciò che può accadere di fronte a certi avversari, dovranno essere bravi loro in campo a reagire in tempo utile”.



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