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Forse la Fiorentina ha fatto bene ad accontentarsi del pareggio domenica scorsa. L’1-1 è obiettivamente il risultato giusto, la SPAL è stata più concreta nel primo tempo, lasciando poi spazio alle sfuriate viola nella ripresa, che per la mole di gioco creata avrebbero forse meritato di segnare il raddoppio. Ma Pioli può tirare un sospiro di sollievo perché in caso di successo in rimonta la statistica (o sarebbe meglio dire la cabala) gli avrebbe lasciato un bel tabù da sfatare.
Pura coincidenza o disegno astrale prefigurato non si sa, ma i dati che questo campionato ci sta lasciando in eredità dicono che chi batte la SPAL ha significative probabilità di andare incontro ad una evidente crisi di risultati. Sembra impossibile, ma in ben 4 casi su 7 – il numero totale delle sconfitte biancazzurre fino a questo momento – centrare i tre punti contro la squadra di Semplici è stata una vera e propria sventura, e le eccezioni sono rappresentate solamente da Napoli, Inter e Juventus, non a caso le prime tre della classe.

Inter a parte, appunto, la prima a imbattersi in questa sorta di maledizione è stato il Cagliari dell’allora tecnico Rastelli. Barella e Joao Pedro avevano spinto i rossoblu al colpaccio esterno (4^ giornata) dopo un inizio di campionato piuttosto complesso, ma da lì in avanti i sardi hanno raccolto solamente sconfitte, ben cinque di fila, delle quali l’ultima ha portato la dirigenza a prendere la decisione di esonerare l’allenatore per richiamare in panchina Diego Lopez. Il sortilegio è stato spezzato col passaggio del Benevento alla “Sardegna Arena”.

La seconda vittima è ben più illustre: il Milan. Fino al 2-0 di San Siro alla SPAL (5^ giornata), i rossoneri di Montella sembravano poter viaggiare al ritmo delle grandi con ben 12 punti conquistati su 15 disponibili. Da lì, il buio più totale ed un ruolino di marcia da retrocessione. Il KO nella Genova blucerchiata ha lanciato i primi campanelli d’allarme, poi le due scoppole consecutive a Milano contro Roma e Inter, seguite dallo scialbo pareggio sempre in casa con il Genoa – non proprio una corazzata – hanno ufficializzato una crisi inaspettata e solo parzialmente marginata grazie alla vittoria sul Chievo. Periodaccio per Montella, magari se ne ricorderà nel girone di ritorno.

Non è andata meglio al Bologna, che dopo aver toccato il cielo con un dito nell’immediato post derby, e con mano addirittura il sesto posto a quota 14 punti, ha inanellato la non invidiabile striscia di quattro sconfitte consecutive (in trasferta con Atalanta e Roma e in casa con Lazio e Crotone), interrotta solamente lunedì sera con la gentile collaborazione dell’Hellas Verona.

A chiudere la lista delle malcapitate vittime del malocchio spallino c’è il Sassuolo, che a Ferrara ha vinto approfittando di uno svarione di Vicari, salvo poi vedersi ritornare indietro tutta la sfortuna nelle successive tre uscite (In casa con Udinese e Milan, lontano dal Mapei Stadium a Napoli). Alla fine, come nel caso del Cagliari, è arrivato il Benevento a far tornare il sereno a Reggio Emilia, ma Bucchi se l’è vista davvero brutta, ed è per questo che Pioli prima di venire al Mazza a vincere deve averci pensato su almeno un paio di volte. Saggiamente.



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