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Chiuso il girone d’andata al quartultimo posto dopo la sconfitta di Marassi con la Sampdoria, la SPAL inizia il ritorno ospitando al “Paolo Mazza” di Ferrara la Lazio, ultima partita prima della sosta invernale di due settimane. Le statistiche parlano di una sfida quasi proibitiva: i biancocelesti allenati da Simone Inzaghi sono quinti in classifica e vantano – oltre ad una delle più belle espressioni del calcio in Serie A – il secondo miglior rendimento esterno del campionato, dietro solo al Napoli dei record. Ma nonostante ciò la SPAL è già riuscita a fermare la Lazio (0-0) nella prima uscita stagionale, match coinciso con il ritorno dei ferraresi nella massima categoria dopo quarantanove anni. Sperando in un’altra impresa, come di consueto abbiamo intervistato un collega, Enrico De Lellis di laziopress.it, che segue con scrupolo tutto ciò che accade nei dintorni di Formello, per capire come arriva la Lazio al match di sabato.

Enrico, la Lazio ha chiuso il girone d’andata al quinto posto. E per ora è in corsa anche per gli altri obiettivi stagionali: Coppa Italia ed Europa League. Bilancio più che positivo, o no?
“Sicuramente parliamo di un bilancio molto positivo. La rosa è stata costruita per entrare nei primi cinque posti e perché no, cercare di dare fastidio per la Champions League, cosa che sta accadendo. La Coppa Italia è un must di questa società, infatti la semifinale che si disputerà contro il Milan il prossimo 31 gennaio sarà la sesta dell’era Lotito. L’Europa League è una sfida molto affascinante e secondo me anche alla portata della rosa. Il girone vinto a mani basse con avversari di tutto rispetto come il Nizza è la dimostrazione”.

La maggior parte del merito penso sia giusto a Simone Inzaghi. I risultati dalla sua, senza alcun dubbio, ma può già essere considerato un grande allenatore?
“Siamo di fronte ad un predestinato, lo dicono i numeri da quando siede sulla panchina della Lazio. È stato bravissimo a ritagliarsi il suo spazio, dopo l’esonero di Pioli. Poi l’affare Bielsa gli ha permesso di essere nuovamente (per mancanze di alternative a due giorni dal ritiro) riconfermato sulla panchina. Conosce l’ambiente romano alla perfezione e cosa vuol dire la maglia biancoceleste. Oltre a lui merita una menzione speciale anche il suo staff, che con video sugli avversari prepara ogni singolo giocatore della rosa alla perfezione sulla gara in programma. Nel palcoscenico italiano dopo Allegri, c’è Inzaghi”.

Senza la battuta d’arresto all'”Olimpico” con il Torino i biancocelesti sarebbero potuti ancora essere in corsa per lo scudetto?
“La Lazio non è attrezzata per vincere lo scudetto, Juventus e Napoli sono più forti, ma siamo di fronte ad un campionato strano, dove sia i bianconeri sia i partenopei hanno preso il largo nell’ultimo mese e squadre come Inter e la stessa Lazio hanno tenuto il passo. Nel caso dei biancocelesti mancano sette punti per colpa del Var. Mi auguro che i punti persi o meglio rubati contro il Torino non pesino più di tanto, per l’entrata in Champions League a fine anno”.

Impossibile a tale proposito non chiederti un commento sul Var. Anche la SPAL, come la Lazio, lamenta più danni che altro.
“Tralasciando un attimo il discorso Lazio, trovo ridicolo e altamente dannoso l’uso di questa tecnologia. Il Var ci è stato presentato come la cura di ogni male, quando vediamo episodi come il rigore non dato alla Lazio in occasione della gara contro il Torino, oppure della rete convalidata ad Icardi a Cagliari dopo un evidente fallo di Brozovic sul portiere. Per poi non parlare del rigore inventato nella partita tra Samp e SPAL. Sono d’accordo con Inzaghi quando dice che questa tecnologia sta facendo passare il gusto di vedere il calcio. Una volta i tifosi dopo un gol si abbracciavano adesso rimangono in silenzio per scrutare i movimenti dell’arbitro, così non è più calcio. Senza poi tralasciare l’aspetto tecnico legato alla quaterna arbitrale. I guardalinee non segnalano più, aspettano comunicazioni via radio, il quarto uomo è un semplice alzatore di tabelle visto che falli di reazione e altri aspetti legati al gioco senza palla vengono visti sempre dietro la televisione. Allora meglio mandare solo il fischietto in campo senza i suoi compagni e mettergli tremila orologi, quattromila auricolari e risparmiare soldi sul resto della terna e investirli come federazione in altri progetti”.

Torniamo al campo. La SPAL, giocando una delle migliori partite in trasferta della stagione, nella prima giornata di campionato ha bloccato la Lazio sullo 0-0. Quante possibilità hanno i biancazzurri di fare lo stesso “Paolo Mazza”?
“Ricordo benissimo la partita dell’andata e la SPAL ha meritato quel tipo di risultato, giocando una gara ordinata e chiudendo ogni tipo di spazio agli attaccanti biancocelesti. Mi piace moltissimo il gioco di Semplici, trovo che a questa squadra manchino diversi punti, un po’ per il Var, altri per sfortuna. Sabato non sarà una passeggiata anche perché i punti inizieranno a pesare per entrambe le società. Poi non scordiamoci che in casa SPAL ha messo in difficoltà molte squadre più forti come in Napoli”.

La truppa di Semplici come può mettere in difficoltà la squadra di Inzaghi?
“La Lazio è letale quando trova squadre che si allungano di fronte. Ha giocatori di caratura europea come: De Vrij, Luis Alberto, Milinkovic e Immobile, senza dimenticarsi di Anderson e Lucas Leiva. Sicuramente Semplici cercherà di riproporre la sfida dell’andata, facendo prendere in mano il pallino del gioco alla Lazio e sfruttare le ripartenze ed eventuali errori individuali”.

Probabile formazione della Lazio?
“Non mi aspetto grandi novità da parte del mister, tranne indisponibilità dell’ultimo momento si andrà con il consueto 3-5-1-1, con: Strakosha in porta; Bastos leggermente favorito su Wallace, per completare il trio difensivo assieme a de Vrij e Radu; Lulic, Parolo, Leiva, Milinkovic e Lukaku a centrocampo; mentre in avanti ci saranno Luis Alberto e Immobile”.



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